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Eventi | 21 ottobre 2025, 16:47

Il Tar rinvia al 2026 il verdetto sul caso-Festival: Just Entertainment punta a rafforzare il ricorso contro Rai e Comune

La casa discografica di Sergio Cerruti contesta il bando troppo favorevole alla Tv di Stato e chiede nuovi accertamenti sull’intesa

Il Tar rinvia al 2026 il verdetto sul caso-Festival: Just Entertainment punta a rafforzare il ricorso contro Rai e Comune

Slitta alle porte della prossima primavera il verdetto sulla coda giudiziaria del caso-Festival. Come previsto, infatti, il Tar ligure ha rinviato la discussione sull'ultimo ricorso presentato dalla Just Entertainment (JE) di Sergio Cerruti, incentrato sull'impostazione data dal Comune alla manifestazione d'interesse per affidare l'organizzazione della gara canora ed i relativi diritti di trasmissione. Perché, in sostanza, ritenuta troppo favorevole alla Rai, peraltro unica partecipante al bando. La nuova data per l'udienza di merito è fissata al 20 marzo 2026.

D'altronde, a chiedere il posticipo è stata la stessa etichetta discografica, intenzionata a presentare motivi aggiunti rispetto alle contestazioni iniziali. Una mossa prevedibile, considerato il recente accordo tra Rai e Comune che ha chiuso la travagliata fase negoziale, con l'assegnazione delle prossime tre edizioni della kermesse e la possibilità di estendere il contratto per altri due anni, fino al 2030. L'obiettivo di JE è evidente: scandagliare le carte alla base dell'intesa (ma la convenzione, appena firmata dalle parti, è protetta da riservatezza) per cercare di rafforzare la propria posizione davanti ai giudici amministrativi. Cerruti è già riuscito a stravolgere le collaudate dinamiche festivaliere, quando all'inizio di dicembre 2024 ha ottenuto proprio dal Tar la bocciatura del reiterato sistema delle trattative dirette fra Palazzo Bellevue e Tv di Stato, costringendo l'amministrazione Mager ad aprire al "mercato" dei broadcaster. Adesso ci riprova, attaccando l'impianto dell'avviso di gara che ha poi portato al nuovo matrimonio d'interesse sull'asse Sanremo-Roma.

L'attesa sentenza arriverà, dunque, a Festival 2026 concluso. Aspetto non trascurabile, che sottrae l'edizione in costruzione dal peso della battaglia legale. Nell'udienza che ha fatto scattare i “tempi supplementari” della vicenda, la Rai ha formalmente rinunciato al ricorso per intervenuta carenza d'interesse. Già, perché anche l'ente di viale Mazzini si era opposto al bando comunale, nel solco delle motivazioni con cui ha cercato di difendere nelle aule della giustizia amministrativa il sistema delle convenzioni dirette, e insieme il format creato negli anni. Avendo poi partecipato e (soprattutto) essendo riuscita a trovare un'intesa per riprendersi le chiavi del grande evento, dal quale ricava enormi entrate pubblicitarie e ricadute d'immagine senza eguali, si è logicamente sfilata dalla causa. Il Comune, da parte sua, ha depositato una memoria difensiva per difendere legittimità e correttezza degli atti compiuti. La giunta Mager ha affidato la tutela dell'ente all'avvocato genovese Harald Bonura, esperto di diritto amministrativo.

Gianni Micaletto

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