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Attualità | 31 ottobre 2025, 13:09

Waterfront di Levante. Ancora dubbi sull'abbattimento della tensostruttura. Alfonso (PD): “Un dictat illogico e costoso. Non si capisce cosa verrà dopo”

La consigliera del Partito Democratico denuncia la decisione inserita nel Masterplan. Un segno distintivo del paesaggio che viene rimosso: “Due milioni per fare spazio a un futuro indefinito"

Waterfront di Levante. Ancora dubbi sull'abbattimento della tensostruttura. Alfonso (PD): “Un dictat illogico e costoso. Non si capisce cosa verrà dopo”

Torna al centro del dibattito l’abbattimento della tensostruttura del Waterfront di Levante, i cui lavori di demolizione sarebbero oramai imminenti.

A sollevare nuovamente dubbi sulla necessità di eliminare la copertura inaugurata nel 2002 è la consigliera comunale del Partito Democratico, Donatella Alfonso.

Alfonso ricoreda che l’operazione è prevista nel Masterplan e che rientra nelle competenze della Porto Antico S.p.A. ma si pone importanti interrogativi sulle ragioni della rimozione e sul futuro dell’area.

L'abbattimento della struttura, che circa vent’anni fa era costata sei milioni di euro, è vista dalla consigliera come "un peccato", poiché dal punto di vista architettonico è diventata "un segno forte per quello che riguarda il l'area di Levante", tanto da essere considerata "parte del paesaggio".

Alfonso sottolinea come l’area della tensostruttura sia stata regolarmente "utilizzata per tutti gli eventi che sono stati fatti in ambito fieristico” e non solo. 

Ma allora perché si parla di abbattimento?

Tutto è legato al progetto di Renzo Piano che ha completamente ridisegnato l’area del Watefront (non senza polemiche e perplessità da parte della cittadinanza) progetto che non vede l’inserimento della tensostruttura che, di conseguenza, va eliminata.

Il punto più critico sollevato dalla consigliera riguarda l’assenza di un piano chiaro per la sostituzione. Dopo aver presentato un’interrogazione alla Sindaca e alla Giunta per conoscere le ragioni e i costi presunti dell’operazione, dalla risposta del vicesindaco è emerso che "al momento non c'è una un'indicazione di che cosa si farà".

Questo vuoto di pianificazione rende la decisione "allucinante". Alfonso evidenzia l'incongruenza tra il fatto che la stessa Porto Antico avesse parlato dell'ipotesi di una "struttura provvisoria" che potesse essere usata, e l'azione intrapresa: "non si capisce perché si abbatte con un costo di due milioni una struttura esistente per fare posto una struttura provvisoria”.

Dunque, al di là della volontà dell’archistar genovese che non vorrebbe vedere il tendone bianco accanto agli edifici da lui progettati, sembra che l’unica utilità dell’abbattimento sia da ricercarsi nel far ‘piacere’ a chi si affaccia dalle finestre per vedere il mare senza nulla davanti, il tutto mentre il progetto del nuovo quartiere residenziale genovese sembra essere fermo al palo.

Isabella Rizzitano

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