C’è un indagato per la violenza sessuale che sarebbe avvenuta ai danni di un detenuto sessantunenne del carcere di Cuneo in una cella della sezione "aperta” del Padiglione Gesso. Il soggetto iscritto a modello 21, cioè nel registro generale delle notizie di reato, è il suo compagno di stanza, un ragazzo di ventisette anni, classe 1998. Il giovane è originario del Gambia e attualmente detenuto, per reati legati alla droga quali produzione e spaccio, con un fine pena previsto nel 2029.
La Procura di Cuneo, come anche scritto in una nota inviata dal procuratore capo Onelio Dodero, sta procedendo nei suoi confronti per un singolo episodio in cui l’ipotesi di reato è, appunto, la violenza sessuale. Secondo quanto riportato nel documento, parrebbe inoltre che all’interno della cella dove si sarebbe consumata la violenza, in orario notturno, non siano state rinvenute armi o altri oggetti atti ad offendere.
Come detto, la violenza sessuale denunciata dal detenuto, ristretto per reati contro il patrimonio, sarebbe avvenuta in una delle tre sezioni a custodia attenuata, dove la vigilanza viene garantita in modalità "dinamica": una sezione del carcere che promuove la socialità tra gli ospiti meritevoli dell’istituto che, come tale, non ha un presidio fisso con un agente di polizia penitenziaria, proprio perché i detenuti sono liberi di circolare, mangiare insieme nelle celle e socializzare. Solo all’orario di chiusura, previsto alle 19, gli ospiti ritornano nelle rispettive stanze. Le telecamere sono apposte al di fuori delle celle: impossibile, pertanto, controllare ciò che accade all’interno delle stanze quando i detenuti sono chiusi all'interno. E sarebbe proprio quello il luogo dove si sarebbero consumate le violenze denunciate dall’uomo. Il ragazzo avrebbe infatti dovuto aiutare il suo compagno, non autosufficiente, nelle attività quotidiane a cui non era in grado di provvedere.
Lo scorso 20 novembre, dopo il colloquio con la psicologa a cui raccontò tutto, il sessantunenne era stato portato in ospedale a Cuneo, dove è stato visitato. Al triage gli era stato assegnato un codice arancione. Affetto da una patologia psichiatrica con manifestazione e discontrollo degli impulsi, più volte l’uomo avrebbe tentato porre in essere gesti anticonservativi. La diagnosi ospedaliera ha infine confermato la violenza sessuale, accertando la presenza di tracce di sanguinamento. L'uomo, infatti, ha raccontato ai sanitari di essere stato stuprato e costretto a rapporti orali.
Entrambi, vittima e presunto responsabile, al momento si trovano in isolamento in celle separate, mentre la Procura, fa sapere, che le indagini sono in corso e continuano con accertamenti scientifici e nel massimo riserbo.







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