Un uomo solo al comando, la sua maglia è iridata, il suo nome è Tadej Pogacar. Adesso sì che possiamo dirlo senza vergogna né pudore: Fausto Coppi non se ne avrà a male.
La storia è storia: quando ci entri, non ci esci più. Tadej Pogacar era già lì, nel libro del ciclismo, ma da oggi è anche un po' più vicino alla leggenda.
Oggi il ventisettenne campionissimo (minuscolo) sloveno è un po' anche Campionissimo (maiuscolo): vince il quinto Lombardia consecutivo, edizione numero 119, superando Fausto Coppi (fermo, si fa per dire, a 4). Mai successo prima: né al Lombardia, né alla Sanremo, né al Fiandre, né alla Roubaix, né alla Liegi, cioè gli altri Monumenti del ciclismo. Quest'anno Tadej aveva già divorato Fiandre, Tour, Liegi, Mondiale, Europeo; nel 2024 Giro, Tour, Mondiale, Liegi e Lombardia.
L'aveva annunciato e, ancora una volta, l'ha fatto davvero (proprio questa è la sua forza: tutti se l'aspettano, e lui arriva puntualissimo, secco e impossibile da respingere come un fulmine). Tadej è partito in progressione a 36,5 chilometri dal traguardo di Bergamo, quasi a metà salita del Passo di Ganda, quando lì davanti erano rimasti in sei, ma di questi tre erano della UAE Team Emirates XRG (Tadey, Jay Vine e uno strabordante Del Toro, che ha maciullato quel che rimaneva del gruppo, tra cui Remco Evenepoel). Nei primi 4 chilometri di attacco il re rifila 54 secondi a Simmons, 1'14" al gruppetto Evenepoel e 2'28" al gruppo Roglic. Alla fine piomberà sul traguardo di Bergamo, fendendo ali di folla, davanti - molto avanti - a Evenepoel, staccato di 1'48", e a Michael Storer, finito a 3'12".
Ma perché questo numero 1 viene accolto, dal Tour al Lombardia (decima classica monumento vinta) passando per la Tre Valli, da ali di folla che lo attendono, pur sapendo che l'esito sarà scontato e farà il vuoto? Perché in Tadej non si intravede neppure una crepa, in sella come nella vita: il viso di un ciclista racconta passato, presente e futuro, qui la "fine" non è neppure contemplata, ma non ci si ricorda nemmeno l'inizio di questo suo regno.
Tadej è un evento celeste, arriva e passa tra lo stupore. È Luna nuova, crescente, piena e mai calante. Parte in discesa, parte in collina, parte in salita. I compagni, per lui, si gettano nel fuoco e si immolano fino all'esaurimento fisico e nervoso. Il gruppo lo teme e lo ascolta. Sa sorridere, sa essere duro, sa tendere una mano. È riconoscente. È di parola. Piace ai suiveur e ai bambini, che vedono in lui un sorriso e un viso fanciullesco.
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