L’artista presenta un nuovo corpus di opere realizzate appositamente per l’occasione. Chronotypes, Traces, Resize to fit e Meteore sono i gruppi di lavori attraverso i quali si snoda il percorso espositivo.
I Chronotypes sono una serie di dipinti su mensola nati come estensione del progetto editoriale Epidermis (2022), nel quale Meletiou ha raccolto suggestioni dallo spazio urbano e dei suoi dettagli decorativi. Le “tele” dei Chronotypes sono superfici in cemento essiccato alle quali non è data un’impronta definita, ma è la casualità a determinarne il risultato. Frammenti e dettagli dall’immaginario architettonico cittadino sono trasferiti sull’epidermis dell’opera. Il riferimento alla tecnica dello strappo impiegata nel restauro per la salvaguardia degli affreschi introduce un gioco di dualismi che seguirà tutto il percorso della mostra: da un lato, la delicatezza di un intervento fragile e complesso volto alla preservazione, dall’altro la violenza del gesto stesso, dello strappo, della recisione di una parte dal suo tutto.
Traces è la seconda serie pittorica in mostra, anch’essa evoluzione del progetto Epidermis. L’artista propone qui un approccio differente per esprimere la propria percezione della realtà urbana. Le opere, allestite su mensola, si distinguono per la variazione del supporto: non più una superficie lasciata al caso, ma piani con piccole semisfere e piramidi sporgenti derivati da elementi ornamentali usati in architettura. Queste opere testimoniano un momento di creazione istintiva che per Meletiou è sollievo, gioia, una sorta di pratica cromoterapeutica per alleviare lo spirito dalle difficoltà e dalle controversie della vita urbana.
Al centro della prima sala è installato un gruppo di opere che fanno parte della serie Resize to fit. Gli alti basamenti sono un riferimento al mondo classico, in particolare al suo simbolo architettonico per eccellenza: la colonna. Su ciascuno di essi è installata una scultura in cemento, derivata da una matrice comune – un calco di spugna a superfice bugnata - e sviluppata in forme complementari: due sono il positivo della terza. In un gioco di dualità – positivo/negativo, maschile/femminino – Meletiou approfondisce le tensioni che attraversano la sua ricerca e le spinge verso una riflessione più ampia.
Mensole/architravi, piedistalli/colonne, e poi catene e staffe sono elementi attivi che possono essere intrepretati come un ibrido tra opera d’arte e oggetto di design. I sostegni, citazioni tratte dalla storia dell’architettura, si mimetizzano nelle opere come elementi decorativi ma allo stesso tempo risultano indispensabili e parte integrante delle stesse. Sono strumenti di una sperimentazione visiva e concettuale che interferisce sui piani assiali, interrompendo o intensificando i movimenti di verticalità e orizzontalità. Questo movimento trova un’ulteriore forza motrice nella grande opera circolare esposta sulla prima parete laterale.
Un tondo di moto centripeto che allude alla forma della città ideale, come fu la capitale cipriota Nicosia per i veneziani quando la dotarono nel Cinquecento di mura difensive “a stella” (una pianta poligonale con undici baluardi), oggi in ottimo stato di conservazione e unicum nel panorama del Mediterraneo orientale.
Nella seconda sala, si staglia sulla parte di fondo una composizione che porta con sé un riferimento storico-artistico preciso: le rosette decorative (rodakes) degli affreschi scoperti ad Akrotiri nell’isola greca di Santorini e datati al XVI secolo a.C. In questa sala è esposto un Chronotype che accompagna una scultura che poggia a parete, dipinta con sfumature di verde e di blu. L’opera rappresenta un ulteriore rimando alla terra di origine dell’artista, evocando in particolare il serpentino, una pietra malleabile raccolta dai letti dei fiumi di Cipro fin dall’antichità più remota per produrre oggetti di ornamento personale e figurine legate a culti e rituali
La mostra si chiude con Meteore, una grande installazione che occupa un’ampia parte della parete e del soffitto. Secondo l’etimologia della parola greca, Meteore sono quei corpi che stanno a metà tra la terra e il cielo. Le sculture di Meletiou incalzano ancora su un’alternanza di poli: matericamente sono al confine tra la spugna e il cemento, concettualmente tra la costruzione e la distruzione. La mostra si conclude in questo passaggio dall’oggetto respingente al gioco interattivo, lasciando al visitatore la possibilità di immaginare un’inversione di rotta nelle dinamiche sociali e politiche attuali.
Meletios Meletiou (Lemesos, Cipro, 1989) vive e lavora tra Cipro e Roma. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si è laureato in Arti Visive e Decorazione nel 2016. Il suo lavoro esplora il rapporto tra spazio urbano, corpo e memoria collettiva, attingendo a pratiche architettoniche e urbanistiche, analizzando l’architettura ostile e il concetto di decoro come strumenti di controllo ed esclusione. Attraverso scultura, installazioni e interventi site-specific, trasforma elementi urbani comuni in oggetti di riflessione critica, spesso contaminando il suo linguaggio con riferimenti al gioco e all’infanzia.
Tra le mostre personali e collettive: 2025, ”Alcove” a cura Ilaria Monti, Museo della Città e del Territorio di Cori, Italia, 2025, Existencial Licence, a cura di Shaun McDowell and Halime Özdemir di Larusso, 88 Friary Road Londra ; 2024, Sinodós, a cura di Ilaria Monti, DISPLAY, Parma; The Companions no.4, International Short Film Festival, Oberhausen, Germania; 2023, Playground, a cura di Panos Giannikopoulos, Eins Gallery, Limassol, Cipro; 2022, Buffer Zone, a cura di Gaia Bobò, Fondazione Pastificio Cerere, Roma; 2021, Porta Portese, SPAZIOMENSA, Roma; 2020, ReSize To Fit(installazione site-specific), a cura di Giulia Pollicita, Una Vetrina, Roma; 2018, Fenêtre Jaune Cadmium, a cura di Sarah Linford, Istituto Francese di Cultura, Roma; Maps-Spam, a cura di Alessandra Arancio, Società Geografica Italiana/Villa Celimontana, Roma; Developing Cities, a cura di Angelica Gatto ed Emanuele Riccomi, Superstudio, Milano; 2016, Quattro artisti al Castello, a cura di Cecilia Casorati, Castello di Santa Severa.
Meletios Meletiou è tra i finalisti del Talent Prize 2025 e presenterà il suo lavoro presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma nel mese di dicembre.
Mostra: 6 novembre 2025 - 6 gennaio 2026
Inaugurazione : 6 novembre dalle 17:30 alle 20:30



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