Si aggiunge un altro lutto alla tragedia dell'Armea, costata la vita allo studente diciassettenne Mohtadi Doukhani, origini magrebine, allievo dell'istituto Ruffini-Aicardi nel plesso ricavato al mercato dei fiori. E' morto Vasile Teleptean, 58 anni, l'autista romeno del Tir che, il 23 febbraio 2024, ha investito il ragazzo e la sorella minore Manar, ferita gravemente, lungo la stretta bretella di congiunzione tra via Frantoi Canai e l'Aurelia. Il camionista è stato stroncato da infarto, dopo aver contratto una grave malattia.
La notizia è rimbalzata dalla Romania, dove era tornato per curarsi e riabbracciare la moglie in seguito al periodo di detenzione trascorso nel nostro paese. Il 7 marzo scorso aveva patteggiato tre anni di reclusione, tutelato dall'avvocato Luca Brazzit, davanti al giudice imperiese Massimiliano Botti. Era accusato di omicidio stradale e lesioni colpose. Inizialmente anche di omissione di soccorso, ma la difesa è riuscita a dimostrare che l'uomo non si era accorto di aver investito i due ragazzi, stretti contro il muro con il cosiddetto “angolo morto” dell'ingombrante veicolo (impedisce la vista laterale con lo specchietto retrovisore esterno), tanto da essersi poi fermato nell'adiacente piazzale del supermercato Carrefour, spostandosi successivamente nell'area sottostante in attesa di scaricare la merce che trasportava. Teleptean era stato arrestato e tradotto in carcere. Tre settimane dopo aveva ottenuto il beneficio dei domiciliari nell'abitazione di connazionali a Cassano d'Adda (Milano).
Rientrato in patria, con la revoca della misura restrittiva, era in attesa di sapere se gli venisse concesso di affrontare nel luogo di provenienza il previsto periodo di affidamento in prova, misura alternativa per chiudere il conto con la giustizia, oppure se fosse costretto a tornare in Italia. La morte chiude definitivamente il fascicolo a suo carico.
L'autotrasportatore, che non avrebbe potuto imboccare quella corta rampa con curva cieca, si era difeso sostenendo di essere stato ingannato dalle indicazioni del navigatore satellitare. Una bretella senza protezioni per i pedoni che i due ragazzi avevano deciso di percorrere, al pari delle rischiose abitudini di altri studenti, come scorciatoia per raggiungere la scuola dopo essere scesi dal bus lungo l'Aurelia. Il destino non ha concesso scampo a Mohtadi, mentre la sorella è fortunatamente sopravvissuta alle gravi ferite riportate, anche perché il fratello le avrebbe fatto in qualche modo da scudo. Una famiglia distrutta dal dolore, attorno alla quale si è stretta la comunità di Triora, dove i Doukhani risiedono (il sindaco aveva anche dichiarato il lutto cittadino).
La tragedia ha destato profonda commozione in tutti, nel solco della vasta eco nazionale avuta, e spinto il Comune ad adottare celeri interventi per aumentare la sicurezza, tra percorsi pedonali (e ciclabili) dedicati, revisione della segnaletica (bretella vietata ai mezzi di lunghezza superiore a 10 metri e ai pedoni), presidio di “vigilanti” per evitare che i ragazzi si espongano a inutili pericoli negli orari di entrata e uscita dalla scuola, tappa anche dei bus provenienti dall'entroterra nell'apposita fermata di fronte al mercato dei fiori.











Commenti