Una terribile vicenda, qualche mese fa, ha scosso la comunità astigiana per una 12enne che si sarebbe tolta la vita in circostanze legate all’utilizzo dei social network e delle piattaforme digitali.
Di fronte a questo dramma, la famiglia ha scelto di lottare pubblicamente: è partita infatti la prima class action italiana contro Meta (società madre di Facebook e Instagram) e TikTok per responsabilizzare le piattaforme sui contenuti dannosi e sulla protezione dei minori.
L’azione legale, promossa anche grazie al sostegno di associazioni e legali specializzati, tra cui il Moige, mira ad ottenere il divieto totale di accesso ai social network per gli under 14, l’obbligo di informare meglio sui rischi permanenti e di dipendenza, e l’adozione di sistemi più efficaci per tutelare i giovani utenti.
La mamma della giovane, con parole che hanno commosso il paese, ha affermato che con la causa "vogliamo che nessun altro abbia a vivere il nostro dolore, serve chiarezza, controllo e rispetto per la fragilità dei ragazzi". L’appello dei genitori astigiani rappresenta un segnale forte, che potrebbe aprire la strada a nuove tutele in tutto il Paese.
Il caso ha rilanciato il dibattito sulla responsabilità delle piattaforme digitali, già oggetto di indagini in altri Paesi europei e negli Stati Uniti, dove sempre più famiglie chiedono interventi più rigorosi per proteggere i minori.
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