A metà della seconda sessione del consiglio comunale di ieri sera, quando l’Aula ormai arrancava dentro un confronto diventato una sorta di rituale a due tra sindaco e Lega, la terra ha iniziato a tremare. Non un terremoto improvviso, ma la scossa preannunciata da ore di tensione, di nervi tesi, di emendamenti sventolati come armi. Alle 22:30 i capigruppo di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Varese Ideale hanno chiamato una conferenza stampa straordinaria: un gesto che, di fatto, segna la più significativa un importante movimento di forze all’interno del centrodestra varesino.
Ciononostante come accade nei fenomeni tellurici più insidiosi, la faglia sotterranea che attraversa il centrodestra non è ancora visibile a occhio nudo, ma il boato politico è stato fortissimo.
In sala Montoli i capigruppo si sono seduti uno accanto all’altro, ma la scenografia più eloquente era altrove: i banchi vuoti della minoranza, rimasti deserti in Aula, mentre la Lega continuava da sola la sua lunga battaglia sugli emendamenti dedicati agli anziani.
Il messaggio è chiarissimo: il dialogo a due non può più reggere. E se non si cambia passo, il centrodestra rischia di implodere su sé stesso.
Il primo a prendere la parola è Salvatore Giordano (Fratelli d’Italia), che fotografa il disagio senza giri di parole: «Ci vediamo costretti a fare un appello affinché gli emendamenti, tutto ciò che si sta discutendo – discutendo è una parola forse troppo forte, perché è un dibattito a due – possano diventare oggetto di un confronto anche per noi della minoranza».
Giordano punta il dito sulla dinamica che ha pietrificato il consiglio comunale: «Su temi importanti, che abbiamo sempre condiviso con la Lega, oggi ci troviamo in una situazione statica. Vorremmo entrare nella condivisione, ma chiediamo alla Lega di considerare questa possibilità come una normale congiuntura interna alla rappresentanza della minoranza».
E poi, la frase che pesa come un masso: «Da domani non parteciperemo al consiglio».
A seguire interviene Franco Formato (Varese Ideale), che tenta di allontanare lo spettro della rottura: «C’è la volontà di arrivare a una condivisione sui temi che ha anticipato Giordano, temi che sono cavalli di battaglia per tutti noi. Vogliamo dare loro ancora più forza, ma questo può avvenire solo superando l’impasse che non fa bene al consiglio e, soprattutto, non fa bene ai cittadini».
L’ultima voce è quella di Luca Boldetti (Forza Italia), che mette un punto fermo: «Non rientreremo in Aula finché non ci sarà disponibilità da entrambe le parti a trovare un accordo».
Boldetti sottolinea come il centrodestra consideri «soddisfacente» questa tornata di bilancio, ma proprio per questo vuole usare il momento per mandare un segnale: «Vogliamo dare un contributo che porti a qualcosa di costruttivo».
Il consigliere di Forza Italia lascia poi una domanda aperta, che pesa come la possibilità di una nuova scossa: «La maggioranza deciderà o no se garantire il numero legale»
Un sisma politico che lascia la Lega da sola
Il quadro è chiaro: la Lega resta sola in Aula, con la pila di emendamenti e la propria strategia ostruzionistica, mentre gli alleati scelgono di uscire.
La faglia, per ora, non si vede.
Ma la terra trema.



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