Non si è fatta attendere la replica del direttore del carcere di Cuneo, il dott. Domenico Minervini, ad alcuni articoli di giornali locali usciti nei giorni scorsi in merito all’assenza di un detenuto ad un’udienza penale e il conseguente rinvio da parte del giudice del processo a suo carico.
Alle 9 di venerdì scorso, il 31 ottobre, in tribunale a Cuneo sarebbe infatti dovuta proseguire l’istruttoria, con la discussione del caso, del processo a carico di M.N.E., classe 1995, detenuto accusato di violazione del Daspo Urbano. Quella mattina, però. il giudice si è vista costretta a rinviare il tutto, in quanto non è stato possibile capire se l’imputato avesse o meno rinunciato a comparire in udienza, con il risultato della mancata traduzione al palazzo di giustizia dalla casa circondariale cuneese. La manifestazione di volontà da parte dell’imputato a voler comparire in udienza, quindi ad essere presente, è infatti un requisito imprescindibile per poter procedere. Come infatti è previsto dal codice di procedura penale il giudice può procedere in sua assenza solo qualora l’accusato abbia espressamente rinunciato a comparire.
Nel verbale di udienza redatto dal cancelliere, il giudice ha fatto verbalizzare che “la casa circondariale non ha risposto alle telefonate della cancelleria né nel pomeriggio di ieri né questa mattina sicché non è stato possibile accertare le ragioni della mancata traduzione dell’imputato” aggiungendo che è “necessario far pervenire a mezzo Pec eventuali espresse dichiarazioni di rinuncia”.
Ma quella Pec, in realtà, al palazzo di giustizia è stata inviata, alle 9.32 di quella stessa mattina. A spiegarlo, è il direttore Domenico Minervini che ha anche aggiunto di aver provveduto ad inviare una comunicazione formale al presidente della sezione penale del tribunale di Cuneo per chiarire l’episodio. Come illustrato, ci sono delle procedure e prassi da seguire che, in alcuni casi, non collimano con le tempistiche del procedimento per via di imprevisti. “Quella mattina il detenuto ha dato in escandescenza e non era in grado di partecipare all'udienza- ha spiegato Minervini-. Tempo di redigere la relazione di servizio e trasmetterla al palazzo di giustizia tramite la matricola, l’udienza era già iniziata da qualche minuto”. Quanto alla mancata risposta al telefono dell’istituto Minervini esclude che nessuno abbia risposto: “Abbiamo un ufficio matricola che conta tre linee telefoniche dirette - ha sottolineato - : una non funzionava e le altre due sì. E poi c'è il centralino dell’istituto, e non è mai stato isolato, nè il giorno prima nè il trentuno ottobre. Siamo sempre operativi. Il carcere di Cuneo non è isolato”.
Una narrazione, quindi, che secondo il direttore sparerebbe a zero per l’ennesima volta sulla realtà del Cerialdo: “Sono anni che questo carcere viene preso di mira - ha detto -. C’è una narrazione negativa di questo istituto da due anni a questa parte. La situazione, nell’ultimo anno, è ampiamente migliorata. É giusto dare le notizie, ma è opportuno che si verifichino”.



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