Ha colpito con crudeltà, il destino, in via Siracusa a Busto Arsizio. L’incidente mortale avvenuto nel pomeriggio di ieri (vedi QUI), costato la vita a una signora di 82 anni, non poteva essere più spiazzante e doloroso. Come chiaro fin dall'inizio, anche se ovviamente la Polizia Locale non ha fornito dettagli definitivi sulla dinamica, alla guida dell’auto in manovra che ha investito la donna c’era il marito. Paola e Filippo, si chiamano così i protagonisti della vicenda (non pubblichiamo i cognomi per richiesta e rispetto della famiglia), erano mano nella mano da una vita. Si erano sposati giovanissimi, avevano alle spalle oltre 60 anni di matrimonio. Parrucchiere, lui, negozio non lontano dal Tribunale e dalla Camera del Lavoro. Lei, sarta, aveva scelto di dedicarsi alla famiglia. “Insieme”, “affiatati”: sono le parole che più si ripetono, oggi, nei pressi del loro domicilio, due piani e un piccolo giardino in un complesso residenziale quieto e ben curato. È il giorno dopo il fattaccio, la tranquillità che alberga nella via è quella solita, poco traffico e spazi verdi a intervallare le abitazioni.
«Siamo venuti a vivere qui tutti nello stesso periodo – ricorda una vicina, a pochi ingressi di distanza – più o meno 30 anni fa. Ci conosciamo, ci incrociamo da allora. I rapporti tra noi del civico 23 sono buoni, tranquillissimi. Quello che è successo ci ha sconvolti. Una coppia di persone gentili. Questa notte non riuscivamo a dormire».
Il nipote delle vittime (perché tale è anche il guidatore, disperato e sofferente) risponde con gentilezza a qualche domanda. «Ero appena stato a trovarli – racconta dal cancello – oggi sono qui per loro, di nuovo, ma in questa situazione… I miei nonni erano di Madonna Regina anche prima di trasferirsi qui. Questa è la casa che avevano voluto, che avevano comprato quando era ancora in costruzione. Qui sono cresciuti mia mamma, mio zio. Io stesso». Inevitabilmente il pensiero corre a quanto deve essere accaduto: «Erano andati a fare la spesa, stavano rincasando. Mia nonna è scesa dall’auto, mio nonno ha fatto una manovra ripetuta chissà quante volte. Eppure…».
Un’auto accosta, una signora si chiude lo sportello alle spalle, si avvicina e chiede informazioni. Ha letto dell’incidente, conosce bene una persona che potrebbe essere coinvolta ma ieri non ha trovato da nessuna parte l’identità della vittima (la famiglia, sgomenta, ancora stamattina chiedeva appunto una certa discrezione, in assenza di indicazioni diverse non riportiamo cognomi). «Però l’indirizzo e l’età corrispondono - aggiunge la passante – ho paura». Arriva la temuta conferma, gli occhi si sollevano al cielo.
Il pensiero, di lei e di tutti coloro che vivono sulla propria pelle questo duro momento, corre al marito.
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