La maggioranza di Chiara Appendino perde un altro pezzo: il consigliere Aldo Curatella ha infatti comunicato, questa mattina, di lasciare il M5S e di passare al Gruppo Misto.
"Il Movimento nato nel 2009 - si sfoga Curatella - non esiste più. Non è più possibile discutere nel merito delle problematiche dei cittadini, soprattutto se questo vuol dire mettere in evidenza le gravi mancanze e i problemi creati da chi ricopre un ruolo rilevante, ma che è intoccabile".
Parole preludio di un duro attacco all'ex assessore all'Innovazione, oggi ministro del Conte Bis, Paola Pisano. "Problematiche - spiega - che si iniziano ad affrontare realmente solo dopo una “promozione” sul campo, con relativo passaggio di deleghe, e soprattutto solo dopo intervento dello Spresal che mette i sigilli per gravi mancanze in relazione alla sicurezza nei luoghi di lavoro". Il Presidente della Commissione Smart City già in passato aveva contestato Pisano, in particolare sulla gestione delle Anagrafi - oggi in capo all'assessore al Bilancio Sergio Rolando - e per le sperimentazioni sul 5G.
Ma il ministro all'Innovazione non è l'unico a finire nell'occhio del ciclone. L'ex grillino punta poi il dito contro la staffista dell'assessore Unia Cristina Seymandi. Passata da ufficio stampa del gruppo ad un ruolo interno al Comune e alla guida dei tavoli di progettazione civica, la sua "scalata" - in molti dicono verso una candidatura da sindaco post Appendino - ed i suoi metodi sono stati duramente criticati nelle scorse settimane in Consiglio dal M5S. Curatella evidenzia infatti come si sia "diventati quelli che si inventano tavoli paralleli alle istituzioni che facilitano e bypassano la politica decidendo quali sono i cittadini/comitati di serie A, più vicini politicamente, da favorire e quali cittadini/comitati di serie B che invece non hanno facilitazioni perché preferiscono seguire iter istituzionali o perché non politicamente vicini".
L'ex membro della maggioranza contesta poi la piattaforma Rousseau, "finita più volte sotto indagine per problemi legati alla privacy" e che "rappresenta il modo perfetto per decidere facendo credere che la scelta sia condivisa".
"Manca purtroppo una visione strategica di cosa si voglia far diventare la Città e forse anche il Paese, o almeno questo viene mostrato esternamente, si agisce solo pensando all’ordinaria amministrazione ma senza progetti strutturali che non siano stati ereditati per poi essere, eventualmente, modificati di direzione giusto per prendersene il merito. Non era questo il Movimento, non erano queste le finalità che ci si prefiggeva e non è più possibile restare all’interno di un contenitore che ha solo l’intestazione originaria ma è ormai quanto di più lontano si possa immaginare" conclude il grillino.
Si tratta del terzo addio ai pentastellati dopo Deborah Montalbano e Marina Pollicino, entrambe passate alla minoranza.
La maggioranza di Appendino ormai è sempre più risicata, con soli 21 consiglieri pentastellati e la sindaca. Questo vuol dire che per far approvare gli atti in Sala Rossa sarà necessaria la presenza di tutti i grillini. Basta che due siano assenti e, nemmeno con il suo voto, la prima cittadina ha i numeri per fare passare gli atti.
L'anno e mezzo che separa Appendino dalle comunali del 2021 - alle quali, durante la conferenza stampa di fine anno, non ha escluso di ricandidarsi - si annuncia sempre difficile. E non è detto ora che la consiliatura cada resista fine del mandato.
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