La gestione delle risorse destinate alla comunicazione istituzionale del Comune di Genova torna sotto i riflettori, sollevando dibattiti e polemiche politiche a seguito di una lettera inviata a tutti i capigruppo e segretari da un’emittente televisiva locale, che lamentava difficoltà nell’essere coinvolta nelle iniziative del Comune e chiedeva chiarimenti sui criteri adottati per la pianificazione delle campagne, l’assegnazione dei budget e la distribuzione delle opportunità tra i media locali. Proprio in virtù di tali questioni, Ilaria Cavo, capogruppo di Noi Moderati-Orgoglio Genova, ha presentato durante la seduta odierna del consiglio comunale un’interrogazione per chiedere chiarimenti all’amministrazione.
"Questa interrogazione nasce - ha spiegato Cavo - come citato nel riportare il testo, da una lettera che è stata recapitata a tutti i capigruppo e segretari da un’emittente relativa ai criteri di segnalazione della comunicazione istituzionale. Ricevendo tale lettera, mi sono sentita di chiedere chiarimenti per trasparenza e completezza, spinta dagli interrogativi della lettera stessa. La domanda generale è capire il budget della comunicazione e, in particolare, come vengono pianificati i fondi e quali sono i criteri di assegnazione".
La consigliera ha precisato che la questione riguarda "se questi criteri garantiscono pari accesso agli operatori ed equa distribuzione delle opportunità rispetto ai principi di pluralità. Inoltre si domanda se ci siano linee operative, capirle e capire se ci sia intenzione di modificarle o migliorarle". Cavo ha sottolineato che il tema è di interesse di tutti: "La comunicazione è un tema di rilievo, quindi attendo di capire quali siano criteri, modalità e se ci sono cambiamenti in atto o se si ritiene di aver garantito trasparenza e pluralismo".
La risposta della sindaca Silvia Salis ha ribadito il rispetto della normativa nazionale, che prevede che per alcune tipologie di comunicazione istituzionale l’acquisto di spazi pubblicitari destini almeno il 15% delle risorse alle emittenti televisive e radiofoniche locali e almeno il 50% a giornali quotidiani e periodici. "Fermo restando il rispetto della normativa vigente - ha spiegato la sindaca - l’ufficio comunicazione del Comune pianifica campagne diversificate in relazione al progetto da promuovere, al target da raggiungere e al budget a disposizione. Per ogni affidamento di servizio viene richiesto un preventivo dettagliato, che viene valutato dall’ufficio preposto in base al costo e alla qualità del servizio offerto".
Salis ha respinto le accuse di mancata trasparenza o di esclusione di Primocanale dal piano comunicativo istituzionale: "Le accuse provenute dall’editore di Primocanale nei giorni scorsi sono del tutto prive di fondamento e smentite dai fatti e dai numeri. Da giugno 2025, la nuova amministrazione ha effettuato tre campagne principali: la prima sulla prevenzione e contrasto alle truffe rivolte agli anziani, con fondi ministeriali per 70.511 euro, di cui il 36% destinato a radio e tv locali e 3.608 euro a Primocanale; la seconda, dedicata all’adozione consapevole di animali, con un budget di 12.000 euro senza risorse per pubblicità televisiva; la terza, per promozione eventi di Natale e Capodanno, con 18.000 euro, di cui solo 976 euro destinati a banner sul sito web di Telenord, per mancanza di ulteriori fondi".
La sindaca ha anche fatto un confronto con le gestioni precedenti: "Nel 2023 Primocanale ha ricevuto 28.182 euro, nel 2024 la cifra è salita a 175.375 euro, di cui poco più di 51.000 prima del 7 maggio. Nel primo semestre 2025, con il precedente ciclo amministrativo, Primocanale ha ottenuto 115.317 euro. Parliamo di cifre notevolissime, che superano di gran lunga gli obblighi normativi e che sono sostanzialmente il doppio di quanto erogato al principale competitor. Per fare un paragone, Telenord ha ricevuto 92.000 euro nel 2024 e 48.000 nel primo semestre del 2025".
"Non c’è nessuna esclusione o discriminazione di Primocanale - ha concluso Salis -, ma c’è la necessità di applicare pienamente i principi di imparzialità, rotazione e pluralismo più di quanto fatto in passato. Questo è quello che stiamo facendo dall’inizio del mandato e continueremo a fare, nel rispetto della libertà di informazione e della gestione prudente delle risorse pubbliche".
Nonostante le spiegazioni, Cavo ha ribadito la propria insoddisfazione: "Ovviamente non mi ritengo soddisfatta della risposta, perché è stata retroattiva e si concentra solo su alcune campagne, senza considerare pienamente siti web e social. Il tema era più ampio e merita ulteriori approfondimenti".



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