Il Nazionale

Cronaca | 01 ottobre 2025, 08:00

Crack e centro storico, viaggio nella notte di via Prè

Droga, spaccio, emergenza igienico-sanitaria: la situazione è al collasso. Cristiana Falavigna del Comitato Per Prè: "C'è un disagio tale che non sai dove può sfociare"

Crack e centro storico, viaggio nella notte di via Prè

Una 'pallina' a 5 o 10 euro, la prepotenza del crack che arriva alle finestre dei primi piani, le feci di chi consuma e non si sposta dal perimetro di via Prè e dintorni, dove gravita a ciclo continuo, tra l'acquisto della dose, il consumo, la botta e via a ricominciare senza soluzione di continuità.

È questa l'emergenza del centro storico di Genova, emergenza droga, emergenza spaccio, emergenza igienico-sanitaria, emergenza sicurezza, valsa una richiesta d'aiuto dal Comune a Roma, governo e ministero dell'Interno, per far fronte ad un fenomeno sovradimensionato per le spalle di un solo ente locale. Che richiede uno sforzo parametrato per permettere a un quartiere di vivere, ad un tessuto commerciale di continuare ad esistere, e a residenti che hanno investito e creduto in un territorio di non mollare la presa.

Esterno notte in zona Prè e dopo la visita della sindaca per una manciata di ore quella che si presenta è una situazione tranquilla a chi decide di fare una passeggiata nel quartiere che ha richiamato l'attenzione per l'emergenza sicurezza di questi giorni.

Tutto tace, ma solo per ora. È fatto di tante realtà il tessuto del centro storico di Genova che resiste, nell'ultimo avamposto tra piazza della Nunziata, via Balbi e via Gramsci: un territorio ristretto ostaggio di una tragedia sociale, il crack. E del terrore che si materializzino altre tragedie, come quella del Fentanyl, ancora un'ombra ma chissà per quanto.

Qui, dove le tendenze si materializzano in un lampo, nel perimetro tra porta dei Vacca e i primi metri di via Prè intanto si consuma crack 24 ore su 24, tra spaccio a cielo aperto, residenti costretti a convivere con l'invivibile, associazioni di quartiere e di residenti che resistono e tentano il tutto e per tutto per garantire una luce accesa. Vitale, come vitale è un orizzonte in quello che chi opera sul territorio non esita a definire il periodo più buio, almeno degli ultimi 20 anni.
Il crack è il problema dilagante. Non il Fentanyl, un'ombra che si spera non si materializzi nella stessa proporzione. Non l'eroina già tornata, non le droghe sintetiche.

Ma il crack, cristalli di cocaina, ottenuti da processo chimico partendo da polvere bianca mescolata con basi, bicarbonato quando va bene. Ammoniaca quando va peggio. E poi ridotti a sostanza che può essere fumata, con pipe più o meno artigianali. Grosso effetto a poco costo, in poco tempo il picco, e un abuso che costringe gli utilizzatori ad un uso continuato, costante, a molte dosi giornaliere. Ed espone l'utilizzatore in poco tempo a crisi d'astinenza fisiche e psichiche, che vanno dai tremori agli stati paranoici, deliri, forte aggressività, allucinazioni, crisi cardiache, ictus, infarti. E degrado generalizzato.

Il fenomeno ha preso un'accelerata negli ultimi mesi in quella fetta di centro storico che va da via del Campo verso Principe. E per chi vive il territorio ha un inizio preciso: che coincide con l'inizio dell'estate scorsa. 

"Chi consuma droga ora resta, non si sposta più, non abbandona il territorio, spinto dall'esigenza di procurarsene", spiega Cristiana Falavigna, anima e presidente del Comitato Per Prè, che con un impegno fuori dall'ordinario, ha messo insieme una comunità di oltre 400 iscritti, che promuove eventi e tenta di accendere una luce nel buio attorno alla sua sede, far vivere un territorio. E ci riesce, prova ne sono le cirulle in piazza e i concerti, che animano il crocicchio tra piazzetta Vittime di tutte le mafie, vico Santa Fede, piazza Metelino, piazza Inferiore del Roso. Una casa e un punto di riferimento per ragazzi, studenti, che arrivano anche da fuori quartiere e partecipano, trovano nella sede del comitato di quartiere un punto di riferimento e ne hanno cura. Ma le spalle larghe, l'entusiasmo e l'amore per la città, da soli non bastano.

"Abbiamo da sempre un dialogo costante con le istituzioni - aggiunge Falavigna - facciamo riunioni costanti, la polizia locale ci è stata vicina con un appoggio anche morale, le forze dell'ordine ci sono e negli ultimi mesi sono aumentati i presidi anche con turni notturni in uno sforzo impensabile prima con passaggi di pattuglie studiati ad hoc. Ma spaccio e consumo di droga sono un degrado che porta  a cascata situazioni da cui non si esce. Nel cuore dell'estate, finestre aperte, era impossibile dormire di notte. Chi può dormire tra urla e risse sentendo una voce di donna gridare dalla strada, con il dubbio che possa essere accaduto qualcosa? Ci si affaccia, qui c'è ancora senso di comunità, non ci si gira dall'altra parte. E tutto riguarda un perimetro di pochi isolati".

In pochi metri una scalinata esterna di un portone può diventare avamposto per il consumo, i fumi arrivano alle finestre dei primi piani. Quello che richiama il consumo di crack non è solo evocato: piazzette intere diventano, dietro le grate dei lavori in corso, latrine a cielo aperto, le foto che circolano ritraggono ragazzi giovanissimi strafatti, lividi, riversi per terra.

Il comitato la scorsa primavera, in piena campagna elettorale, ha prodotto un documento in tre punti essenziali per la vivibilità, ribaditi ad ogni inontro pubblico e istituzionale: "contrasto diffuso allo spaccio e presidio del territorio giorno e notte", e poi "presa in carico delle persone dipendenti da sostanze con apertura di centri per garantirne la cura" e "condizioni di vivibilità accettabili per abitanti commercianti e chi frequenta i quartieri, con un sostegno ad attività commerciali, economiche, decoro, pulizia, manutenzioni, cultura e aggregazione".

L'interregno tra un'amministrazione e l'altra ha creato una pausa inevitabile, con recrudescenze. Era prevedibile ma poi la situazione è peggiorata.
Prè paga ancora dopo anni il crollo del palazzo del 2007 che ha creato le condizioni per l'inizio del degrado esploso oggi, attorno al quale a pochi metri stazionano pusher e acquirenti. E se basta un errore, il drop di vico della Croce Bianca per l'assistenza a chi vive in strada e l'estensione del suo orario sono considerati il motore che ha dato un'accelerata al fenomeno di queste settimane, richiamando numeri troppo alti rispetto a quelli di una possibile gestione, in un territorio delicatissimo dove "basta solo una panchina in un posto sbagliato, una rampa sistemata sulla carta da chi non conosce la zona e diventa un disastro", e un peggioramento delle condizioni.

Emergenza, il termine usato dalla sindaca Salis. "Sì, è questo - sottolinea Falavigna - C'è un disagio tale che non sai dove può sfociare ed è tornata anche la prostituzione pro dose, che non c'era fino a poco tempo fa. Se devi uscire con i tuoi figli e non puoi perché ci sono persone tossicodipendenti che si stanno facendo sulle scale di casa, c'è timore. È un luogo questo che noi amiamo, che ha enorme potenzialità. Sentiamo parlare di cancelli ora, dopo anni passati a cercare di restituire bellezza, di sicurezza con le pettorine per scortare a casa. Ma questo malessere noi lo subiamo. Ci sono commercianti che io definisco eroi, che c'hanno creduto, che tengono viva la zona. Sentiamo la vicinanza delle istituzioni ma non poter scegliere se e come uscire, quando e come farlo, non è giusto per nessuno. La soluzione prevede uno sforzo da parte di tutti e ognuno deve lasciare qualcosa sul piatto. L'attenzione è grande, crediamo sia un momento determinante: abbiamo figure apicali femminili importantissime, dalla prefetta, alla questora che solo pochi giorni fa ha avuto l'attenzione di organizzare la festa per il patrono di San Michele nel cuore della Commenda di Prè, un segno di vicinanza. E poi la sindaca, l'assessora alla sicurezza, la asl con la dottoressa Ina Hinnenthal. E' il momento di dimostrare e c'è grande aspettativa. Abbiamo bisogno di essere alleggeriti da questa pressione".

Valentina Carosini

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