Il Nazionale

Cronaca | 03 dicembre 2025, 12:40

In sedici pagine di racconto l’appello di Roggero: "Ho agito per legittima difesa, per salvare la mia famiglia" [VIDEO]

Il commerciante ha ripercorso la lunga serie di furti e rapine subita dal 1990 a quel tragico pomeriggio dell’aprile 2021: "Li avevamo visti in faccia e questo mi spaventò tremendamente. Pensavo che avrebbero sparato a Mariangela, a Laura, a me"

In sedici pagine di racconto l’appello di Roggero: "Ho agito per legittima difesa, per salvare la mia famiglia" [VIDEO]

Sono sedici le pagine scritte di cui Mario Roggero ha dato lettura questa mattina di fronte alla Corte d'Assise d’Appello di Torino rendendo le sue dichiarazioni spontanee nel processo che dovrà decidere se riformare o meo la condanna a 17 anni di reclusione a lui inflitta in primo grado.

Nel breve prologo, la storia della sua vita: gli inizi alla Balocco, l’apertura di un negozio in via Cibrario a Torino negli anni Settanta e poi l’apertura della gioielleria di famiglia prima a La Morra, poi a Grinzane

Con le aperture l’imputato ha ripercorso le rapine e i furti subiti nel corso degli anni. Cinque gli episodi annotati dal 1990 al 2000: "Ci hanno rotto oltre dieci vetrine blindate, due furti in particolare ci hanno arrecato danni ingenti". 

Un posto a parte nel suo racconto merita la rapina del 22 maggio 2015, la più brutale, che gli costò naso e costole rotti. "È stata di una violenza tremenda - ha ricordato il gioielliere - e non dissimile da quella del 2021: mi hanno letteralmente massacrato di botte, rompendomi il naso, tre costole e provocandomi una lesione al tendine. Ho dovuto fare una dolorosa terapia che si è prolungata per oltre sei mesi e un delicato intervento chirurgico alla spalla. L’anno dopo i colpevoli sono stati arrestati e processati, condannati per 95mila euro di danni subiti, 85mila da me e 10mila da mia figlia: sapete quanto ci hanno versato i due rapinatori in cinque anni? Due volte 50 euro. Oltre al danno una terribile beffa". 

"La mia vita e quella della mia famiglia non sono state più le stesse: continuiamo a vivere nella paura, ogni sconosciuto che entra in negozio ci ricorda momenti di terrore", ha aggiunto, prima di proseguire il suo racconto.

"Tra il 2014 e il 2015, mentre eravamo al lavoro, i ladri vennero a rubare a casa nostra: grazie a Dio, nessuno era presente in casa. Il 20 febbraio 2015 i ladri sono tornati, ma dovettero abbandonare l'impresa perché mia figlia era rientrata a casa. Dodici giorni dopo vennero una terza volta". 

Nel maggio 2015 la cruente rapina. Il 9 ottobre dello stesso anno un quarto furto in casa. 

Guarda le dichiarazioni di Roggero

"Signori giudici - ha detto Mario Roggero -. Vi rendete conto di cosa è successo? Secondo voi quali sono i traumi subiti da me e dalla mia famiglia? Non mi abbandoneranno mai". Quanto ai fatti contestati nell'odierno processo, quello che riguarda la rapina avvenuta a Grinzane Cavour il 28 aprile 2021, Mario Roggero ha insistito: "Ho agito per legittima difesa, per salvare la mia famiglia", prima di denunciare "gravissime inesattezze dette e scritte nei miei confronti e che hanno determinato una condanna enorme, praticamente un ergastolo per un uomo di 72 anni".

"Nella colluttazione è avvenuto ciò che non doveva accadere – ha proseguito entrando nel merito di quel tragico pomeriggio –: Spinelli e Mazzarino hanno perso la mascherina e mostrato i loro volti. Li avevamo visti in faccia e questo ci ha spaventati tremendamente. Leggevo nei loro volti una profonda collera, oltre alla consapevolezza, a quel punto, di poter essere successivamente identificati e riconosciuti. Purtroppo li avevamo visti in faccia. E questo mi spaventò tremendamente. Pensavo che avrebbero sparato a Mariangela e a Laura, a me."

Un dettaglio, questo, che il commerciante non aveva ricordato nelle dichiarato spontanee rese in primo grado: “Ho avuto la certezza che sarei morto - ha proseguito -. Spinelli si è fatto riconsegnare la pistola da Mazzarino e me l’ha puntata in fronte, dicendo ‘se non consegni tutta la merce ammazzo te e la tua famiglia di là’: ha cominciato un conto alla rovescia contando da cinque”. Quella pistola si rivelò un’arma giocattolo: “Ma non c’era il tappino”, ha spiegato lui.

Poi la scena si sposta fuori dal negozio. Roggero ha ribadito di essere uscito dal negozio perché convinto che sua moglie fosse stata rapita: “Ho guardato in laboratorio e non ho visto mia moglie” ha detto.

Un argomento, questo, sempre contestato dalla Procura: nel video lo si vede passare a fianco della donna mentre esce dalla porta sul retro. “Tutti mi contestano le immagini del video - ha spiegato lui -, ma mia moglie tuttora non si ricorda di essere stata sulla porta e io non mi ricordo di averla vista: in momenti di estremo terrore il cervello può non registrare o cancellare le immagini”.

Raggiunti i rapinatori, “ho sparato un colpo alla portiera anteriore sinistra per spaventarli, temendo di colpire mia moglie: mai e poi mai avrei sparato ad altezza d’uomo”.

Dal pubblico una dei familiari delle vittime, poi redarguita dalla presidente della corte, ha urlato: “E gli altri colpi?”.

CharB.

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