Il Nazionale

Cronaca | 22 ottobre 2025, 18:28

Tra il sacerdote e la sedicenne nessuna costrizione e nessun rapporto completo: ecco perché non si può parlare di violenza sessuale

Dal 2015 al 2016, anno nel quale la giovane compì il suo diciottesimo compleanno, le condotte contestate dalla Procura di Cuneo all'ex parroco del Cuore Immacolato don Carlo Occelli, che ha patteggiato una pena di un anno e otto mesi

Tra il sacerdote e la sedicenne nessuna costrizione e nessun rapporto completo: ecco perché non si può parlare di violenza sessuale

Nessun rapporto sessuale, ma baci, carezze, abbracci e toccamenti. Questi gli atti sessuali con la ragazza, all’epoca dei fatti sedicenne, che sono stati contestati a don Carlo Occelli, parroco cuneese conosciuto ai più come "don Ocio", che per quei fatti ha patteggiato un anno e otto mesi di reclusione in sede di indagini preliminari. 

La pena, come stabilito dal gip Alberto Boetti, rimarrà sospesa qualora il religioso frequenti e superi con profitto alcuni corsi di recupero.

L'ipotesi contestata al religioso è infatti quella contemplata dall'articolo 609 quater comma 2 del Codice Penale: la meno grave, la fattispecie in cui vi è assenza di violenza e minacce.  

I fatti per i quali la Procura della Repubblica di Cuneo ha proceduto si collocano temporalmente dal 2015 al 2016, anno in cui la giovane donna compì il suo diciottesimo compleanno.  La condotta presa in considerazione dal pubblico ministero si riferiscono quindi al periodo in cui la ragazza era ancora minorenne, a cavallo tra i suoi 15 e i 17 anni. Irrilevante, dunque,  il consenso da lei prestato, consenso che nel caso specifico c'era, come supportato dalle indagini. 

Al contrario, se così non fosse stato, il reato contestato sarebbe stata quella di "violenza sessuale su minore", una delle ipotesi più gravi. 

La vicenda ruota così attorno alle tempistiche: se i fatti fossero accaduti con la maggior età della giovane non ci sarebbe stato alcun reato. 

In quegli anni il sacerdote, ordinato presbitero nel 2001, aveva operato nelle parrocchie di San Rocco Castagnaretta e poi del Cuore Immacolato di Maria di Cuneo. Molto stimato e ben voluto dai giovani, per questi fatti, circa un mese fa, è stato trasferito a Trieste, destinato ad altra attività in ambito caritativo. “Una procedura canonica”, scrive in una nota la Diocesi di Cuneo.  

L’istanza di patteggiamento era stata presentata dai difensori dell’imputato in fase di indagini preliminari. 

Quanto alla richiesta di risarcimento avanzate dall’avvocato della giovane donna, la legale Ilenia Dalmasso, dovrà essere eventualmente presentata in sede civile.

Redazione

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