Il Nazionale

Cronaca | 18 dicembre 2025, 19:13

Askatasuna sotto sequestro, la piazza risponde: cori, bandiere, accuse al governo e al sindaco

Dopo lo sgombero di stamattina, la piazza annuncia una nuova manifestazione sabato in piazza Santa Giulia

Askatasuna sotto sequestro, la piazza risponde: cori, bandiere, accuse al governo e al sindaco

Musica, cori scanditi al microfono, bandiere palestinesi e quelle del gruppo Autonomo Contropotere. Nel tardo pomeriggio di oggi, giovedì 18 dicembre, corso Regina Margherita si riempie di persone davanti al palazzo che ospitava il centro sociale Askatasuna, sgomberato all’alba da un’operazione congiunta delle Forze dell’ordine e ora posto sotto sequestro. Una manifestazione di solidarietà che, fin dalle prime battute, assume i toni della protesta politica e della sfida aperta.

"Il futuro comincia adesso"

"Askatasuna vuol dire libertà, il futuro comincia adesso", recita uno degli striscioni. Dal camioncino degli organizzatori raccontano una serata che non vuole restare in silenzio: "In una serata come questa non possiamo non gridare". Le parole che arrivano dai microfoni sono nette: "Askatasuna non si tocca, la difenderemo con la lotta. Essere qui stasera è la risposta che non abbiamo paura: possono sgomberare, ma ci troveranno sempre nelle strade".

La contestazione si allarga rapidamente dal piano locale a quello nazionale. Secondo gli interventi, lo sgombero sarebbe una scelta politica precisa: "Oggi hanno fatto un’operazione all’alba, sopra la testa dei cittadini, da parte del governo Meloni e del ministro Piantedosi. È la volontà chiara di un governo fascista che vuole reprimere le manifestazioni per la causa palestinese, che ci hanno visto sfilare per tutta Italia e bloccare il Paese".

Nel mirino anche il sindaco

Nel mirino, però, non c’è solo Roma. I fischi e gli slogan chiamano in causa direttamente Palazzo Civico e il sindaco Stefano Lo Russo. A rincarare la dose è Giorgio Cremaschi, sindacalista ed ex garante del progetto di bene comune che si stava realizzando proprio su Askatasuna insieme all’amministrazione comunale. Le sue parole sono tra le più dure della serata: "Sono indignato per questo sgombero. Ero il garante della ricostruzione di uno spazio per la comunità e per il quartiere".

Cremaschi rivendica il lavoro svolto nelle settimane precedenti: "Qualche settimana fa ho visto giovani che lavoravano per la città, per un luogo sociale e democratico. Ma a questo governo di fascisti forse è proprio questo che dà fastidio". Poi l’affondo politico: "È un atto intimidatorio, rivolto contro le manifestazioni per la Palestina. Gli abbiamo fatto paura".

Cremaschi: "Lo Russo complice del governo"

Nel suo intervento, il sindacalista chiama in causa direttamente il primo cittadino: "Il sindaco è complice del governo e si deve vergognare, perché ha annullato il patto il giorno stesso dello sgombero". Parole che accendono ulteriormente la piazza e alimentano la sensazione, tra i manifestanti, di una frattura ormai aperta tra movimento e istituzioni cittadine.

Sabato nuova manifestazione

La protesta è stata anche l'occasione per annunciare le prossime iniziative: la manifestazione di sabato, con ritrovo alle 14:30 in piazza Santa Giulia. Un nuovo appuntamento che, nelle intenzioni degli organizzatori, vuole trasformare lo sgombero di Askatasuna non in un punto finale, ma in un nuovo inizio della mobilitazione.

Marco D’Agostino

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