Un unico messaggio corre dal solstizio d'inverno all'equinozio di primavera. È il filo conduttore dell'opera dell'artista e animatore culturale Gianfranco Monaca, ora esposta nella Biblioteca Astense. Un'opera che, come spiega l'autore, nasce dalla riflessione che il Presepio e la Croce sono l'uno la premessa dell'altra, misteri gioiosi e dolorosi dello stesso rosario.
Un simbolismo che unisce tempi e culture
Il lavoro di Monaca intreccia profondamente simboli e significati. Il Solstizio d'Inverno, con i suoi Saturnalia e la festa della libertà, e l'Equinozio di Primavera, simbolo di rinascita e fertilità, trovano una sintesi visiva. L'artista si ispira anche all'immagine dell'uovo dominante nella Maternità di Piero della Francesca. Pensando alle macerie delle guerre moderne, l'ingobbio bianco trasforma il Crocifisso in una TAU, il simbolo francescano della mitezza. Non mancano i richiami ai primi cristiani, con l'acronimo greco ἰχθύς (ichthýs), "pesce", che significava "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore".
L'artista e la tecnica
L'autore, Gianfranco Monaca, classe 1934, ha un lungo percorso come animatore culturale per la valorizzazione del patrimonio locale, avendo diretto il Centro di documentazione didattica dei Musei civici di Asti. È anche autore di numerosi libri sulla storia della città. L'opera in mostra è un bassorilievo a formelle. "Pensai a un bassorilievo a formelle per rendere possibile la cottura in forno elettrico", racconta Monaca. "Il forno lo trovai vicino casa, da EOARTE, persone gentili e professionalmente preparate, in Casa Bausano, che mi procurò anche l'argilla".
La genesi di un'idea artistica
Fu proprio la tecnica a suggerire il concetto profondo dell'opera. "Fu la tecnica che mi suggerì l'idea che il Presepio e la Croce sono l'uno la premessa dell'altra", spiega l'artista. I cicli della natura, dal solstizio all'equinozio, gli dissero che "ci vuole una Croce gioiosa come un abbraccio natalizio, anche se piantata nella Memoria della Ultima Cena". Il soggetto finale non è un trionfatore, ma il Servo dell'Altissimo, descritto come "l'umile silenzioso fedele asinello della Passione e della Domenica delle Palme".










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