Non ci sarà un cambio di giudice e i riti abbreviati dovranno essere discussi il prossimo 12 gennaio. Questa la decisione del giudice per udienza preliminare Edmondo Pio riguardo all'eccezione sollevata dall'avvocato Alessandro Ferrero in merito alla maxi inchiesta sulle violenze che si sarebbero consumate ai danni di alcuni detenuti nel carcere di Cerialdo di Cuneo.
Il legale cuneese difende un ispettore penitenziario accusato anche di tortura e il medico dell'istituto, accusato di aver "coperto" quella "spedizione punitiva" avvenuta in una notte del giugno 2023 al Padiglione Gesso.
La questione, cui si è associata anche l'avvocata Susanna Battaglia, difensore dei due assistenti capo che avrebbero redatto una relazione di servizio falsa per favorire alcuni colleghi, riguarda l'incompatibilità del giudice.
Nell’ultima udienza le parti avrebbero dovuto discutere il rito abbreviato a carico dei quattro imputati che ne avevano fatto richiesta: l'ispettore, il medico e due assistenti capo, appunto. Per chi ha invece deciso l'iter "classico", il processo prenderà avvio nel gennaio prossimo.
In sostanza, la questione avanzata e ora rigettata dal giudice Pio ruotava attorno al fatto che, essendosi già pronunciato sulle richieste di rinvio a giudizio degli altri dieci imputati che hanno scelto il dibattimento, quindi sulla posizione di chi è accusato di reati connessi alla vicenda del Padiglione Gesso, non avrebbe avuto una posizione di imparzialità rispetto ai quattro che hanno deciso di essere processati in abbreviato, anche alla luce della riforma Cartabia cui accosta alla decisione del rinvio a giudizio alla "ragionevole previsione di condanna".
Ma per il giudice l'eccezione risulta priva di fondamento e, ordinato il procedersi oltre, il processo è stato rinviato per la discussione al 12 gennaio prossimo.



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