Prenderà il via a partire dall’udienza fissata alle 9 di domani, mercoledì 22 ottobre, il processo di secondo grado che vedrà Mario Roggero imputato davanti alla Corte di Assise d’Appello di Torino. Il 4 dicembre 2023 il 71enne gioielliere di Gallo Grinzane era stato condannato dalla Corte d’Assise di Asti alla pena di 17 anni di reclusione – tre in più di quanto richiesto dal pubblico ministero presso la Procura astigiana Davide Greco – per avere ucciso i due rapinatori che il 28 aprile di due anni prima, 2021, avevano dato l’assalto al suo negozio di Gallo Grinzane.
Così come ad Asti, a giudicare il commerciante per il secondo grado di giudizio sarà nuovamente una giuria popolare, questa volta presieduta dalla dottoressa Cristina Domaneschi, chiamata a riunirsi a quasi quattro e sei mesi dal tragico mercoledì pomeriggio nel quale il commerciante, oggi xx enne, ferì mortalmente il 68enne torinese Giuseppe Mazzarino e il 44enne braidese Andrea Spinelli, i due banditi che insieme al 34enne albese Alessandro Modica si erano introdotti nel suo negozio per perpetrare una rapina finita nel sangue per la reazione di Roggero, che inseguì i banditi fuori dal suo negozio esplodendo quattro colpi di pistola, tre dei quali andati a segno, tra la piazzola all’esterno dello stesso e la centrale via Garibaldi.
Sono invece trascorsi 687 giorni dal pronunciamento della sentenza di primo grado, che aveva visto il collegio presieduto dal dottor Alberto Giannone respingere la richiesta di assoluzione avanzata dall’avvocato difensore Dario Bolognesi, il legale ferrarese subentrato nel corso del procedimento agli avvocati Aldo Mirate – deceduto nell’agosto 2023 – e Stefano Campanello.
Una sentenza poi argomentata nelle motivazioni depositate il 28 febbraio 2024. Quarantasei pagine con le quali i giudici astigiani avevano illustrato le ragioni che avevano portato la giuria a ritenere il commerciante responsabile di duplice omicidio volontario, tentato omicidio (nei confronti di Alessandro Modica) e di porto abusivo di arma da sparo (per avere sparato al di fuori del suo negozio). E illustrato perché, di contro, andavano invece respinta la giustificazione della legittima difesa, mancando i requisiti – a partire dall’esistenza di un pericolo "attuale" e della proporzionalità tra lo stesso e la reazione messa in atto dall’imputato – che il Codice Penale richiede affinché tale istituto possa venire richiamato.
Roggero era stato anche obbligato al pagamento delle spese processuali, dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, interdetto legalmente per tutta la durata della pena e condannando altresì al risarcimento dei danni a favore delle 14 parti civili costituite nel processo, a favore delle quali erano state disposte provvisionali immediatamente esecutive per l’ammontare complessivo di 480mila euro. Queste erano andate ad aggiungersi ai 300mila euro versati dal commerciante prima che il processo avesse inizio, ma secondo quanto riferito dai legali di parte civile non sono ancora state versate.
Era stato poi condannato a rifondere le spese legali sostenute dalle parti civili per un totale di 22mila euro, mentre il totale delle richieste per "danno parentale" avanzate dai familiari dei due rapinatori assommavano a 2,8 milioni di euro.
DIFENSORI E PARTE CIVILE
Mario Roggero si appresta ad affrontare il nuovo processo assistito dal collegio difensivo costituito dall’avvocato professore Stefano Marcolini e dall'analista processuale, professor Sergio Novani, legali già saliti agli onori delle cronache per aver fatto parte del pool che ha assistito Massimo Bossetti, il muratore di Brembate di Sopra (Bergamo) condannato all’ergastolo per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio.
"Da oltre un anno e mezzo – avevano commentato Novani e Marcolini al nostro giornale nei mesi scorsi – stiamo lavorando in funzione del procedimento di secondo grado e siamo fiduciosi che la Corte di Assise di appello di Torino potrà riconoscere al signor Roggero la giustizia che merita, affermando non solo la non colpevolezza, ma anche e soprattutto l'evidenza della legittima difesa, inusitatamente negata in primo grado".
Ragionevole pensare che il nuovo procedimento possa venire celebrato nel giro di pochi mesi, contenuto in un massimo di tre o quattro udienze. Questo a meno che la corte non ritenga di rinnovare l’istruttoria. Un’ipotesi piuttosto remota secondo gli avvocati di parte civile Renato Careglio, che rappresenta i parenti di Andrea Spinelli insieme al collega Flavio Campagna, e Angelo Panza, che tutela invece madre, fratelli e sorella di Giuseppe Mazzarino. "Chiederemo la conferma della sentenza di primo grado, completa sotto ogni aspetto, fattuale e giuridica", dicono i due legali auspicando che la Corte d’Assise d’Appello arrivi ad analogo giudizio e ricordando come il processo di primo grado si è snodato lungo quattro udienze preliminari e nove in dibattimento, "durante le quali la difesa ha avuto ampio spazio per esercitare le proprie istanze con ogni mezzo istruttorio".
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