Il Nazionale

Cronaca | 31 ottobre 2025, 15:21

Omicidio Fabio Limido, la Procura chiede l'aggravante della premeditazione per Manfrinati

Nell’aula bunker del Tribunale di Varese ascoltati oggi i testimoni dell’accusa. La pm ha chiesto la riqualificazione del capo d’imputazione contestando a Marco Manfrinati l’aggravante della premeditazione anche per l’omicidio di Fabio Limido. L’avvocato Ambrosetti valuta la riapertura del caso sui maltrattamenti familiari. Il 5 dicembre tocca ai testi della difesa

Omicidio Fabio Limido, la Procura chiede l'aggravante della premeditazione per Manfrinati

Si è conclusa nel primo pomeriggio di oggi, nell’aula bunker del Tribunale di Varese, una nuova e intensa udienza del processo a carico di Marco Manfrinati, imputato per l’omicidio di Fabio Limido e per il tentato omicidio dell'ex moglie Lavinia Limido, figlia della vittima, avvenuti a Varese nel maggio del 2024. L’udienza, dedicata all’ascolto dei testimoni dell’accusa, ha portato nuovi elementi di rilievo, sia sul piano delle testimonianze sia su quello giuridico.

La pubblico ministero ha infatti chiesto la riqualificazione del capo d’imputazione, introducendo anche l’aggravante della premeditazione, ipotizzando dunque una pianificazione dell’omicidio dell'uomo, intervenuto a difesa della figlia, da parte di Manfrinati. Una richiesta che potrebbe incidere in modo significativo sulla valutazione finale del Tribunale.

Tra i testimoni ascoltati oggi c'era anche la psicologa dell’Asst Sette Laghi, che ha seguito da vicino il percorso di Lavinia Limido nella difficile fase del risveglio e della rielaborazione del trauma. La professionista ha descritto un quadro familiare «segnato da una costante tensione e da una condizione di paura generata dal comportamento di Manfrinati».

È stata poi sentita anche un’amica di famiglia, avvocata comasca, presso la quale Lavinia si era rifugiata dopo aver lasciato la casa di Busto Arsizio il 2 luglio 2022. La testimone ha confermato che la giovane si era allontanata per timore di ulteriori reazioni violente, e che anche i familiari vivevano «in uno stato di costante apprensione».

Particolarmente rilevante la testimonianza della fidanzata del fratello di Manfrinati, che ha ricordato le dichiarazioni rese in un precedente procedimento per maltrattamenti in famiglia, poi archiviato dal Tribunale di Busto Arsizio. In aula ha precisato che, al momento di quelle deposizioni, esisteva «una soggezione» da parte dei familiari di Manfrinati.

Alla luce di tali elementi, l’avvocato Fabio Ambrosetti, legale di parte civile, ha lasciato intendere che potrebbe richiedere la riapertura delle indagini proprio su quel fascicolo per maltrattamenti, archiviato in passato.

La prossima udienza è stata fissata per il 5 dicembre, quando saranno ascoltati i testimoni della difesa.

Alice Mometti

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