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Sport | 30 settembre 2025, 17:00

Giochi Olimpici Invernali 2030: l’incertezza politica frena la legge olimpica e i finanziamenti

La crisi di governo rallenta l’iter legislativo e mette a rischio i tempi di approvazione delle misure necessarie per l’organizzazione dei Giochi di Nizza e delle Alpi

Giochi Olimpici Invernali 2030: l’incertezza politica frena la legge olimpica e i finanziamenti

La preparazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 2030, che si svolgeranno tra la Provenza-Alpi-Costa Azzurra e l’Alvernia-Rodano-Alpi, è segnata dalle incertezze legate alla crisi politica francese.

L’approvazione della cosiddetta “legge olimpica”, considerata essenziale per garantire l’efficienza organizzativa, è bloccata in attesa della stabilizzazione del nuovo governo e della ripresa dei lavori parlamentari.

Il testo, già approvato dal Senato lo scorso giugno, introduce deroghe temporanee in materia di urbanistica, lavoro, sanità, sicurezza e alloggi, al fine di agevolare la realizzazione delle strutture necessarie.

L’Assemblea nazionale avrebbe dovuto esaminarlo a settembre, con l’obiettivo di un via libera entro la fine del 2025. Tuttavia, la situazione politica ha rinviato il calendario.

Gli addetti ai lavori sottolineano che il provvedimento ricalca in gran parte la legge approvata per i Giochi di Parigi 2024, prevedendo anche un iter semplificato per la costruzione e la riconversione dei villaggi olimpici in complessi residenziali. L’assenza di queste disposizioni, viene fatto notare, rischierebbe di compromettere la consegna puntuale delle opere.

Rimane aperta la possibilità che la legge venga discussa in ottobre, prima dell’esame del progetto di legge di bilancio. Se questa finestra temporale venisse persa, l’agenda finanziaria potrebbe ostacolare ulteriormente l’iter. Alcune misure richiedono infatti un’approvazione rapida, soprattutto quelle legate agli appalti pubblici.

Anche il fronte economico resta delicato. Il budget complessivo dei Giochi è stimato in 2 miliardi di euro, con una quota di 362 milioni a carico dello Stato e 100 milioni a carico delle due regioni ospitanti.

Nel testo finanziario dovrà inoltre essere inserita la garanzia economica dello Stato, indispensabile per rispettare le richieste del Comitato Olimpico Internazionale in caso di deficit.

Gli organizzatori minimizzano l’impatto dei ritardi a breve termine, ritenendo che eventuali slittamenti non compromettano per ora le attività operative. Tuttavia, avvertono che una prolungata instabilità politica potrebbe trasformarsi in un ostacolo più serio.

Sei anni sembrano un orizzonte ampio, ma le incertezze sul futuro del governo, sulle possibili censure parlamentari o addirittura su un’eventuale dissoluzione dell’Assemblea mantengono alta la tensione tra gli attori coinvolti.

Il timore diffuso è che i tempi di preparazione, finora considerati sotto controllo, possano rapidamente sfuggire di mano in caso di crisi prolungata.


Beppe Tassone

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