Chi aggredisce un medico, un infermiere o un operatore sanitario non colpisce solo una persona, ma l’intero sistema di cura e sicurezza pubblica.
E negli ospedali italiani, purtroppo, gli episodi di rabbia e violenza contro chi lavora per curare sono sempre più frequenti.
Per contrastare il fenomeno, la legge ha rafforzato le tutele a favore del personale sanitario, equiparando medici, infermieri e operatori — durante il servizio — ai pubblici ufficiali.
Una norma che sancisce un principio chiaro: chi cura deve essere rispettato.
Il personale sanitario non chiede applausi dai balconi né titoli da eroe. Chiede semplicemente rispetto. E quando questo viene meno, la risposta è una sola: tolleranza zero.
A Cuneo le denunce aumentano. E cominciano ad arrivare anche le condanne.
Nei giorni scorsi è stata pronunciata la prima sentenza del tribunale di Cuneo nei confronti di un uomo che, nel 2023, aveva minacciato di morte un infermiere del Pronto soccorso del Santa Croce.
E sempre oggi è attesa la convalida del fermo di un trentenne cuneese che, sabato notte, ha aggredito verbalmente e fisicamente quattro operatori in servizio al Pronto soccorso, procurando loro delle lesioni, per fortuna lievi.
L’uomo era giunto in ospedale a bordo dell’ambulanza, in evidente stato di ebbrezza.
Già durante il trasporto aveva mostrato un atteggiamento violento, tanto che erano stati chiamati i carabinieri, saliti a bordo del mezzo per contenerlo.
“Quando è arrivato non stava in piedi — racconta un infermiere —. Si è chiuso in bagno e si è sdraiato a terra. E quando un’infermiera si è avvicinata per accertarsi delle sue condizioni, l’ha sollevata e scaraventata contro il muro”.
Oltre alla donna, sono state aggredite altre due infermiere e un operatore socio-sanitario, tutti ora a casa per infortunio.
L’uomo è stato immediatamente arrestato dai carabinieri e il suo fermo dovrebbe essere convalidato nelle prossime ore.
Non solo denunce, però. A Cuneo iniziano ad arrivare anche le prime sanzioni amministrative: fino a mille euro di multa per chi insulta il personale in servizio.
“Chi lavora in Pronto soccorso è particolarmente esposto, nonostante i provvedimenti protettivi assunti dall’azienda — spiega il dottor Giuseppe Lauria, direttore del Dipartimento di Emergenza e delle Aree critiche del Santa Croce —. Ma la violenza contro chi lavora h24, sette giorni su sette, è inaccettabile. Da parte del Dipartimento e dell’azienda la tolleranza sarà sempre zero. Qualunque tipo di aggressione, verbale o fisica, avrà conseguenze”.

Un messaggio netto, che ora trova riscontro anche nei fatti giudiziari. “Le norme ci sono — conclude Lauria — e il nostro dovere è farle rispettare. Nessuna impunità: chi insulta o aggredisce il personale sanitario ne risponderà di fronte alla legge”.



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