Sandro Camba, insieme al Peppe Tomasini (Tomas per gli amici), è stata la persona di fiducia di Gigi Riva. Il loro stretto legame di amicizia è frutto della grande stima e dell'affetto che Rombo di Tuono riponeva sia nei confronti dell’ex compagno di squadra sia in Sandro.
L'Hombre Vertical era solito frequentare la casa, o meglio la taverna, del Sandrino dove spesso si svolgevano cene tra ex compagni rossoblù, ma soprattutto dove il Luis andava a rilassarsi, assaporando le gustose pietanze di Kiki, la mitica moglie di Sandro; anche chi scrive ha avuto il privilegio di gustare le prelibatezze sarde cucinate da lei.
Con Sandro Camba parliamo di Gigi Riva che oggi avrebbe compiuto 81 anni, ma che invece purtroppo ci ha lasciati troppo presto, all'inizio del 2024.
Sandro qual è l'emozione più forte che provi ricordando la figura di Gigi?
La riservatezza che lo ha sempre contraddistinto; ricordo alcune sere cenando insieme a lui da Giacomo di Stella Marina, seduto al suo tavolo, gelosamente riservato e custodito dall’amico ristoratore, che le persone che entravano rivolgevano a Gigi un sorriso, un cenno con il capo e un timido "buonasera", quasi a non volerlo disturbare o essere invadenti. Il Luis a molti poteva sembrare musone, chiuso, di poche parole, forse per certi aspetti lo era, ma nel momento in cui diventavi suo amico e poteva fidarsi di te diventavi intoccabile. Il suo silenzio o il suo sguardo a volte valevano più di mille parole.
Raccontaci qualche tuo ricordo personale di Riva.
Ogni giorno la sua figura mi ritorna alla mente, ci sono momenti che tutti questi quindici anni trascorsi insieme ti passano davanti come fossero parte di un film. A tal proposito mi piace ricordare un episodio legato proprio al film che l’amico regista Riccardo Milani fece sulla vita di Gigi intitolato "Nel nostro cielo un Rombo di Tuono”. Dopo una lunga e discreta corte, finalmente Rombo di Tuono diede la disponibilità a girare questo film che ripercorre la sua vita, le sue scelte, il suo amore per Cagliari e tutta la Sardegna. Finite le riprese arrivò il giorno della presentazione del film, con la prima al Teatro Massimo di Cagliari. Gigi era molto teso, disse a Beppe Tomasini, a Oliviero e a me, che avevamo seguito tutte le scene del film, di andare noi alla prima, mentre lui avrebbe visto il film in tv a casa sua. Gli dissi “Gigi tu sei l’attore principale e come tale non puoi mancare alla prima". Ricordo ancora il suo sguardo un po' stizzito e la sua risposta: “Ma cosa dici? Che non si sappia in giro che io ho voluto fare l’attore; io sono stato solo un calciatore, ma quale attore? Penseranno che mi sono montato la testa".
E’ stata questa forte provocazione a fargli cambiare idea allora?
Ho capito subito di aver detto un'idiozia e di aver forse peggiorato la situazione però avevo imparato nel tempo a capire Gigi, a interpretare i suoi stati d’animo e soprattutto la sua sensibilità e senza perdermi d’animo la mia risposta è stata: "Sì Gigi hai ragione però vorremmo tutti che fossi presente per riconoscenza al lavoro di Riccardo Milani, dei tanti operatori che hanno invaso la tua casa per mesi, di tutti coloro che hanno lavorato affinché questa opera nascesse, credo che tutte queste persone lo meritino.” Il silenzio in quel momento diventò assoluto, guardavo Gigi e aspettavo che dicesse qualcosa, forse passò qualche minuto e mi rispose: “Va bene vengo, lo faccio per Riccardo, per coloro che hanno lavorato per mesi e sono stati con me sempre pazienti". Ho tirato un sospiro di sollievo; poi anche i figli e le nipoti contribuirono a creare intorno a lui il giusto clima di serenità e alla prima del film Gigi, emozionato ma contento, assicurò la sua presenza.
Alla fine alla prima andò tutto bene giusto?
La prima del film fu un tributo al mito Gigi Riva più come uomo che come calciatore. Nel calcio nessuno come lui e come calciatore era conosciuto in tutto il mondo, l’uomo invece era quello che aveva scelto di vivere in Sardegna, nella terra che lo aveva accolto all’età di 18 anni.
Ripensi spesso a lui?
Ogni tanto la mente ripercorre la strada dei ricordi; come avveniva ormai quotidianamente verso le 12, spesso alle 13, dovevo chiamare Gigi Riva per la consueta telefonata su eventuali problemi o notizie riguardanti Claudio Nenè, che dal settembre 2009 soggiornava in una residenza sanitaria. Era questo un accordo nato con Gigi, il giorno in cui presi dal giudice l’incarico di tutore legale, anche per conto di tutti i compagni del Cagliari del 1970; Claudio Nenè non era solo un compagno di squadra, era uno di famiglia.
Ricordi la prima volta che invitasti Gigi a casa tua?
Era fine novembre 2009 e mentre parlavo con Gigi mi disse: “Abiti a Quartu al Margine Rosso, pensavo di venirti a trovare a casa tua.” La mia risposta fu immediata, “Gigi, sono felice vieni quando vuoi” e gli diedi l’indirizzo. La domenica verso le 17 squillò il telefono, era Gigi “Sei in casa?” "Si" risposi e lui “Fra un po' arrivo!”. Dopo una mezz’ora suonò il campanello, aprii ed era Gigi con il suo sorriso; mia moglie ed io eravamo emozionati e felici per la sua presenza. Gigi si dimostrò molto alla mano, si ambientò subito come se la nostra casa fosse anche sua. Fu una domenica particolare, parlammo di tante cose e allo stesso tempo ci furono anche alcuni silenzi, soprattutto quando fuori in giardino guardava il mare. Arrivò la mezzanotte senza accorgerci e andando via Gigi, nel salutarci e guardandosi intorno disse “Sono stato bene, è un posto tranquillo, se vi fa piacere ci rivedremo presto". Mia moglie e io contenti gli rispondemmo che poteva venire da noi quando voleva.
Quella domenica insomma nacquero le famose cene della domenica a casa tua?
Da quella domenica, per più di dieci anni, Gigi tornò con assiduità a casa Camba, in cui trovò rifugio. In quanto Gigi Riva durante la settimana cenava tutte le sere dall’amico Giacomo a Stella Marina, mentre la domenica sera l’appuntamento era a casa nostra o
a casa di un altro amico, Oliviero, con la presenza anche di Tomasini, Poli e altri amici. I mesi passavano e ogni settimana, quando gli impegni in nazionale lo permettevano, la cena della domenica con Gigi, Beppe Tomasini, Cesare Poli e amici era diventata una consuetudine, il desiderio di stare tutti insieme, con racconti del loro passato di calciatori, risate, scherzi e le canzoni di De André, in particolare ”Preghiera di gennaio” che Gigi canticchiava; che ricordi e che serate meravigliose.
Parlava spesso della sua Leggiuno?
Sì, con Tomasini che conosceva bene la zona dei laghi in quanto lo accompagnava ai tempi di quando giocavano in Lombardia e Gigi al lunedì faceva ritorno a Leggiuno. Parlava della sua infanzia, dei suoi nipoti e delle sue sorelle e del legame che aveva con i suoi amici d'infanzia che sentiva telefonicamente; ciò lo riempiva di grande soddisfazione. Giustamente le origini non si scordano mai anche se lasciato da giovane il lago ha poi trovato un mare azzurro ad accoglierlo.



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