Un patteggiamento a 8 mesi con la pena convertita in una multa di 9600 euro e il risarcimento delle due persone coinvolte nell'incidente dello scorso 6 agosto del 2024.
Ieri davanti al Gip Alessia Ceccardi e al Pm Giovanni Battista Ferro l'indagato, difeso dall'avvocato Vittorio Gromis, ha deciso di patteggiare. Per quanto riguarda l'accusa di lesioni colpose nautiche il giudice ha disposto il non luogo a procedere (è rimasto il naufragio colposo.ndr) accogliendo la richiesta di esclusione dell'aggravante da parte della difesa.
L'8 agosto 2024 si era verificato uno scontro al largo del mare di Albissola Marina tra il mezzo della lunghezza di 17 metri e la barca che aveva a bordo il 61enne Raffaele Serra e la moglie Cristina Rossello.
L'incidente era avvenuto nel tratto di mare antistante il comune albissolese, a circa mezzo miglio dalla costa.
L’unità più piccola, uno "sciallino 23", a seguito dell’urto era semiaffondata; la coniuge era stata sbalzata in mare mentre Serra dipendente di "Albisola Servizi", la società partecipata del comune albisolese, era rimasto all’interno del cabinato sott’acqua.
Immediati erano stati gli interventi di soccorso prestati sia dai membri dell’altra unità coinvolta nel sinistro, sia da un natante di passaggio nella zona, che aveva poi lanciato l’allarme alla Sala Operativa della Guardia Costiera.
All'uomo era stata prestata la rianimazione cardiopolmonare ed entrambi erano stati trasbordati sulla motovedetta che aveva provveduto a sbarcarli nella banchina adiacente alla sede della Capitaneria di Porto di Savona, dove nel frattempo era giunto il personale medico del servizio sanitario d’emergenza 118.
I due diportisti soccorsi erano stati successivamente trasportati alle strutture ospedaliere di Savona e Pietra Ligure.
IL RACCONTO DEL SALVATAGGIO
Nell’immediatezza del fatto, subito compresa la gravità della situazione che si era venuta a trovare, Lorenzo Testa e Elia e Pietro Biasissi, padre e figlio, tutti a bordo della stessa imbarcazione, si erano diretti verso le due imbarcazioni coinvolte. Raggiunto il luogo dell’incidente Testa, appreso dagli occupanti dello yacht che Serra si trovava intrappolata nello scafo semisommerso dello sciallino, aveva deciso di indossare la propria attrezzatura (maschera e pinne) e si era tuffato per prestare soccorso al malcapitato.
Testa aveva raggiunto in apnea il naufrago, trovandolo in stato di incoscienza incastrato con la testa rivolta a prua di quel che restava del natante colliso ormai quasi del tutto affondato e aveva sfilato il corpo inerme, trascinandolo fin sulla spiaggetta di poppa dello yacht, dove aveva iniziato a praticargli le manovre salvavita del massaggio cardiaco (procedure apprese nell’ambito del corso da Assistente bagnanti).
Dopo circa dieci minuti di massaggio l’uomo aveva ripreso a respirare con difficoltà ed era stato trasbordato sulla motovedetta, per poi giungere nella banchina della sede del Comando della Guardia Costiera ed essere affidato alle cure del personale sanitario e trasportato con urgenza all'ospedale San Paolo. Serra, che era a bordo con la moglie Cristina Rossello (fortunatamente dopo un giorno di ricovero era stata dimessa) era stato ricoverato in rianimazione con prognosi riservata. Dopo qualche settimana era poi stato dimesso.
Per l’istruttoria della pratica con lo scopo del riconoscimento e concessione della ricompensa al merito civile quindi occorre proprio una apposita delibera della Giunta comunale, del luogo dove sono avvenuti i fatti, in relazione ad elementi conoscitivi e valutativi, in merito all’episodio di cui si è reso protagonista Testa. Con l'approvazione l'onorificenza ora dovrà essere conferita con un decreto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro dell’Interno.













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