Mentre in città si registrano le prime grandi manovre in vista delle elezioni comunali di Cuneo del 2027, abbiamo rivolto una serie di quesiti all’onorevole Chiara Gribaudo, deputata cuneese, e vicepresidente nazionale del Partito Democratico.
Ha accettato di sottoporsi al fuoco di fila delle nostre domande, senza sottrarsi anche alle più…scottanti.
Onorevole Gribaudo, la campagna elettorale a Cuneo in vista delle amministrative 2027 sembra essere partita con largo anticipo. Che ne dice?
“Più che di campagna elettorale, mi pare una sorta di casting prematuro e un po’ surreale. Prematuro perché mancano ancora due anni e perché credo sia più utile dedicarsi all’amministrazione, accelerando sui progetti più importanti. Surreale perché c’è una sindaca in carica e al primo mandato”.
Si sente dire che Patrizia Manassero non voglia ricandidarsi a sindaco, nonostante lei, in verità, non lo abbia mai manifestato ufficialmente. Immagino che in sede di partito stiate affrontando la questione. Può dirci qualcosa?
“Per cultura politica credo che un ciclo amministrativo vada completato: solo in dieci anni si vede davvero l’impronta di un’amministrazione. Se Patrizia ha maturato esigenze diverse, ne discuteremo insieme”.

Quali temi affrontate, di questi tempi, nel circolo Pd cittadino?
“Ci occupiamo soprattutto dei problemi reali dei cittadini: dal trasporto ferroviario regionale inefficiente, all’aumento delle tasse, ai salari più bassi del Piemonte proprio in questa provincia, fino alla vicenda più grave e umiliante, quella del nuovo ospedale di Cuneo. Doveva essere l’hub territoriale e invece la giunta regionale di centrodestra continua a prendere in giro i cittadini: il conto lo pagano tutti”.
Quindi non vuole farsi trascinare nel gioco del toto-sindaco?
“Trovo sgradevole questo “casting” del candidato a due anni dal voto, così come la politica dei “due forni”: se qualcuno vuole chiudere l’esperienza amministrativa, lo dica chiaramente e si faccia una verifica di maggioranza. Il Pd, che è il principale azionista della coalizione, ne trarrà le conseguenze. Non si può votare in ordine sparso”.
Dovrà convenire che in maggioranza a Cuneo si sono registrate già varie fibrillazioni…
“Per senso di responsabilità finora abbiamo evitato polemiche pubbliche, ma le divergenze ci sono state, ad esempio su Piazza Europa. Molti di noi hanno avuto “mal di pancia”, ma li abbiamo gestiti internamente. Non siamo però disponibili a scelte opache o prese fuori da un quadro condiviso”.
Quando parla di “casting del candidato” si riferisce a Enrico Collida?
“Mi riferisco a ciò che leggo e sento. Non è il metodo giusto, è irrispettoso verso la sindaca e verso tutta la giunta che sta lavorando. Sembra un “gioco di pochi”.
Quindi?
“Non siamo disponibili a logoramenti o chiacchiere da bar: vogliamo costruire un progetto comune di città, basato su buona amministrazione e rispetto degli elettori. Quando si sceglie “un papa straniero”, o è davvero un papa – cioè una figura di grande autorevolezza e consenso – oppure è meglio lasciar perdere. I cittadini non sono ingenui e hanno buona memoria. Altrimenti ci sono anche altri strumenti di partecipazione”.
Sta pensando di riesumare le primarie per la scelta del candidato sindaco? Viene da obiettare che in passato la scelta non è stata delle più azzeccate, visto che ci sono voluti anni per sanare il vulnus determinatosi nel centro-sinistra
“In passato le primarie a Cuneo non sono sempre state esperienze felici, ma non le escluderei. Potrebbero essere uno strumento utile per rafforzare la partecipazione e migliorare la qualità della politica, evitando personalismi e gli errori del passato”.
L’accordo tra Pd e il gruppo civico “Centro per Cuneo”, che la sindaca Manassero ha sempre definito “programmatico” e non “politico”, appare oggi difficile da riproporre. Che ne pensa?
“Non si può programmare insieme se non si condividono basi politiche. E onestamente non era così nemmeno all’inizio di questo mandato. Forse qualcuno oggi maschera il civismo con l’apertura alla destra. In tal caso, non sarà semplice riproporre percorsi comuni: curioso però, visto che governiamo insieme da otto anni”.

Nel frattempo, lo scorso anno, ci sono state le elezioni regionali e a Cuneo metà della maggioranza si è schierata con la Lista Cirio, quella del presidente uscente, che guidava una coalizione costituita da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Le pare poco?
“Se davvero l’aria è cambiata, meglio dirlo subito e spiegare ai cuneesi perché si rompe un’alleanza così duratura. Non condividono più l’operato dei loro assessori? Da lista civica sono diventati altro? Allora è giusto dirselo e, se serve, anticipare il voto”.
Una posizione forte quanto netta la sua. Immagino che non passerà inosservata…
“Il Pd è pronto a proseguire il lavoro fatto con serietà e spirito costruttivo, ma basta furbizie: serve chiarezza, ora. Vogliamo continuare a costruire una città aperta e inclusiva. E riportare al centro la questione dell’ospedale di Cuneo: quello che accade in Regione è vergognoso e tutti lo sanno. Chi non condivide questa posizione può guardare altrove, anche a Fratelli d’Italia. Noi no”.
Facciamo un passo indietro. Nel 2022, prima delle comunali, alle Agorà del Pd, lei aveva ipotizzato “soluzioni più avanzate”, cioè un’apertura a sinistra. Ritiene ancora valido quel progetto?
“Il dialogo è sempre utile. Poi ciascuno sceglie se vuole solo testimoniare o sporcarsi le mani. Amministrare significa costruire progetti, non limitarsi agli ordini del giorno. Mi auguro si possa dialogare con chi condivide certi valori, guardando al futuro e non al passato”.
Gli Indipendenti di Boselli hanno già aperto la loro campagna elettorale partecipando agli incontri sia della Rete che del Patto Civico. Il centrodestra, pur diviso, si sta riorganizzando. Dove vede le maggiori insidie per il centrosinistra a Cuneo?
“Francamente non ne vedo. Cuneo ha una lunga tradizione di centrosinistra fatta di vero civismo e di una sinistra che ha sempre lavorato con concretezza, non con ideologia. Negli ultimi anni il Pd si è aperto a nuove generazioni e nuove figure, rinnovando il suo impegno. Abbiamo sempre mantenuto serietà, anche accettando decisioni non condivise senza fare polemiche pubbliche: è così che si governa”.

In queste settimane si registra un gran movimento in ambito civico. Oltre al Patto Civico, è di recente costituzione la Rete Civica: si dice sia di area centro-sinistra, ma i promotori ci tengono a sottolineare che il trattino non è casuale. Che idea si è fatta in merito?
“Guardo con particolare curiosità al nuovo contenitore civico appena nato: c’è fermento nel campo moderato e sarà interessante capire in che direzione si muoverà”.
Il 2027 sarà un anno cruciale: elezioni politiche nazionali per la scadenza della legislatura, forse le regionali e, di certo, le amministrative che interessano molti Comuni del Cuneese. Come si prepara il suo partito?
“Con tenacia e determinazione. Arriveremo a quell’appuntamento con un’alternativa solida per il Paese. A livello locale credo non ci saranno grandi sconvolgimenti, ma ogni partita è aperta. Personalmente dubito che nel 2027 si voterà anche per le regionali”.
Onorevole Gribaudo, il suo nome circola come possibile candidata sindaco di Cuneo. So che è presto e che lei verosimilmente glisserà, allora le chiedo: ci dica almeno quale profilo di candidato ha in mente?
“È prematuro parlarne. C’è una sindaca in carica e mi auguro che si prosegua in continuità. Quando sarà il momento, serviranno persone di solido spessore umano e con capacità amministrative. Mi piacerebbe anche che ci fosse attenzione al ricambio generazionale”.
Pensa che da parte dei giovani e della cosiddetta “società civile” possa esserci una ripresa di attenzione e disponibilità all’impegno pubblico?
“A Cuneo abbiamo molte figure valide: spero che sempre più persone scelgano di impegnarsi nella cosa pubblica. Serve allargare la partecipazione, non restringerla”.



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