Aprirà le sue porte domani, domenica 12 ottobre, la mostra ‘Moby Dick - La Balena. Storia di un mito dall’antichità all’arte contemporanea’, un percorso che unisce arte, letteratura e scienza.
Le stanze degli appartamenti del Doge, al primo piano di Palazzo Ducale, sono la cornice di un’esposizione immersiva e multisensoriale, capace di dare vita a un’esperienza complessa.
Perno centrale è il romanzo Moby Dick, di Herman Melville, libro del 1851, che accompagna una visita ribaltata nel percorso canonico (si entra infatti dalla Cappella Dogale) ma anche nel senso dell’esposizione vera e propria, non organizzata per aree tematiche né cronologica, offrendo numerosi spunti di riflessione per un allestimento inedito.
Nelle sale, tempo e spazio non seguono un andamento lineare ma si mescolano, raccontando secoli di rappresentazioni del mare e del mito della balena, facendo dialogare linguaggi d’arte che spaziano dal Medioevo alla Contemporaneità.
Curata da Ilaria Bonacossa, direttrice di Palazzo Ducale, e da Marina Avia Estrada, con la collaborazione di Michela Murialdo e della TBA21 - Thysssen - Bornemisza Art Contemporary, questa esposizione è nata proprio dal mito letterario di Melville: “Tutti conosciamo Moby Dick - racconta Bonacossa - tutti sappiamo chi è Achab, ma pochi hanno letto davvero il romanzo. È un libro moderno, enciclopedico, che parla della lotta tra uomo e natura, un tema oggi più attuale che mai. L'idea è quella di immergersi in un mondo in cui la balena è sacra per studiare anche la storia della baleneria, della caccia. Emergono anche temi come la ricerca del sapere nella bianchezza della balena, che è una metafora del bisogno di conoscenza legata anche all'arte concettuale ”.
La mostra propone un percorso immersivo e multidisciplinare, una Wunderkammer contemporanea in cui convivono scultura, pittura, suono e realtà aumentata. Dalle antiche rappresentazioni dei mostri marini fino ai video di Joan Jonas e all’installazione interattiva di Woodsang, il visitatore è invitato a immergersi nel ventre della balena o, perché no, nella chiglia di una nave: "Con il primo si trova un'idea più ottimista di armonia con la natura. Ci immergiamo in una performance tra pesci e acquari. Con l'installazione di Woodsang, invece, viviamo la soggettività della balena, Un'opera fatta con una piattaforma di gaming dove per più di ventitré ore facciamo tutto ciò che fa questo animale, compreso il tornare a galla ogni ora per respirare".
“L’allestimento - racconta ancora Bonacossa - stravolge gli spazi, portando il pubblico dentro corridoi che ricordano la chiglia di una nave o il ventre della balena. Si passa da tavole del Quattrocento fino a installazioni digitali, suoni e visori in realtà aumentata. È un’esperienza che accompagna il pubblico e stimola la curiosità verso l’arte contemporanea”.
La fine del percorso è un’esperienza immersiva che abbraccia la realtà aumentata che, per Bonacossa, è “un linguaggio affascinante e contemporaneo. Permette di vivere per 14 minuti sul Pequod, di respirare come una balena, di sentire la sua prospettiva. È un modo generoso per far vivere l’avventura anche a chi il romanzo magari non l’ha mai letto”.
Per Bonacossa, la mostra è anche un modo per “rileggere” il mare e la città: “Nel 1992 Genova ha riaperto il suo rapporto con il mare, diventando una città di cultura. Oggi può tornare a guidare una visione sostenibile e internazionale, anche attraverso l’arte”.
Sara Armella, presidente della Fondazione Palazzo Ducale, sottolinea l’importanza culturale e simbolica dell’esposizione: “Questa è una mostra che riesce a coniugare il romanzo e la grande storia attraverso le arti visive, l’arte antica, moderna e contemporanea, ma anche attraverso documentari, immagini e reperti storici ed economici. È una mostra che parla di Genova, del rapporto dell’uomo con il mare e del momento di svolta che la città ha vissuto nel riscoprire questo legame”.
Alla sua prima da presidente, Armella ricorda chi l’ha preceduta alla guida dell’istituzione culturale : “Questa mostra appartiene al ciclo precedente, quindi un ringraziamento va fatto al presidente Beppe Costa. al suo lavoro e al lavoro che è stato fatto da tutto il gruppo del consiglio direttivo che che ha fortemente contribuito alla sua realizzazione”.
Armella evidenzia anche la doppia rete di relazioni che sostiene il progetto: "Da un lato la collaborazione internazionale con la Fondazione Thyssen, dall’altro un lavoro corale con i musei cittadini, dai Musei di Strada Nuova al Museo Doria, dal Chiossone al Galata, che hanno contribuito con entusiasmo. È una mostra autoprodotta, nata dal lavoro del nostro gruppo interno e di Ilaria Bonacossa, e rappresenta un esempio di come Palazzo Ducale possa essere non solo luogo di esposizione, ma anche motore di costruzione di cultura”.
Anche Giacomo Montanari, assessore alla Cultura del Comune di Genova, vede in Moby Dick – La Balena un esempio virtuoso di collaborazione e innovazione: “È una grande mostra internazionale che va dall’arte antica al contemporaneo, con opere di artisti viventi e con il contributo dei musei cittadini. Questo dialogo tra istituzioni e territori è un valore per la città, perché consente di dare luce al patrimonio locale inserendolo in un racconto universale”.
Montanari lega il progetto anche al tema che il Comune ha scelto per l’anno in corso: “Il 2025 è l’anno dedicato all’Ottocento, il secolo dei grandi romanzi e delle trasformazioni culturali. Questa mostra, che unisce linguaggi e tempi diversi, parla a pubblici diversi: ai bambini, con installazioni interattive e tecnologia, e agli studiosi, che troveranno un percorso scientificamente curato e ricco di spunti”.
In mostra opere e prestiti provenienti da importanti istituzioni italiane - dal Museo delle Civiltà di Roma al Museo di Capodimonte, dall’Opificio delle Pietre Dure alla Triennale di Milano - oltre che dai principali musei genovesi: Museo Doria, Musei di Strada Nuova, Chiossone, Villa Croce, Castello D’Albertis e Galata Museo del Mare.
Un dialogo tra discipline e visioni che invita a perdersi, come Achab, nella ricerca dell’invisibile.
“Moby Dick – La Balena” apre il 12 ottobre e sarà visitabile fino al 15 febbraio 2026 negli spazi dell’Appartamento e della Cappella del Doge di Palazzo Ducale.
Commenti