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Politica | 13 ottobre 2025, 09:40

CONTROCORRENTE / Fra un anno in Provincia si prospetta un “derby civico”

Patto Civico e Rete Civica sono i due soggetti che si stanno affacciando sul proscenio con ambizioni da scudetto. I primi un capitano ce l’hanno già, Luca Robaldo; i secondi lo devono trovare. A Cuneo e Busca si stanno per scrivere due pagine che faranno capire se il “modello Cuneo” in salsa politica avrà o meno un futuro politico

CONTROCORRENTE / Fra un anno in Provincia si prospetta un “derby civico”

Di martedì. Non è il titolo della trasmissione di Giovanni Floris, che va in onda su La7, ma più prosaicamente il giorno scelto dai due nuovi soggetti civici che si affacciano sul proscenio politico per il loro esordio.

Martedì 15 ottobre nasce a Cuneo la Rete Civica; martedì 23 si costituisce formalmente a Busca il Patto Civico.

Il Cuneese non è nuovo a laboratori del genere, laboratori che in passato, a ben vedere, hanno fatto più la fortuna dei loro ispiratori che non dei soggetti in sé.

Rete e Patto guardano alle comunali del 2027, che interesseranno 3 delle 7 sorelle: Cuneo, Mondovì e Savigliano, municipi in cui gli elementi civici sono già ampiamente presenti, ma che non potranno eludere l’appuntamento elettorale provinciale tra un anno.

Rinviato sine die il ritorno all’elezione diretta, in Provincia si voterà infatti ancora una volta con il sistema riservato ai soli amministratori comunali e con il metodo cosiddetto “ponderato”( i Comuni maggiori pesano di più).

Chi ha l’occhio appena più smaliziato sulla politica sa che in realtà né la Rete né il Patto nascono “vergini”, perché - per quanto sotto traccia - sono condizionati (se non eterodiretti) rispettivamente da centrosinistra e centrodestra.

Sulla Provincia (intesa come Amministrazione Provinciale) il Patto parte avvantaggiato in quanto l’attuale presidente Luca Robaldo del Patto è a tutti gli effetti padre e referente.

Nella tornata elettorale provinciale del 2024 la lista del Patto Civico aveva espresso 4 consiglieri ottenendo lo stesso numero delle due formazioni del centrodestra e del centrosinistra.

Queste due, “Ripartiamo dalla Granda” e “La Nostra Provincia”, erano anch’esse formalmente civiche pur contemplando la presenza esplicita di esponenti di partito.

Ricordiamo che nell’autunno 2026 – quando si tornerà alle urne in Provincia – si voterà sia per il Consiglio provinciale che per il presidente.

Quest’ultima carica è politicamente pesante, considerata alla stregua di un assessorato regionale per quanto “senza portafoglio”.

Il Patto per mantenere le posizioni, specie la presidenza, dovrà inevitabilmente fare i conti con Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega.

 Rete Civica cercherà di sparigliare e per farlo dovrà trovare amministratori nei vari Comuni e indicare un candidato presidente gradito al Partito Democratico.

 A meno che – ma qui apriamo il capitolo della fantapolitica caro ad alcuni nostri detrattori – i “civici” intendano interloquire tra loro.

Se mai succedesse, se mai cioè si arrivasse ad un’improbabile intesa Patto Civico-Rete Civica, si potrebbe – ma solo allora – riparlare di “modello Cuneo” unico e davvero politicamente originale.

Le finalità indicate negli atti costitutivi lasciano intravedere parecchi tratti comuni, ma noi sappiamo che in politica per capire come stanno realmente le cose bisogna andare oltre le apparenze.

Tutto ciò premesso, le tappe di Cuneo e Busca si prospettano comunque interessanti.

 Staremo a vedere se i due prossimi martedì modificheranno (e in quale direzione) il corso della politica cuneese.

Giampaolo Testa

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