Il Comitato Regionale Ligure ha ricercato fino all'ultimo una soluzione percorribile, ma la crisi del Bragno era troppo profonda per impedire il ritiro del club dai quadri del girone A di Promozione.
L'abbandono delle competizioni da parte dei valbormidesi ha ovviamente turbato il presidente Giulio Ivaldi, per più di un motivo:
"Non abbiamo lesinato sforzi pur di permettere al Bragno di proseguire il proprio percorso. I dialoghi con l'amministrazione comunale di Cairo e la stessa società biancoverde erano costanti e saremmo anche intervenuti economicamente con l'acquisto delle porte dopo il rifacimento del "Ponzo". Purtroppo le difficoltà si sono rivelate più grandi di quanto previsto, in modo particolare le richieste dei giocatori di lasciare il club, così la dirigenza ha deciso di compiere un passo definitivo.
Sappiamo che molte società - prosegue Ivaldi - soprattutto in fondo alla graduatoria, si sono lamentate per le conseguenze che si avranno a livello di classifica, ma la regola 53 delle N.O.I.F. parla chiaro in merito all'annullamento dei punti conseguiti contro una società ritirata. Ciò che in nostro potere è richiedere in deroga il posizionamento del Bragno all'ultimo posto della classifica, assegnando ai valbormidesi una delle retrocessioni. I contatti con Roma sono già operativi e confidiamo che la nostra richiesta venga presto accolta".
Sul possibile legame tra le recenti rinunce e l'introduzione della nuova riforma dello sport il presidente del Comitato Ligure è però prudente:
"Quando viene introdotta una riforma emergono sempre determinate criticità e, una volta individuate, possiamo andare a intervenire, nei limiti dei nostri poteri, per applicare i giusti correttivi. Sarebbe però limitativo porre in relazione le difficoltà dei club con la riforma: pensando a quanto avvenuto nel savonese, ogni società ha avuto motivazioni principali differenti nell' indurla al ritiro".



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