In seguito agli episodi di violenza di ieri sera, quando nei pressi dello stadio Ferraris si sono verificati gravi disordini prima della partita Genoa-Inter, la Questura di Genova ha diffuso una nota per ricostruire nel dettaglio quanto accaduto e chiarire le misure di sicurezza predisposte.
La Questura specifica che l’incontro, in programma alle 18, si è disputato con lo stadio al completo e la presenza di circa 900 tifosi ospiti. Il piano di sicurezza era stato definito sabato mattina nel corso del Tavolo tecnico in Questura, in attuazione delle decisioni assunte dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica l’11 dicembre. I servizi preventivi erano stati attivati fin dalla tarda mattinata, sia nell’area dello stadio sia lungo i percorsi di afflusso e transito della tifoseria interista.
Gli spostamenti dei tifosi ospiti, organizzati con pullman e navette scortate dal parcheggio di interscambio allo stadio, si sono inizialmente svolti senza criticità. Intorno alle 16, circa 120 ultrà dell’Inter sono arrivati alla stazione di Genova Piazza Principe e sono stati accompagnati con navette fino al parcheggio interno del settore ospiti.
La situazione è degenerata mentre i tifosi interisti stavano scendendo dai mezzi. In quel frangente, un gruppo di ultrà prevalentemente genoani, in larga parte travisati, ha dato avvio ai disordini. Provenienti dalla scalinata Montaldo e dai tradizionali luoghi di ritrovo della tifoseria, hanno percorso via Canevari fino a raggiungere piazza Romagnosi, dove è iniziato un fitto lancio di fumogeni. Subito dopo, il gruppo si è diretto verso lo sbarramento delle forze dell’ordine posto a protezione del settore ospiti, compattandosi fino a circa 300 persone. A quel punto sono stati lanciati grossi petardi, bottiglie e oggetti contundenti, nel tentativo di forzare il cordone di sicurezza.
L’intervento immediato dei Reparti Inquadrati ha impedito il contatto tra le due tifoserie. Gli ultrà di casa sono stati respinti con l’uso di lacrimogeni e una carica di alleggerimento, necessaria a ristabilire le distanze di sicurezza, mentre i tifosi ospiti sono rimasti confinati all’interno del settore loro assegnato.
Durante gli scontri, un motociclo parcheggiato in via Monnet è stato colpito da un fumogeno o da un grosso petardo e ha preso fuoco. L’incendio si è esteso parzialmente a un furgone e a un’auto in sosta, prima di essere domato dall’intervento dei Vigili del fuoco. L’area è stata temporaneamente chiusa al traffico per consentire le operazioni di messa in sicurezza e bonifica. Altri due veicoli parcheggiati nelle vie limitrofe sono stati danneggiati dal lancio di oggetti; sono in corso di acquisizione le denunce dei cittadini coinvolti.
Dopo essersi ritirato su via Canevari, il gruppo ha tentato un nuovo avvicinamento al settore ospiti passando da via Monnet, ma è stato respinto all’altezza del monumento di “Spagnolo”. Sul posto sono state sequestrate due mazze. Le operazioni di bonifica hanno permesso di rinvenire anche una campana del vetro rovesciata, cassonetti dei rifiuti spostati, residui di fumogeni e razzi, oltre a oggetti metallici e cartellonistica stradale utilizzata per i lanci.
Le scorte alle navette dei tifosi ospiti, sospese nelle fasi più critiche, sono riprese poco dopo, consentendo l’accesso allo stadio prima del calcio d’inizio. Anche il deflusso al termine della gara si è svolto senza ulteriori problemi.
Per quanto riguarda il bilancio dei feriti, la Questura riferisce che quattro operatori, due del Reparto Mobile di Torino e due di quello di Genova, hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere. Altri undici agenti del Reparto Mobile di Genova hanno concluso il servizio nonostante le ferite, ricevendo assistenza sanitaria solo a cessate esigenze di ordine pubblico. Le prognosi complessive vanno da 3 a 20 giorni e comprendono contusioni, distorsioni, traumi ed escoriazioni causate dal lancio di oggetti. Il caso più grave riguarda una lussazione della spalla, provocata dal lancio di una transenna contro lo scudo di un operatore; sono stati inoltre riscontrati colpi inferti con spranghe, cinghiate e traumi acustici dovuti all’esplosione di petardi e bombe carta.
Sono in corso le indagini della Digos per individuare i responsabili, attraverso l’analisi delle immagini della Polizia Scientifica e dei sistemi di videosorveglianza. Le attività investigative coinvolgono anche la Digos della Questura di Napoli, dopo la segnalazione della presenza di tifosi partenopei, confermata dal sequestro di alcune insegne riconducibili a quella tifoseria. Al termine degli accertamenti, la Divisione Anticrimine avvierà le procedure per l’adozione dei provvedimenti di DASPO. I fatti sono stati segnalati agli organi centrali e all’Autorità giudiziaria per le valutazioni di competenza. È stato inoltre attivato un servizio dedicato presso l’URP della Questura per raccogliere le segnalazioni dei cittadini che abbiano subito danni o intimidazioni.
Sui fatti è intervenuta anche la Segreteria provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia (SAP), che ha espresso solidarietà ai 13 agenti del Reparto Mobile di Genova rimasti feriti, in attesa di conoscere il numero definitivo dei colleghi del Reparto Mobile di Torino coinvolti. Secondo il sindacato, per modalità e dinamiche l’episodio "sembrerebbe organizzato e non riconducibile a fatti estemporanei", configurandosi come l’ennesimo attacco ai danni delle forze dell’ordine impegnate nei servizi di sicurezza. Il SAP chiede al Governo "segnali chiari", a partire da un inasprimento delle pene per chi aggredisce le forze dell’ordine, e sollecita tutte le forze politiche a una presa di posizione "ferma, chiara e inequivocabile" contro la violenza.



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