Il Nazionale

Cronaca | 27 ottobre 2025, 17:44

Blitz al centro diurno per autistici di Cuneo: eseguite diciassette misure cautelari, due in carcere

C'è una nuova indagine a carico della coop. sociale "Per Mano", già coinvolta in un processo per presunti maltrattamenti su alcuni ospiti in cui sono accusati accusati oss, infermieri, un educatore e una psicologa

Blitz al centro diurno per autistici di Cuneo: eseguite diciassette misure cautelari, due in carcere

C’è un altro filone della vicenda della "cooperativa sociale per Mano" di Cuneo, realtà che accoglie persone affette da patologie dello spettro autistico, gravi e gravissime, su cui la Procura di Cuneo sta indagando e che parrebbe essere più delicato e complicato di quello per cui a dicembre inizierà il dibattimento.

Fatti che, si apprende, sembrerebbero più gravi di quelli contestati nel primo fascicolo e per cui sono state eseguite alcune misure cautelari: due in carcere, quattro ai domiciliari, undici divieti di avvicinamento, alcuni di loro con braccialetto elettronico e altri con obbligo di firma

Ad essere confluiti nella seconda lista degli indagati, alcuni di questi già iscritti nel primo fascicolo e per cui prenderà avvio il processo il 16 dicembre prossimo, ci sono anche nuovi nomi degli operatori della cooperativa.

Il “primo filone” è in piedi in tribunale dal 2021, anno in cui la Procura di Cuneo aveva già formulato la richiesta di rinvio a giudizio degli imputati ma senza ottenerlo: in quell’occasione,  il gip Alberto Boetti aveva infatti rigettato la richiesta per la ‘vaghezza del capo imputazione’. Riformulate le accuse, ad oggi sono dodici gli operatori della cooperativa sociale "Per Mano" rinviati a giudizio con l'accusa di maltrattamenti nei confronti degli ospiti del centro. Venticinque, tra ospiti e consorzi, hanno deciso di costituirsi parte civile.

Nel capo di imputazione redatto dalla Procura di Cuneo si parla di "privazioni di cibo", "ospiti umiliati e mortificati", "aumenti delle dosi di psicofarmaci tranquillanti" e  botte. Secondo il pm, infatti, ciò che sarebbe avvenuto tra le mura di via Savona, ancora tutto da dimostrare, si sarebbe svolto nella totale indifferenza della direttrice e della coordinatrice della struttura, finite a processo assieme a quattro infermieri, quattro operatori socio sanitari, un educatore e una psicologa. Degrado, umiliazioni corporali e psicologiche, punizioni: una ricostruzione inquietante che farebbe riferimento ad un periodo compreso tra il 2014 e il 2019. 

Come detto, alla direttrice e alla coordinatrice vengono imputate condotte omissive, una "deliberata indifferenza e trascuratezza verso i bisogni esistenziali e di cura degli ospiti, rimanendo inerti e tollerando un clima di sopraffazione". In particolare, si legge nell'impianto accusatorio,  gli ospiti sarebbero stati sottoposti ad una "continua situazione di sofferenza fisica e prostrazione psicologica" e "costretti ad assistere alle vessazioni realizzate ai danni di altri e, dunque, a vivere in un clima di paura".  
 

Alcuni di quei quindici presunti maltrattati, all'epoca dei fatti erano ancora minorenni: il più giovane è nato nel 2006. Tra quegli episodi contestati e verosimilmente violenti, ci sarebbe il lancio di una scarpa al volto di un ragazzo da parte di un infermiere e un pugno all'occhio. Inoltre, la psicologa avrebbe schiacciato ad uno di loro i genitali con il ginocchio per contenerne gli impulsi sessuali.
 

Anche la somministrazione di farmaci, secondo il pm, non sarebbe stata regolare. Alcuni ospiti sarebbero rimasti per "lungo tempo" nella "relax room": una stanza dove venivano accompagnati durante la fase acuta di crisi di agitazione psicomotoria della loro patologia. Ma ad essere portati lì, sostiene l'accusa, sarebbero stati anche gli ospiti "noiosi" o chi veniva lasciato nudo dopo essersi orinato e defecato addosso. 
 

CharB.

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