Il Nazionale

Cronaca | 03 novembre 2025, 11:48

Minacciò di morte un infermiere del Pronto Soccorso: a Cuneo la prima condanna per le violenze in corsia

E' stata pronunciata lo scorso 24 ottobre. Il soggetto responsabile è stato condannato a sette mesi

Minacciò di morte un infermiere del Pronto Soccorso: a Cuneo la prima condanna per le violenze in corsia

Violenza in corsia: la legge tutela il personale sanitario come pubblico ufficiale. Ed ecco che, anche a Cuneo, c'è stata la prima condanna per un reato commesso contro il personale sanitario. 

Sette mesi di reclusione è la pena comminata ad un uomo di orgini marocchine, A.B., che, nel giugno 2023, aveva minacciato il personale del Pronto Soccorso durante la fase di triage, quella che attribuisce la gravità e, quindi, il tempo di attesa. 

La sentenza è stata pronunciata lo scorso 24 ottobre presso il Tribunale di Cuneo e rappresenta un importante traguardo per il personale sanitario e in particolare per quello del Pronto Soccorso, il più esposto. 

Dopo la minacce di morte rivolte ad un infermiere e l'allontanamento dell'imputato da parte delle forze dell'ordine, il procedimento era partito d'ufficio. Come emerso in aula,  A.B. diede in escandescenze perché, a suo dire, avrebbe atteso troppo sulla barella. 

L'uomo si presentò in Pronto Soccorso lamentando una sciatalgia e, dopo aver atteso per circa venti minuti, si spazientì. 

"Era venuto vero di me con fare minaccioso - aveva ricostruito in tribunale l'infermiere aggredito-. Non era la prima volta che lo vedevo. Non ricordo esattamente che cosa mi disse, ma si lamentò del dolore. Io cercai di tranquillizzarlo. Non mi mise le mani addosso". 

Ad aver assistito alla scena e presente in aula, anche una collega del sanitario: "Ricordo che lo minacciò di morte - ha precisato la testimone -. Ad oggi i locali sono videosorvegliati. Lamentava una sciatalgia o lombalgia, quindi era in attesa di un controllo del dolore. Non era un’emergenza sanitaria da codice arancione o rosso. In precedenza aveva fatto altri accessi, ma io non c’ero". 

Chiamato a testimoniare anche il coordinatore infermieristico del Pronto Soccorso, che intervenne per cercare di calmare l'uomo. Anche lui ha confermato i fatti, a seguito dei quali è stata pronunciata la condanna. 


 

CharB

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