Il Nazionale

Cronaca | 09 gennaio 2020, 15:54

Il primario Claudio Novali denunciato per peculato e truffa ai danni dello Stato: 300 visite in nero, sequestrata la somma di 17mila euro

Si è chiusa l'indagine della Guardia di Finanza partita due anni fa. In alcuni casi il professionista effettuava le visite recandosi presso studi medici privati in orari in cui avrebbe dovuto essere presente nella struttura ospedaliera cuneese, in particolare dopo aver timbrato con il badge elettronico l’ingresso in ospedale per poi allontanarsi e rientrarvi smarcando nuovamente il badge per attestarne l’uscita

Il primario Claudio Novali denunciato per peculato e truffa ai danni dello Stato: 300 visite in nero, sequestrata la somma di 17mila euro

 

Peculato e truffa ai danni dello Stato: sono queste le accuse che la Guardia di Finanza contesta a Claudio Novali, per 24 anni direttore della Divisione di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare dell'ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo.

Questa mattina l'annuncio della pensione, a partire dall' 11 gennaio 2020. Una decisione che – a suo dire – non avrebbe alcun legame diretto, con l'indagine della Guardia di Finanza: “Come ho sempre detto, sono sereno e lascio che la Magistratura faccia il suo lavoro. Non lascio per questa vicenda anche se, con questa decisione, tolgo l'azienda ospedaliera da qualsiasi imbarazzo".

L'indagine delle Fiamme Gialle è partita due anni fa e ha portato al sequestro per equivalente della somma di oltre 17.000 euro nei confronti del noto primario.

Nello specifico, è stato appurato che il professionista, in violazione delle norme che disciplinano l’attività “intramoenia” ospedaliera, esercitata presso centri o strutture sanitarie private, aveva effettuato circa 300 visite mediche specialistiche facendosi corrispondere l’onorario senza rilasciare la necessaria documentazione fiscale. Nel caso di specie, trattandosi di attività “intramuraria”, una parte del compenso avrebbe dovuto essere versata nelle casse dell’Azienda Ospedaliera.

Inoltre è stato accertato che in alcuni casi lo stesso professionista effettuava le menzionate visite recandosi presso studi medici privati in orari in cui avrebbe dovuto essere presente nella struttura ospedaliera, in particolare dopo aver timbrato con il badge elettronico l’ingresso in ospedale per poi allontanarsi e rientrarvi smarcando nuovamente il badge per attestarne l’uscita.

La somma sequestrata per equivalente corrisponde alla quota parte spettante all’Azienda Ospedaliera per le visite in nero effettuate dal professionista.

“Il servizio in corso dà prova della costante attenzione che la Guardia di Finanza rivolge al delicato settore della spesa pubblica e si inserisce in un più ampio contesto che vede le Fiamme Gialle sempre più coinvolte in approfondite indagini per la tutela ed il controllo, in particolare, della spesa sanitaria, in ossequio agli indirizzi dell’Autorità di Governo ed alle direttive impartite dal Comando Generale del Corpo”, dichiara in una nota il comando provinciale dell Guardia di finanza di Cuneo.

redazione

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