Il Nazionale

Cronaca | 30 settembre 2025, 11:45

Emergenza crack, sopralluogo della sindaca nel Ghetto: “Situazione oltre l’emergenza, servono risposte nazionali”

Dallo spaccio alle richieste di drop-in ai minori non accompagnati: nel punto stampa dopo la visita in centro storico la prima cittadina chiama in causa Governo e Regione. “Chiederemo un comitato straordinario per l'ordine della sicurezza, ma il tema non può essere scaricato sui sindaci”

Emergenza crack, sopralluogo della sindaca nel Ghetto: “Situazione oltre l’emergenza, servono risposte nazionali”

La situazione è oltre l'emergenza, è una situazione che va presa molto seriamente e va affrontata in modo multidisciplinare, non si parla solo di sicurezza, qua si parla di un'emergenza totale di tossicodipendenza e spaccio, quindi c'è anche un problema sanitario fortissimo”. Non usa mezzi termini la sindaca Silvia Salis, che questa mattina ha visitato il centro storico, con un sopralluogo che ha toccato diversi punti del Ghetto e di via Prè. Partita alle 9 dalla Biblioteca Universitaria di via Balbi, la delegazione ha attraversato le strade del quartiere fermandosi all’Hub Marinelle di vico Tacconi, a Start Appe e Semi Foresti in via Prè, all’Hub per Prè in piazza Vittime di tutte le mafie e al social housing di via Prè 12-14. La chiusura con il punto stampa si è svolta presso la sede di Afet Aquilone, in vico della Croce Bianca. Insieme alla sindaca, la presidente del Municipio Centro Est Simona Cosso, gli assessori Cristina Lodi, Arianna Viscogliosi, Massimo Ferrante e Davide Patrone e il comandante della polizia locale Fabio Manzo. Ad accogliere la sindaca un nutrito numero di residenti della zona alle spalle di piazza della Nunziata, che hanno rivolto le proprie richieste all’amministrazione riguardo la propria sicurezza e quella dei loro figli. 

La nostra Polizia Locale sta facendo di tutto e di più, anche cose che vanno oltre la loro competenza che hanno - ha spiegato -. E quindi è emerso che intanto serve chiedere un comitato straordinario per l'ordine della sicurezza. Voglio chiedere a quest'ora al prefetto queste tavole perché insieme alla Giunta dobbiamo innanzitutto prendere atto della situazione e stabilire un piano emergenziale che è necessario. In più poi va coinvolto tutto il territorio, le associazioni, vanno ascoltate quelle che sono le loro esigenze quotidiane, come stiamo già facendo in questi mesi, ma bisogna fare di più”.

La sindaca ha ribadito il ruolo limitato del Comune: “È chiaro che il Comune in questo ha una competenza limitata, perché quello che viene raccontato in questo Paese è che la sicurezza dipende dai sindaci, quindi la Milano è insicura, la Torino è insicura, la Roma è insicura, la Genova è insicura. Bisogna iniziare a fare una lista delle priorità e la lista di quelle che sono le responsabilità in questo Paese, perché il tema della sicurezza non può essere scaricato sui sindaci”.

E ancora: “Il tema della sicurezza è un tema nazionale e internazionale che va gestito con serietà. Se si pensa che noi abbiamo da inizio anno 400 minori non accompagnati che sono arrivati a Genova, solo da inizio anno, e ogni giorno ne emergono nuovi, solo stanotte ne sono emersi 9, quindi vuol dire che sono stati presi in carico nuovi ulteriori minori non accompagnati, solo stanotte 9, tanto per darvi l'idea di quella che è l'entità di questo tema. E questo non è un tema che può gestire il Comune di Genova, il Comune di Firenze o il Comune di Bologna. Bisogna iniziare a chiamare le cose con il loro nome: questo è un tema nazionale. Deve aiutarci il Governo, deve aiutarci il Ministro Piantedosi, e noi chiederemo aiuto a tutti quelli che ci possano aiutare”.

La prima cittadina ha poi sottolineato l’allarme legato alle sostanze stupefacenti: “In più è un tema sanitario, perché c'è un'emergenza di consumo di nuove droghe, anche non nuove come il crack e il fentanyl, e questo è un tema che bisogna affrontare, una dose ormai costa pochi euro”.

Alla domanda su cosa possa fare l’amministrazione nell’immediato, Salis ha risposto: “Intanto noi abbiamo un presidio di 85 unità sul territorio, proprio sul centro storico. Io voglio ringraziare la polizia locale, perché ogni giorno e ogni notte fa un compito che va oltre le proprie mansioni, un compito che spesso sconfina nel sanitario. Noi ci siamo, metteremo in campo tutto quello che abbiamo, chiediamo un aiuto forte alla Regione dal punto di vista sanitario, perché, ripeto, c'è un tema di tossicodipendenza, quindi legata allo spaccio, c'è il consumo ovviamente, che avviene sempre nel centro storico. Non parliamo però solo di centro storico, perché oggi siamo in centro storico, ma questo fenomeno riguarda centro storico come altri quartieri e altre zone periferiche”.

E ha aggiunto: “Bisogna prendere atto di una situazione che ormai è oltre l'emergenza, ma il Comune non ha la forza di affrontarla da sola. Questo è un tema nazionale, non si può scaricare sui sindaci questa responsabilità. Io mi assumo tutte le responsabilità che ho, la Giunta, gli assessori, la nostra polizia locale, il nostro capo della polizia. Però detto questo, non si può pensare che si fanno i servizi sensazionalistici a Genova sull'insicurezza della città, trattandolo come un tema che dipenda dall'azione del sindaco. Non è così, e in tutto il Paese è evidente questa cosa”.

Dal quartiere emerge la richiesta di un drop-in più stabile per affrontare il tema delle dipendenze. La sindaca ha spiegato: “Con l’assessora Lodi stiamo facendo una nuova pianificazione. Non abbiamo, chiaramente, ancora una struttura da presentarvi, ma quello è al centro dell'attenzione dell'assessore e della Giunta per quello che riguarda questa zona”.

Sul ruolo delle associazioni, Salis ha aggiunto: “Diciamo che senza il terzo settore, il volontariato, l'associazione sul territorio sarebbe impossibile andare avanti. Questo voglio dire chiaramente perché è un altro tema che mi ha portato all'attenzione del governo centrale, mi ha portato a Roma questo tema, perché su questo territorio, come in tutta Italia, senza queste realtà sarebbe impossibile operare. E quindi non solo vanno aiutate, vanno sostenute, ma sicuramente vanno aiutate ad armonizzarsi, a fare le progettazioni, questo è fondamentale”.

Tra le criticità evidenziate anche quella dei rimpatri: “Spesso il nostro capo della polizia locale dice: noi fermiamo delle persone che sono irregolari, li portiamo in questura e non possono essere rimpatriati, perché non ci sono gli accordi magari con quel paese. Per cui questi sono temi pratici che è difficile far emergere nella quotidianità, quando si parla con la cittadinanza, ma poi la nostra polizia locale si trova ad affrontare queste situazioni. Come del resto anche le altre forze di polizia, perché è una situazione generalizzata”.

E ha concluso: “Bisogna che Genova abbia un intervento strutturale non solo per il centro storico, ma per quella che ormai è un'emergenza. Degrado, sicurezza e tossicodipendenza: ed è un'emergenza quella della tossicodipendenza che sta investendo tutto il Paese. E purtroppo se ne parla veramente troppo poco”.

Chiara Orsetti

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