La gestione dei parcheggi a Cuneo sta diventando un'annosa questione da risolvere su vari fronti.
E' il turno di quelli del Movicentro in capo a Sipac (Sistema parcheggi Cuneo), una società nata dall'unione tra Barberis (95%) e Apcoa (5%).
Il Comune di Cuneo si trova di fronte a un bivio delicatissimo: accettare la proposta di riequilibrio economico avanzata dalla società Sipac oppure affrontare un contenzioso legale che potrebbe costare oltre 2,4 milioni di euro alle casse comunali. È quanto emerso nella seduta della V commissione consiliare del 22 dicembre.
A ricostruire l'articolata vicenda è stato l’assessore comunale alla Mobilità Luca Pellegrino, che ha riportato l’origine del problema ai primi anni Duemila. Nel 2004 il Comune stipulò con RFI un accordo per il diritto di superficie trentennale necessario alla realizzazione del Movicentro e del parcheggio multipiano (silos). Tuttavia, quel diritto venne formalizzato solo il 27 dicembre 2013, quando il silos era già stato completato da due anni. Un ritardo che ha avuto conseguenze pesanti.
La gestione del parcheggio, affidata nel 2009 alla società Barberis (poi confluita in Sipac) tramite project financing, prevedeva la vendita di 117 posti auto privati all’interno del multipiano per coprire una parte significativa dell’investimento iniziale, pari a circa 1,1 milioni di euro nel primo anno. A causa del mancato trasferimento tempestivo del diritto di superficie, però, la vendita non è mai stata possibile. Da qui un disequilibrio finanziario stimato in 2,2 milioni di euro, aggravato nel tempo dall’aumento dell’Iva, dal passaggio da Ici a Imu e dall’incremento degli interessi sui mutui.
Per riequilibrare il piano economico, Sipac ha presentato una proposta che prevede la proroga della gestione dei parcheggi in superficie dal 2031 al 31 luglio 2047, l’aumento degli stalli blu da circa 1.000 a 1.179 (includendo piazza Cavalieri di Vittorio Veneto), la revisione del canone versato al Comune – che scenderebbe a circa 55 mila euro annui rispetto ai 210 mila previsti inizialmente – e l’aumento delle tariffe, con la sosta in zona ospedale che passerebbe da 2,20 a 2,45 euro l’ora, indicizzata annualmente all’ISTAT.
Il quadro giuridico è stato chiarito dal segretario generale Giorgio Musso e dai consulenti dell’ente, l’avvocato Rullè e la dottoressa Siciliano, collegati da remoto. Tutti hanno ribadito che, secondo il Codice dei Contratti, il riequilibrio finanziario nei partenariati pubblico-privati è un atto dovuto quando il disequilibrio non è imputabile al concessionario. Il mancato accordo potrebbe esporre il Comune non solo a un contenzioso con Sipac, ma anche a possibili rilievi per danno erariale da parte della Corte dei Conti. In caso di risoluzione del contratto, il Comune dovrebbe comunque risarcire alla società le opere non ancora ammortizzate, per un valore stimato in circa 2,4 milioni di euro al 31 dicembre 2025.
Le posizioni dei consiglieri
Il dibattito politico in commissione è stato acceso. La consigliera Carli ha parlato apertamente di “ricatto”, criticando duramente le responsabilità delle amministrazioni passate e l’impatto degli aumenti tariffari sui cittadini. Sulla stessa linea anche le preoccupazioni espresse dalle consigliere Isoardi e D’Ulisse, in particolare per le ricadute sulle aree vicine all’ospedale e sui parcheggi destinati ai lavoratori. La consigliera Barbano ha chiesto di individuare con chiarezza i responsabili politici e tecnici delle convenzioni definite “capestro”.
Più pragmatico l’intervento del consigliere Garnero, secondo cui il Comune “non ha il coltello dalla parte del manico” e deve scegliere il male minore. Il consigliere Bongiovanni ha invece suggerito una strada alternativa di “valutare l’accensione di un mutuo da circa 2,5 milioni di euro per liquidare Sipac e riportare la gestione in capo al Comune, evitando una proroga ventennale”.
L’assessore Pellegrino, apertamente coinvolto, ha definito la situazione una “pena del contrappasso”, ricordando di essere stato contrario al progetto già nel 2008. “È una decisione sofferta – ha concluso – e da questa vicenda l’amministrazione non uscirà vincitrice. Ma la politica deve assumersi la responsabilità di scegliere per evitare danni ancora maggiori”.
La commissione si è chiusa con la richiesta di ulteriore documentazione e la consapevolezza che la decisione finale, che spetterà al Consiglio comunale, sarà inevitabilmente dolorosa. Una scelta tra pagare subito un conto salato o impegnare la città in un lungo “affitto” dei parcheggi per chiudere una partita aperta da oltre vent’anni.



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