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Cronaca | 07 novembre 2025, 14:27

Maxi truffa all’ospedale di Cuneo: 850mila euro di protesi mai consegnate. Muore il titolare della ditta fornitrice, giudice pronuncia non luogo a procedere

Deceduto Luigi Martinelli, il titolare dell'azienda di Nichelino che forniva materiale al blocco operatorio. Un infermiere caposala e un magazziniere avevano già definito la propria posizione patteggiando una pena

Maxi truffa all’ospedale di Cuneo: 850mila euro di protesi mai consegnate. Muore il titolare della ditta fornitrice, giudice pronuncia non luogo a procedere

Un danno da centinaia di migliaia di euro. Il frutto di una truffa, compiuta ai danni dell’ospedale di Cuneo, che si è prolungata per almeno sei anni, fino a quando la nuova farmacista del "Santa Croce e Carle" non decise di effettuare alcune verifiche su acquisti di alcuni materiali medici risultati spropositati. I chirurghi erano all’oscuro di tutto.    

Da qui si arrivò a indagare e a chiedere il rinvio a giudizio con l’accusa di truffa aggravata e corruzione dell’infermiere caposala che si occupava di rifornire il blocco operatorio: colui che segnava gli ordini di materiali e attrezzature all’azienda ospedaliera.

Con lui, ad aver definito la sua posizione tramite un patteggiamento, anche il magazziniere della Sanitor, azienda che forniva materiale al blocco operatorio, che faceva da tramite, imputato per truffa aggravata, scagionato dall’accusa di corruzione

Nell’udienza celebrata nei giorni scorsi si sarebbe dovuta definire, tra quelle degli altri, anche la posizione processuale di Luigi Martinelli, imprenditore di Vinovo, titolare dell’azienda Sanitor Sas di Nichelino, che aveva scelto il dibattimento. Ma appresa la morte dell’imputato, il collegio ha pronunciato il non luogo a procedere per intervenuta morte del reo. Disponendo, inoltre, la restituzione dei beni sequestrati agli aventi diritto: il curatore fallimentare nominato per la Sanitor.

La Procura di Cuneo aveva accertato anomalie per un totale di 855.746 euro tra il 2014 e il gennaio 2019. Vista la mole dei presunti acquisti, gli inquirenti avevano ipotizzato che si potesse trattare di un espediente contabile per camuffare consegne in realtà mai ricevute dall’ospedale.
 

"MAGAZZINO DELLA DITTA INESISTENTE"

Sulla società di rivendita di dispositivi sanitari aveva indagato la Guardia di Finanza. Il brigadiere capo delle fiamme gialle Marco Picardi aveva riferito di aver acquisito i documenti fiscali della Sanitor, tra cui fatture emesse all’ospedale e passive, ricevute, ma che vi era una differenza tra quanto acquistato e quanto rivenduto. 

“Il magazzino della ditta era quasi inesistente - aveva spiegato nel corso dell'istruttoria -. La Sanitor acquistava in base agli ordini che riceveva dall’ospedale. In pratica comprava 10 e rivendeva 100 all’Azienda ospedaliera Santa Croce e Carle”. 

16 PROTESI ACQUISTATE, 274 FATTURATE

Da qui, si scoprì che a fronte di 16 protesi acquistate dalla ditta produttrice, la Sanitor ne aveva fatturate al Santa Croce 274. Lo stesso è risultato anche per un determinato tipo di fili di sutura, che da 108 pezzi erano diventati 2.856. Oltre ai materiali di sutura, c'erano anche le protesi. Tutto era destinato alle sale operatorie di chirurgia plastica e ortopedia. Acquisiti che però erano stati effettuati in quantità molto superiore rispetto al necessario.

CONSEGNATO IL 10-20% DEL MATERIALE PAGATO

“Per altri tipi di fili di sutura invece non vi era proprio traccia fiscale dell’acquisto dall’azienda di riferimento – aveva proseguito Picardi -. Però c’era la fattura emessa al Santa Croce, 2.000 pezzi di un certo filo da sutura, 3.400 pezzi di altro tipo di filo, fino a raggiungere una fatturazione totale per l’ospedale di circa 84mila euro, di cui solo il 10-20% era stato effettivamente consegnato.  Abbiamo controllato il conto bancario di Martinelli. Dal 2104 al 2019 sono stati accertati quasi ogni giorno prelievi in contanti dai 1.500 ai 3.000 euro, per un totale di circa 1 milione e mezzo di euro. Di alcuni c’era un riscontro per pagamenti vari, di altri invece non c’era alcuna traccia”.

LE ANOMALIE EMERSE DAI CONTROLLI

A spiegare, poi, che qualcosa non tornava, era stata proprio la direttrice della struttura complessa della farmacia dell’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, la dottoressa Claudia Fruttero, che, nel luglio 2018, dopo aver iniziato a effettuare controlli di gestione del materiale, notò un incremento di spesa rispetto al 2017.

Chi doveva preparare gli ordini e trasmetterli alla centrale degli acquisti, garantendo la presenza del materiale necessario, era l’infermiere caposala: “Abbiamo verificato coi direttori che alcune suture non erano state usate nella quantità ordinata - aveva riferito la dottoressa -. Ci siamo anche confrontati sui consumi in eccesso rispetto al 2017. La differenza era di circa 40/50mila euro per alcuni tipi di sutura". 

"PRODOTTI NON RICHIESTI E NON CONSEGNATI"

Il direttore della chirurgia plastica avrebbe poi detto alla dottoressa che alcuni tipi di filo da sutura che risultavano al suo blocco operatorio, non venivano in utilizzati del tutto, in realtà. "Per l’ortopedia mi dissero che quel quantitativo di fili da sutura e protesi non rispondeva all’attività svolta - aveva affermato la sanitaria -. Abbiamo quindi verificato singoli scarichi di materiale e in effetti, venivano scaricati più materiali di quelli effettivamente usati". 

A fare quelle operazioni di scarico, poi, come riferito dalla dottoressa, sarebbe stato proprio l'infermiere caposala. "Era stato poi sempre lui ad aggirare la normale procedura che prevedeva la consegna della merce presso il punto unico di ritiro firmando personalmente le bolle di consegna di prodotti non richiesti e di fatto non consegnati”.

Per eliminare le tracce di questa operazione, lo stesso infermiere, poi, avrebbe modificato i diari operatori dei pazienti, inserendo nel sistema computerizzato in cui venivano registrati tutti i materiali usati in ogni singolo intervento chirurgico. Prodotti, questo, che in realtà non erano mai stati usati. 

CharB.

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