A Torino e provincia sempre più donne denunciano di aver subito violenza. Ha una doppia chiave di lettura il dato che emerge dall’assemblea del Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne tenutasi oggi pomeriggio a Torino.
Da una parte si potrebbe affermare che i casi  di violenza sono in aumento, dall'altra si tende a pensare che in  realtà vi sia una progressiva emersione del fenomeno, soprattutto grazie  alla rete regionale dei centri antiviolenza e del lavoro svolto da  associazioni e Comune di Torino.
I numeri, però, parlano chiaro:  nel 2018, i CCVD hanno raccolto 1115 schede, contro le 943 del 2017 e le  822 del 2016. Decisivo in tal senso l'aumento progressivo dei centri  antiviolenza, passati dai 5 del 2007 ai 24 del 2018. Crescono poi le  denunce, con 115 casi riscontrati: "Le campagne di sensibilizzazione, le  capacità di sportelli e associazioni permettono di intercettare i  vissuti delle donne" spiega Marco Giusta, assessore alle Pari  Opportunità del Comune di Torino.
Alcuni dati sono interessanti e  identificano la violenza come un comportamento che si manifesta  all'interno delle abitazioni: "L'80% delle violenze viene esercitato in  casa, il 95% degli aggressori sono partner o ex partner, comunque  persone conosciute". Il 62% delle donne che subiscono violenze, stando  al report, risultano essere italiane mentre il 38% di conseguenza  straniere.
Ciò che stupisce è il fatto che si sia molto abbassata  l'età delle persone che sporgono denuncia: nel 25% dei casi si parla  infatti di una donna under 30. L'assessore Giusta ha poi commentato il  "caso Amadeus" e le frasi pronunciate durante la conferenza stampa di  presentazione del Festival di Sanremo sulle donne: "Ho provato rabbia.  L'utilizzo di quel tipo di linguaggio giustifica e dà il fondamento  teorico e pratico alla piramide di violenza a cui assistiamo".













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