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Sport | 05 ottobre 2025, 23:36

Attacca? Sì, attacca… Varese e i pezzi del puzzle trovati sul pavimento a Sassari

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - Dopo un precampionato complicato e dalle tessere tutte in disordine, al PalaSerradimigni i biancorossi trovano improvvisamente quegli incastri mancanti in grado di creare una squadra e una vittoria. Con la voglia dei nani di guardare i giganti, con un Freeman metà Clark Gable e metà Gandhi, un Alviti e un Nkamohua fari e Moore e Moody che ne fanno una più di Bertoldo ma per adesso ti basta che ci "tengano". Certo non sarà sempre così facile...

Attacca? Sì, attacca… Varese e i pezzi del puzzle trovati sul pavimento a Sassari

Immaginatevi di essere a casa, in famiglia, nella classica serata tutto focolare di una volta, di quelle possibili quando il cellulare e tutte le altre distrazioni tecnologiche erano ancora in mente dei.

Facciamo un puzzle? Ok, facciamo un puzzle.

Svuoti la scatola e i tasselli son tutti sparpagliati sul pavimento. Ti metti di buzzo buono e cerchi tra quella massa indefinita il primo pezzo, poi uno che si attacchi ad esso. Son due. Continui: tre, quattro, cinque. Ti sembra di progredire, poi però sei costretto improvvisamente a fermarti: due tasselli combaciano alla perfezione, ma il terzo no. E allora lasci lì quei due tasselli e ti metti a cercarne altri che non c’entrano nulla con quelli precedenti, sperando prima o poi di poter tornare indietro e chiudere almeno una fila, di poter tornare indietro e vedere la figura che devi riprodurre formarsi, ingrandirsi… verificarsi.

È lunga, è dura. Ogni tanto di chiedi se val la pena, ancor più spesso se mai finirai.

Il precampionato 2025/2026 della Openjobmetis è stato un puzzle. Di quelli che a un certo punto ti fanno perdere un po’ la voglia. Pochissime vittorie, nessuna di spessore, in compenso ad attaccarsi son stati gli infortuni, i ritardi, i grattacapi. Nkamohua e Renfro insieme paiono una buona idea (quantomeno migliore di quelle di chi per anni ci ha voluto far credere che un’ala piccola e un magrolino potessero bastare sotto canestro…)? Bene, in un mese e mezzo non avranno fatto nemmeno un giorno di allenamento insieme… Freeman è il giocatore di classe e di spessore che mancava? Ha una gamba più corta dell’altra ed è fuori forma. Moore è un atleta considerevole? Sì, ma da fuori son solo ferri. La squadra va avanti nel primo tempo? Nel secondo si fa raggiungere, poi superare, quindi travolgere.

Poi arriva il PalaSerradimigni, fine estate, inizio autunno, sperando non sia già un inverno. Guardi quel puzzle che avevi lasciato lì e scopri che son saltati fuori dei pezzi che prima non avevi visto. O non avevi potuto vedere. O te li avevano nascosti. Scopri che forse si può andare avanti.

Scopri, per esempio, che senza il centro titolare e contro una Dinamo che proprio all’ombra delle plance può far valere il suo miglior giocatore (Thomas, accompagnato da un uomo che di legna ne taglia molta, McGlynn), i tuoi “nani” vogliono vender cara la pelle, vogliono provare a guardare in faccia i giganti: oggi Assui, Alviti, Moore, un trussone dopo l’altro, un fallo dopo l’altro, un salto dopo l’altro hanno coperto un buco solo con il desiderio, solo con l’abnegazione, solo con la forza di non mandare al diavolo all’ennesima urlataccia quel greco dai capelli precocemente bianchi che sta in panchina e che venderebbe pure sua madre se servisse a farli difendere.

Attacca? Sì, attacca.

Scopri poi che quello della gamba più corta dell’altra, quello dell’infortunio ammazza carriera, quello che a Venezia “chiamava” oltre 300 mila cocuzze e a Varese si è accontentato di meno (molto meno) della metà, è già in grado di affettare Bulleri e soci con la classe di un Clark Gable e la calma di un Gandhi. Tre bombe, senza scomporsi, nel momento del bisogno. E tanto tanto tanto equilibrio, da dispensare in campo, ma anche in panchina, da fratello maggiore che sa che i fratellini possono sbagliare ma son comunque dei bravi ragazzi.

Attacca? Sì, attacca.

Scopri che Alviti ha finalmente capito di essere un giocatore superiore alla media e quindi di dover fungere da faro. E scopri che Nkamohua sa segnare da fuori, sa attaccare il canestro, sa giocare il pick and roll e sa fare a sportellate. Che quest’anno l’area possa tornare a essere una parte del campo in cui pascolare per Varese e non l’Oceano Atlantico nella mente di un gatto siamese?

Attacca? Sì attacca.

Scopri che Moody fa una stupidaggine e un fallo, poi una stupidata e un altro fallo, poi un fallo e un tiro sbilenco, quindi vola come un Concorde a schiacciare un pallone (la giocata della serata e il cesto del sorpasso) e poi tira una spingardata che avrebbe abbattuto anche il vetro di una macchina blindata. E scopri che Moore sa entrare come il coltello nel burro e saltare come un Tiramolla, ma poi sa anche rovinare tutto con un fallo antisportivo stupido e una reazione immatura.

Attacca? No, non attacca per nulla, anche perché tu, due esterni così lontani dalla definizione di tiratore non li avresti mai presi, o almeno non tutti e due insieme. Poi però li vedi soffrire dei loro errori, vedi i compagni che li sostengono e li proteggono, vedi che ci tengono insomma. E allora sì attacca, attacca anche qui, almeno per stasera.

Scopri, infine e soprattutto, che la Varese che in precampionato non ha reagito a tal punto da farsi coprire di vergogna con un -54 degno di passare alla storia, alla prima che conta tira fuori i denti e reagisce. Si fa rimontare, ritorna, vince. Senza un titolare.

Attacca? Sì, attacca eccome.

Ma alla fine del puzzle, quello vero, mancano altri 29 pezzi e trovarli non sarà sempre semplice come a Sassari.

Fabio Gandini

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