Il Nazionale

Cronaca | 04 novembre 2025, 08:46

Violenza sessuale in un'auto davanti alla discoteca, la vittima: "Era sopra di me, si muoveva e io non volevo. Ho paura di ricordare"

La drammatica testimonianza in Tribunale di una 25enne. In passato era stata vittima di una molestia quando aveva 15 anni

Violenza sessuale in un'auto davanti alla discoteca, la vittima: "Era sopra di me, si muoveva e io non volevo. Ho paura di ricordare"

"Ho delle immagini nella testa. Lui sopra di me nei sedili posteriori della macchina che si muoveva e io non volevo. Tenevo gli occhi chiusi".

Questo il drammatico racconto in aula davanti al Collegio del Tribunale di Savona di una giovane 25enne che il 24 febbraio del 2024 sarebbe stata violentata nell'auto davanti ad una discoteca di Andora da un uomo, N.B, imputato nel processo.

La ragazza ha risposto alle domande del Pubblico Ministero Maddalena Sala e ha ripercorso con non poca fatica e tra le lacrime i fatti avvenuti quella sera quando con un'amica era andata a ballare in un locale del comune andorese.

Quella sera dopo aver bevuto due drink e aver ballato i suoi ricordi erano diventati annebbiati. Con la paura di ricordare quei terribili momenti che hanno preso il sopravvento su di lei.

"Ho memoria di ragazzi che mi trovano per strada e ricordo di essere stata seduta su un gradino con le gambe incrociate e piangevo. Cercavo la mia amica. Mi hanno messo dalla panchina davanti alla discoteca ma mi sono sdraiata per terra e ho iniziato a stare male - spiega la giovane - Ho detto a chi era lì intorno come prima cosa che ero stata violentata. Avevo il senso di essere stata toccata, abusata, violata".

La 20enne, costituita come parte civile e assistita dal legale Mara Tagliere, tramite l'amica aveva contattato il padre che l'aveva portata prima al pronto soccorso di Pietra Ligure e poi è stata trasferita a Savona al pronto soccorso ginecologico. Aveva lividi al polso e le ginocchia sbucciate con una caviglia gonfia. 

"Avevo paura, continuavo a tremare e sono stata male anche al pronto soccorso" prosegue la ragazza che quella notte aveva perso gli occhiali e il telefono poi ritrovato da un ragazzo.

L'imputato, difeso dall'avvocato Fabrizio Vincenzi, era stato poi riconosciuto dall'amica che l'aveva visto uscire con la vittima dalla discoteca rivedendolo anche nelle foto pubblicate dalla discoteca sui social. Durante il riconoscimento fotografico svolto dalla polizia la giovane ha confermato l'uomo. "Lo sguardo mi faceva paura. Ho paura di ricordare, provo dolore" ha commentato la donna che sta andando in terapia.

Appena dimessa dall'ospedale aveva poi presentato una querela contro ignoti.

In passato era già stata vittima di una molestia messa in atto quando lei aveva 15 anni dal suo cugino 13enne. Che secondo quanto emerso le toccava le parti intime. 

"Mi seguiva ovunque. Avevo paura di lui che facesse qualcosa di peggio. A volte mi ricattava, prendeva il coltello e diceva che si sarebbe ucciso. Faceva queste cose senza essere visto. Tutte le volte che dovevo andare in bagno veniva con me, lui aveva più forza e riusciva sempre ad entrare, iniziava a toccare e si tirava giù i pantaloni, cercavo di chiedere aiuto e iniziavo a urlare". 

In aula sono state ascoltate anche le testimonianze degli agenti che hanno compiuto le indagini, il sostituto commissario Roberto Giannini e il vice Sovrintendente Gabriele Granucci che ha spiegato che si è verificata una "parziale ammissione sui fatti nell'interrogatorio dell'imputato. Che c'è stato un rapporto sessuale". Hanno testimoniato anche  la psicologa Adele Piombo e l'amica che era con la giovane quella sera.

Luciano Parodi

Commenti

In Breve