Il Nazionale

Cronaca | 08 ottobre 2025, 06:05

Delitto Cella, tra gli ultimi teste il fratello di Cecere. Dal 22 ottobre la requisitoria del pm verso la sentenza

Un mistero lungo quasi 30 anni con un processo aperto la prima volta solo a gennaio attorno all'unica imputata per omicidio aggravato dai futili motivi

Delitto Cella, tra gli ultimi teste il fratello di Cecere. Dal 22 ottobre la requisitoria del pm verso la sentenza

È prevista per il prossimo 16 ottobre la prossima udienza in Corte d'Assise a Genova nel processo sul delitto di Nada Cella, la segretaria 24enne del commercialista Marco Soracco, uccisa il 6 maggio 1996 nello studio del professionista di Chiavari presso il quale lavorava.

E attorno all'ipotesi dell'accusa, su un mistero lungo quasi 30 anni con un processo aperto la prima volta solo a gennaio attorno all'unica imputata per omicidio aggravato dai futili motivi (mentre Soracco deve rispondere di favoreggiamento), Anna Lucia Cecere, ex insegnante cuneese accusata dell'omicidio, ora è il momento degli ultimi teste dell'accusa.

Dopo i ricordi degli inquirenti dell'epoca, le nuove indagini, le testimonianze di chi resta dopo quasi 3 decenni, in un mistero che annovera anche testimoni oculari e telefonate anonime che individuavano una donna nei pressi dello studio e nelle ore del delitto, macchiata di sangue mentre occulta qualcosa nel sottosella di un motorino e scappa, ora è il momento di tirare le fila di 10 mesi di analisi per ricostruire una personalità e un rapporto, a lungo celati.

Tutto ruota attorno ad una figura femminile entrata per un soffio nelle indagini e poi sparita, per quasi 30 anni. Aggressiva, gelosa, persecutrice, calcolatrice secondo  quanto emerge dall'incrocio tra testimonianze e indagini.

Dopo vicini, parenti, inquirenti, testimoni diretti, conoscenti, compagni del corso di ballo, ex fidanzati, ora all'esame dell'aula passerà anche uno dei fratelli della donna, che verrà sentito in video conferenza, uno degli ultimi teste. Vive in Germania e la sua testimonianza verrà acquisita da remoto motivata dalla distanza e dai problemi di agorafobia che gli impediscono di spostarsi. Ma potrà essere utile a ricostruire elementi legati alla personalità dell'imputata, mai comparsa in aula e che gli inquirenti hanno incontrato in fase di riapertura delle indagini.

Una grande assente della quale non si conosce che il passato e poco presente. Se i ricordi più precisi arrivati dai teste già ascoltati in questi mesi si fermano al 1996, la personalità dell'imputata si delinea tra qualche ciclico 'ritorno' tra le conoscenze rivierasche dell'ex insegnante, intanto trasferitasi nel cuneese, e i 'non ricordo' del muro di omertà che circonda ancora oggi la storia del delitto di Nada Cella.

Ed è infatti arrivata da fuori l'intuizione esterna di una criminologa che ha riacceso l'attenzione su una possibile mano femminile dietro un omicidio d'impeto, che nell'idea dell'accusa trae origine dal rapporto tra Cecere e Soracco, un'antica rabbia e desiderio di rivalsa di lei, di trovare una collocazione e una sistemazione, dopo una vita di difficoltà. E un allontanamento forse da un'amicizia o una frequentazione, che avrebbe innescato nella donna una ricerca di contatto, negato con il negarsi del commercialista. E solo per caso quel giorno, dopo settimane di telefonate respinte, ad aprire la porta dello studio e a fare le spese di una furia cieca fu Nada. Che era al lavoro in un lunedì mattina - quasi - come gli altri. 

Dopo il fratello a scandire i tempi di aula e udienze saranno prima la requisitoria del pm fissata a partire dal 22 ottobre, per la quale si lascia spazio per un'ulteriore seconda udienza la settimana successiva. Poi toccherà alle parti civili tra fine ottobre e inizio novembre. Dopodiché sarà il momento della sentenza, la prima pronuncia su verità giudiziaria. La più attesa.

Alberto Bruzzone

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