Il Nazionale

Cronaca | 27 settembre 2025, 07:00

Racket servizi di sicurezza nelle discoteche: scena muta per Abate, risponde alle domande Koroveshaj

L'avvocato del 29enne albanese: "Riteniamo che ci sia un sovradimensionamento della situazione, nessuna prova di estorsione perpetrata dal mio assistito"

Racket servizi di sicurezza nelle discoteche: scena muta per Abate, risponde alle domande Koroveshaj

Il 52enne Massimo Abate decide di avvalersi della facoltà di non rispondere e invece il 29enne Emiliano Koroveshaj ha risposto alle domande.

Ieri pomeriggio si è tenuto l'interrogatorio al sesto piano del Palazzo di Giustizia dei due arrestati dell'operazione "Bella... ma non balla" condotta dalla squadra mobile della polizia di Stato guidata dal dirigente Vito Innamorato in collaborazione con la polizia giudiziaria per smontare una sorta di racket dei servizi di "security".

Abate, residente nel ponente savonese, di origine siciliana, difeso dall'avvocato Tiziano Gandolfo, ha optato per la scena muta davanti al Pubblico Ministero Claudio Martini, invece l'albanese Koroveshaj, residente a Savona, assistito dal legale Elena Castagneto ha fornito la sua versione dei fatti.

"Ha ritenuto di rispondere a tutte le domande precisamente. Riteniamo che ci sia un sovradimensionamento della situazione, nessuna prova di estorsione perpetrata dal mio assistito - ha spiegato l'avvocato Castagneto - Appartiene a una famiglia seria, ha lavorato nel mondo della sicurezza, nella selezione alla porta e non era un agente alla sicurezza".

L'attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Savona, Pm Martini, aveva permesso di individuare i due uomini che, palesando una personalità violenta e prevaricatrice, minacciando di fare del male e perfino "di staccare la testa" al titolare di un'agenzia operante nel settore della security e a un suo dipendente, nonché intimidendo organizzatori di eventi, erano riusciti ad ottenere l'affidamento del servizio di sicurezza in una discoteca del savonese per la stagione estiva 2025 estromettendo una società di sicurezza dotata delle regolari autorizzazioni prefettizie, mentre loro erano privi di qualsiasi titolo autorizzatorio. I due infatti si sarebbero presentati dicendo di appoggiarsi ad una società prestanome del Piemonte che però sarebbe stata all'oscuro.

Le indagini avevano permesso inoltre di svelare un metodo di aggiudicazione dei servizi di sicurezza in 4 discoteche savonesi, i Golden Beach di Albisola Superiore, i Bagni Lido di Albissola Marina, Wonder di Savona e Bahia Blanca di Spotorno, caratterizzato da violenza e illeciti di varia natura, compresa la presenza di "prestanomi"che aveva consentito di escludere la concorrenza delle società di sicurezza regolari.

Al centro anche un caso legato alla presenza all'interno del locale di Albisola di un uomo armato di pistola con cui avevano discusso alcuni avventori e gli stessi addetti alla sicurezza durante il filtraggio. Nello stesso locale, qualche settimana dopo l'episodio, nel luglio scorso, i buttafuori erano stati protagonisti di un episodio di violenza a seguito del quale due ragazzi erano stati trasportati in pronto soccorso riportando lesioni e fratture. 

Le retribuzioni dei buttafuori avvenivano "in nero" e i nominativi degli stessi (sottratti alle imprese che agivano con regolarità) non venivano comunicati, come dovrebbe avvenire, alla Questura. Alcuni, pochi, venivano comunicati, ma solo per loro convenienza. Oltre alle quattro discoteche altre attività erano state contattate ma non avevano accettato la loro metodologia di lavoro. Alcuni "buttafuori" però avrebbero lavorato anche in altri esercizi pubblici.

Le indagini erano scattate anche a seguito di una segnalazione di un'aggressione all'esterno dei Bahia Blanca che vedeva come protagonisti persone che gravitavano nei servizi di sicurezza, legali e non, e organizzatori di eventi per locali nel savonese. 

Il Questore di Savona ha disposto la sospensione della licenza dei quattro locali pubblici, con finalità preventiva a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, ai sensi dell'articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.

I provvedimenti, con durata di trenta giorni per i Golden Beach e di quindici negli altri, sono stati notificati ai gestori. In due dei quattro locali, essendo anche stabilimenti balneari, la sospensione è stata disposta limitatamente alle ore serali.  Un locale pare rischi la chiusura definitiva.

I Golden Beach e i Bagni Lido hanno voluto fornire la loro versione dei fatti dichiarandosi estranei.

Luciano Parodi

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