Il panettone l'aveva mangiato, ma l'esonero-shock è arrivato dopo...cioè prima di fine anno. La scelta del presidente del Seregno ha tagliato fuori Massimo Gardano dal giro di boa del 31 dicembre: clamoroso in serie D lombarda, il tecnico piemontese cacciato dopo soltanto due partite (due pareggi).
Ci siamo occupati della vicenda alcuni giorni fa e ci siamo chiesti "che calcio è questo?" (RILEGGI L'ARTICOLO). Oggi parola a Gardano, che negli ultimi 20 anni ha allenato ovunque, in serie C e D, dalla Sicilia alla Valle d'Aosta, dalla Liguria alla Lombardia, anche nei settori giovanili professionistici.
Il mister: "Sono senza parole, non riesco a trovare aggettivi per autodefinirmi. Il perchè è molto semplice, io non ho conosciuto abbastanza il Seregno e la dirigenza non poteva conoscere abbastanza me. I nostri incontri sono durati sei-sette minuti, non abbiamo condiviso riunioni, pranzi o cene. In 15 giorni è arrivata questa decisione che mi lascia incredulo. Non riesco neanche ad avercela con loro e non posso neanche parlarne male".
Alcune precisazioni: "Ho letto in molti articoli che il presidente del Seregno si sarebbe lamentato di alcune mie mancate sostituzioni nella partita col Sondrio e nell'amichevole di fine anno. Tutto falso. Ho fatto due cambi col Sondrio e cinque contro il Breno. Il fatto è che probabilmente le idee di calcio della dirigenza e le mie sono diverse. Questo è stato il vero problema. A Seregno si vuole tutto e subito, quindi con due pareggi sono scattati già alcuni allarmi. Poi mi è stato detto che la mia squadra giocava troppo al pallone e faceva troppo possesso palla...". E tutti sanno che il calcio di Gardano è un mix tra gioco tecnico e grintoso, senza eccessi particolari nè da una parte, nè dall'altra. Viene proprio da pensare che questa argomentazione presentata al tecnico sia stata campata per aria.
Continua Gardano: "Per fare bene tutto e subito ci vogliono tempo e risorse a disposizione. Il tempo non l'ho avuto e se parliamo di nuovi acquisti posso soltanto dire che nella gara con la Pro Sesto la punta Lucatti veniva chiamata per numero, e non per nome, dai compagni di squadra. Era appena arrivato...Poi ho sentito dire che la squadra avrebbe dovuto giocare maggiormente sulle punte, con lanci lunghi, ma col Sondrio avevamo in rosa due attaccanti non altissimi come Bertani e Blazevic. Cosa avrei potuto fare? Inoltre c'era bisogno di impostare un lavoro atletico e fisico mirato ad aumentare la resistenza dei giocatori nei 90 minuti. Avevano 65-70 minuti di corsa, non di più".
Insomma, per fare, valutare, confrontare e cambiare, per ricostruire un percorso, c'era bisogno di tempo. Ma a Gardano l'hanno tolto subito: "Questa è la cosa che mi fa più male. Ho 51 anni, un simile comportamento mi ha fatto sentire umiliato. A livello umano nel calcio so di non avere mai sbagliato in modo grave. Non sono un arrogante, mi sento educato e rispettoso. Certo, uno vorrebbe lo stesso trattamento".
Chiediamo a Gardano: si è letto dell'esonero avvenuto dopo l'amichevole pareggiata 2-2 contro il Breno. Ma che peso ha avuto, se ne ha avuto? Il mister: "Io non lo so proprio. Nessuno mi ha detto che quella partita era così importante. Se avessi saputo di essere in discussione magari non avrei fatto cinque cambi e non avrei impostato un lavoro di carico allenando i ragazzi al mattino. Invece ho fatto i miei esperimenti e in più il Breno ha giocato senza giovani, con tutti giocatori esperti. Non so davvero che cosa ci si aspettasse da quell'amichevole".
Infine, la vera beffa: "Il sentimento di rabbia non è tanto per quello che è successo, quanto per il fatto di aver buttato una stagione all'aria per due settimane di lavoro. Il sistema penalizza in modo eccessivo noi allenatori. Avrei potuto dire al Seregno che non era il posto giusto per me o loro dirlo a me, e raggiungere una rescissione. Invece no. Alleni due settimane, ti esonerano e poi devi stare fermo fino a giugno".













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