Il Nazionale

Cronaca | 04 novembre 2025, 12:21

Ventimiglia, l’avvocato di Simone Pensibene: “Ha confessato, un raptus di gelosia e si è assunto le sue responsabilità”

Il legale Mattia Caruso: “Dichiarazioni confessorie davanti al giudice”. Attesa per l’autopsia, l’indagato resta in carcere per pericolo di fuga

Ventimiglia, l’avvocato di Simone Pensibene: “Ha confessato, un raptus di gelosia e si è assunto le sue responsabilità”

Per l’avvocato difensore di Simone Pensibene, il 46enne in carcere a Valle Armea accusato della morte di Giuliano Roberto Mascheroni, quanto accaduto in corso Genova sarebbe stato provocato da un improvviso raptus di gelosia. Il legale, Mattia Caruso, spiega che il suo assistito “si è assunto la responsabilità di quello che è successo”, rendendo dichiarazioni di fatto confessorie durante l’interrogatorio di garanzia.

Secondo quanto riferito dalla difesa, Pensibene avrebbe visto la donna con cui aveva una relazione parlare con Mascheroni, un vicino di casa che si sarebbe fermato semplicemente per scambiare qualche parola, anche perché la donna aveva con sé un cane simile a quello del figlio del 70enne. Una scena che, sempre secondo la ricostruzione difensiva, avrebbe scatenato la reazione violenta dell’indagato. Il 46enne si sarebbe avvicinato rapidamente e avrebbe colpito Mascheroni con pugni e calci, facendolo cadere a terra. Il 70enne si era comunque rialzato ed era riuscito a tornare a casa dopo aver sporto denuncia ai Carabinieri, rifiutando inizialmente le cure mediche. Poco dopo però si era sentito male ed era stato portato in ospedale, fino al trasferimento al Santa Corona, dove è poi deceduto.

L’avvocato Caruso spiega che la difesa era già consapevole della gravità delle condizioni della vittima: “Già al momento dell’interrogatorio la prognosi era sfavorevole, avevo detto che, salvo un miracolo, si sarebbe potuti arrivare a un’accusa di omicidio”. Il penalista ritiene che l’evoluzione dell’imputazione potrebbe essere quella di omicidio preterintenzionale, escludendo per ora l’ipotesi di omicidio volontario o l’aggravante dei futili motivi. Sarà comunque la Procura a formulare la contestazione definitiva, sulla base dei risultati delle indagini e dell’autopsia.

Sul fronte investigativo, la Procura attende ora l’esame autoptico per chiarire definitivamente la catena causale tra l’aggressione e il decesso, mentre i Carabinieri stanno completando la raccolta delle testimonianze e delle immagini di videosorveglianza della zona. Pensibene, fermato mentre si stava dirigendo verso la Francia, rimane nel carcere di Valle Armea. Il giudice ha ritenuto concreto il rischio di fuga. Dagli atti risultano inoltre alcuni precedenti (per i quali è stato condannato), come episodi di lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale, che vengono ora valutati nel contesto complessivo della vicenda.

Andrea Musacchio

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