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Politica | 16 ottobre 2025, 07:21

Sanremo: Festival ok ma all'orizzonte un rimpasto di giunta e tanti cantieri, intervista al sindaco Alessandro Mager

Il sindaco difende le scelte su Casinò e grandi opere, prepara un chiarimento con Biancheri e chiede più sicurezza in città

Sanremo: Festival ok ma all'orizzonte un rimpasto di giunta e tanti cantieri, intervista al sindaco Alessandro Mager

Il nodo principale è stato sciolto, mettendo il Festival al sicuro almeno per i prossimi tre anni, ma sulla scrivania del sindaco Alessandro Mager restano altre pratiche “scottanti”, tra cantieri che preoccupano e progetti strategici che stentano a decollare, oltre al tema della sicurezza. E ora anche segnali di inquietudini che attraversano e scuotono la sua eterogenea maggioranza a trazione civica con sponda progressista, tanto da profilarsi all'orizzonte un rimpasto di giunta dopo nemmeno un anno e mezzo dall'insediamento a Palazzo Bellevue. Sedici mesi vissuti intensamente (e un po' rischiosamente), suo malgrado, toccando con mano le difficoltà di guidare una città complessa come Sanremo, che sconta pure il privilegio di essere sempre in copertina, ammirata e criticata al tempo stesso.

Ha contato più l'avvocato, abituato a studiare i casi anche più spinosi, o l'amministratore ancora acerbo, ma fermo nella tutela dell'interesse pubblico, nella soluzione positiva della vicenda-Festival? “Direi entrambe le cose. L'essere avvocato mi ha aiutato parecchio, come si può dire per il collega assessore Sindoni, pur essendo stati affiancati da bravissimi legali specializzati nel diritto amministrativo. Da soli non avremmo potuto gestire una questione così delicata, che ci imponeva di prestare la massima attenzione a molti aspetti. Anche perché su pratiche come questa il controllo dei Tar è davvero profondo. E, ovviamente, avevamo la piena consapevolezza dell'importanza per la città di garantire la continuità dell'evento, specie nei momenti in cui venivano diffuse notizie, vere o immaginate che fossero, di possibili alternative che la Rai avrebbe potuto mettere in campo in altre località. Ciò detto, non credevo, e ne resto convinto, che una manifestazione stile la nostra potesse essere portata altrove, perché non avrebbe avuto lo stesso riscontro del Festival, con la sua storia. Lo conferma pure il fatto che, non da oggi, tutti ne semplificano e identificano il titolo con Sanremo, cioè il nome della città e basta.”

A proposito di Festival, resiste l'idea perorata da molti di dedicare una statua anche a Pippo Baudo, il “re” della kermesse da poco scomparso, dopo quella che ricorda Mike Bongiorno, donata al Comune dalla famiglia di “mister allegria”? “Abbiamo contattato la famiglia, come annunciato, per capire cosa ne pensi, perché è del tutto evidente che serva l'approvazione per iniziative come questa, al di là delle possibili modalità. La storica assistente di Baudo (Dina Minna, ndr), che ancora si occupa della sua immagine, ci ha fatto sapere di essere disponibile a parlarne. Vedremo dove sia possibile incontrarci, qui oppure a Roma”.

E arriviamo ai “mal di pancia” nella sua amministrazione. Sanremo al Centro, gruppo di riferimento dell'ex sindaco Alberto Biancheri, rivendica un riequilibrio dei pesi di maggioranza, essendo la seconda lista per consensi in scia ad Anima, dopo che la presidenza del Casinò è andata a Forum nella persona del leader Pino Di Meco, in aggiunta all'assessorato assegnato dall'inizio a Giuseppe Sbezzo Malfei. Due poltrone contro la sola ottenuta da Sanremo al Centro, quella da presidente del Consiglio comunale sulla quale siede Alessandro Il Grande. Biancheri ha fatto trapelare il malcontento, dopo aver tenuto a lungo un basso profilo. E si aspetta, quindi, che sia liberato un posto in giunta per il suo gruppo (il sacrificato potrebbe essere Sbezzo Malfei, se dovesse prevalere il concetto del vecchio manuale Cencelli). Come pensa di uscirne? “Quello che avevo da dire è contenuto nel comunicato diffuso quando sono apparse notizie su organi di stampa. E oggi non posso che confermarlo. Di più non dico”.

In sintesi, il sindaco aveva spiegato le ragioni della scelta di Di Meco per il vertice della casa da gioco, sottolineando che venne 'supportata da tutti, con l'impegno unanime a riequilibrare la rappresentanza politica in favore di Sanremo al Centro, con modalità e tempistiche da definire'. E respingendo le tesi legate a 'pressioni o contrapposizioni interne'.

Ora Biancheri & C. attendono risposte concrete. E l'ex sindaco, con il quale i rapporti si sono raffreddati dopo le elezioni, ha fatto sapere di aver ricevuto una sua telefonata che prelude a un chiarimento a cena. “Confermo. Ci vedremo a cena prossimamente”.

Intanto la lista civica più vicino a lei, Anima, si sta riorganizzando dopo le dimissioni (forzate) del presidente Stefano Puppo: varata un'ampia consulta per accompagnare il movimento, di cui è stato tra i fondatori, fino alla prossima primavera quando sarà eletto il nuovo vertice. “Plaudo all'iniziativa. Ma sono il sindaco di quattro liste civiche di riferimento, alle quali si sono aggiunte quelle con cui abbiamo stretto un accordo programmatico al ballottaggio (Generazione Sanremo e Pd, ndr)”.

Alcuni consiglieri della sua maggioranza hanno preso la tessera di Forza Italia (che è all'opposizione a Palazzo Bellevue, con un solo seggio), e con il ritorno di Claudio Scajola nel partito che ha contribuito a plasmare al fianco di Berlusconi c'è chi ipotizza altri possibili “acquisti”. “La mia posizione è ben nota a tutti: ciascuno è libero di aderire a un partito, purché in Consiglio conservi l'appartenenza civica con cui è stato eletto”.

Ed a proposito di Scajola, ha annunciato l'intenzione di ricandidarsi alla presidenza della Provincia. Starà dalla sua parte? “Dobbiamo ancora stabilire chi tra di noi si candiderà, in rappresentanza di Sanremo. In ogni caso, ci sono tutti i presupposti affinché chi deciderà di proporsi lo faccia nella lista del presidente uscente. Anche perché non ho notizia di altri possibili candidati in alternativa a Scajola. Che, personalmente, considero il migliore amministratore possibile per il nostro territorio. E con questo confermo che non ho alcun interesse a candidarmi: mi basta essere il sindaco della mia città”.

Capitolo grandi opere, di cui ha tenuto per sé la delega. Le modifiche al project financing per la radicale rivisitazione di porto vecchio e dintorni hanno superato il vaglio del Consiglio comunale, in particolare il nodo del tunnel sotto via Bixio. Ma ancora non s'intravvedono possibili date per concretizzarlo. “La palla è passata al proponente (la società Porto di Sanremo, ora controllata dal fondo anglo-indiano dei fratelli Reuben, ndr), che deve presentare il progetto di fattibilità tenendo conto delle indicazioni espresse dall'amministrazione, attraverso il responsabile del procedimento. Penso che abbia tutto l'interesse ad accelerare. E noi confidiamo che la procedura possa risultare il più spedita possibile”.

E' lo stesso gruppo che ha in concessione Portosole, il cui piano di completamento delle opere a terra approvato dal Comune (con interventi anche sulla viabilità) non è ancora decollato, dopo la demolizione del cosiddetto ecomostro. “Posso dire che la prima opera prevista è quella della rotatoria a San Martino, nell'ambito degli interventi concordati a favore della collettività. I lavori dovrebbero partire a breve”. 

Il Palazzetto dello sport a Pian di Poma è rimasto alle fondazioni, bloccato da un paio d'anni, quindi prima del suo insediamento, a causa delle gravi difficoltà in cui sono incappati i costruttori. E l'impresa che si è dichiarata disponibile a prendere le redini ha sollevato il problema dei costi da rivedere, circa 3 milioni in più.  “Per questo, dopo interlocuzioni e il parere del Comitato consultivo tecnico, è stato affidato un incarico per rivalutare a fondo il computo metrico estimativo, in modo da comparare l'esito con le conclusioni alle quali è giunta la subentrante Giò Costruzioni. Dal confronto si arriverà a una scelta definitiva”.

In piazza Eroi si lavora per la realizzazione del parcheggio, malgrado i problemi dell'impresa costruttrice, per ora autorizzata a proseguire dal tribunale. “Non abbiamo più avuto notizie da Trieste, cioè dal tribunale competente per la situazione della ditta. L'attività di cantiere sta proseguendo, pur nelle difficoltà, ma non nascondo la preoccupazione per il completamento dell'opera”. 

Per l'area dell'ex stazione e il lungomare Calvino-Dapporto c'è una proposta progettuale privata che giace negli uffici da tempo. Perché? “La parte proponente deve rispondere alle osservazioni formulate dagli uffici. E, da quel che ne so, dovrebbe ricalibrare il progetto, anche in funzione dell'assetto della stessa compagine imprenditoriale”.

Sicurezza: Sanremo è una delle città italiane più videosorvegliate in rapporto a popolazione e territorio. Ma sembra non bastare, tanto da chiedere un impiego più massiccio di forze dell'ordine. “A fine estate, in particolare, si sono verificati alcuni episodi che hanno destato allarmismi limitati alle ore notturne, dovuti soprattutto a balordi che girano anche in altre zone. Al tavolo dell'ordine e della sicurezza pubblica abbiamo insistito per ottenere una maggiore presenza di forze dell'ordine in città. E come sindaco ho appena emesso l'ordinanza che limita l'accesso agli alcolici in determinate zone, dove risse e anche schiamazzi sembrano essere la conseguenza dell'abuso di alcol di notte”. 

E' diventato un “caso” anche il futuro del mercato annonario, dopo che il gruppo alimentare Arimondo ha presentato al Comune una proposta gestionale legata al destino dell'ex area Sati alla Foce, abbandonata da decenni, che ha acquisito. Ne è scaturita la sollevazione degli operatori della struttura, spalleggiati dalle organizzazioni di categoria. “Proprio in queste ore è fissato l'incontro tra le parti da noi voluto, dopo esserci confrontati con i commercianti interessati, per sentire direttamente dai rappresentanti di Arimondo qual è il loro intento effettivo, quali idee hanno maturato. Penso che sia dovere di un'amministrazione ascoltare tutti e poi decidere, tenendo sempre ben presente l'interesse pubblico. E in questo caso partendo dal presupposto che non sia accoglibile la proposta di legare l'ex area Sati all'annonario: non può essere questa la chiave di volta”. 

Gianni Micaletto

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