"La fine di un incubo", così Alberto Muraglia, l'agente di polizia municipale di Sanremo, simbolo della vicenda dei cosiddetti 'furbetti del cartellino', perché immortalato a timbrare il cartellino in mutande, ha commentato la sentenza di assoluzione di questa mattina che riguarda lui e altri nove dipendenti che hanno scelto il rito abbreviato.
Il giudice Paolo Luppi li ha assolti dall'accusa di truffa ai danni dello Stato 'perché il fatto non sussiste', riservandosi novanta giorni per la motivazione. La sentenza sarà quasi certamente appellata dalla procura, rappresentata questa mattina dal pm titolare delle indagini Maria Paola Marrali e dal procuratore aggiunto Grazia Pradella.
"Ero certo, quando non hai fatto niente sei per forza certo", ha commentato Muraglia uscendo dal tribunale.
"E' il momento di far scendere i riflettori e lasciare che questa vicenda torni a essere come tutti gli altri processi, un normale processo. Al vaglio di quei filmati, verificato criticamente dice che erano innocenti", ha commentato a caldo il suo avvocato, Alessandro Moroni.
Alberto Muraglia, lo ricordiamo, era diventato un simbolo dell'inchiesta della Guardia di Finanza, per essere stato inquadrato mentre timbrava il cartellino a fianco della sua ex abitazione al Mercato Annonario, in slip. L'immagine aveva fatto il giro del mondo ed era stata pubblicata da moltissime testate nazionali.
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