Il Nazionale

Attualità | 27 settembre 2025, 11:09

Istituto Comprensivo Paesana-Sanfront, l’Uncem scrive al ministro Valditara: “Difendere l’autonomia delle scuole di montagna”

L’appello a Governo, Provincia e Regione rilancia la battaglia dei sindaci contro il rischio di nuovi accorpamenti scolastici in valle Po

Istituto Comprensivo Paesana-Sanfront, l’Uncem scrive al ministro Valditara: “Difendere l’autonomia delle scuole di montagna”

La questione del dimensionamento scolastico torna a far discutere in valle Po.

A riaccendere il dibattito è stata la lettera aperta, inviata giovedì 25 settembre, dall’Uncem (Unione nazionale Comuni Comunità Enti Montani) inviata al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, al presidente della Provincia Luca Robaldo, alla vicepresidente regionale Elena Chiorino e al direttore dell’Ufficio scolastico di Cuneo Stefano Suraniti.

Nella missiva dell’Uncem, firmata da Marco Bussone (presidente Uncem nazionale) e Roberto Colombero (presidente Uncem Piemonte), si chiede di preservare l’autonomia degli istituti scolastici di montagna, definiti: “fondamentali per la qualità del servizio, i rapporti tra insegnanti, famiglie e studenti e la coesione sociale dei territori più fragili”.

L’appello cita in modo esplicito l’Istituto comprensivo Paesana-Sanfront (assieme a quello di Ceva), da salvaguardare “senza andare a creare per forza grandi concentrazioni territoriali”, e propone l’apertura di un tavolo nazionale dedicato alle scuole montane.

LE IPOTESI DI RIORGANIZZAZIONE

L’obiettivo delle dirigenze scolastiche e delle amministrazioni locali, oggi sostenute anche dalle famiglie, è quello di scongiurare la riduzione delle autonomie previste sul territorio, misura richiesta dalla Regione per adeguarsi alle normative europee ma che rischia di penalizzare in particolare le zone alpine e appenniniche.

Nel Saluzzese le ipotesi di riorganizzazione hanno generato non poche tensioni. Inizialmente si era parlato di unire gli istituti di Barge e Bagnolo Piemonte (con sede a Barge); successivamente di un polo unico per l’intera valle Po, con Sanfront e Revello a contendersi la sede centrale. Una terza ipotesi, quella di accorpare Bagnolo con Sanfront, è stata respinta dopo la ferma opposizione di diversi comuni della valle.

LA MOBILITAZIONE DEI TERRITORI

 Di fronte all’impossibilità di raggiungere un accordo nei tavoli con Provincia, sindacati e Ufficio scolastico provinciale, i sindaci hanno scelto di muoversi autonomamente.

Per salvaguardare l’Istituto Comprensivo di Paesana-Sanfront è stata avviata, qualche tempo fa, una raccolta firme, che ha già superato quota 1.560 sottoscrizioni su Change.org.

L’Istituto di Sanfront-Paesana era già stato accorpato dodici anni fa, unendo i due comuni con Rifreddo e Martiniana Po.

Oggi conta 490 iscritti, quindi sopra la soglia prevista per le scuole di montagna (400 alunni), a mentre per le scuole di pianura ne sono richiesti 600 richiesti.

Durante l’estate l’ipotesi di un accorpamento Sanfront-Revello ha acceso ulteriori contrasti: entrambi i paesi sono disponibili a una fusione solo se inevitabile, ma rivendicano la sede centrale. Sanfront punta sulla sua centralità geografica e sulla classificazione come istituto montano; Revello sull’ampia popolazione scolastica della bassa valle.

La Regione, per ora, mantiene una posizione neutrale, lasciando intendere che, senza un’intesa interna, la decisione potrebbe passare direttamente al Ministero, con possibili scelte ancora più penalizzanti.

LE VOCI DEI SINDACI

Sulla questione, i primi cittadini dei Comuni che fanno parte dell’Istituto comprensivo Paesana-Sanfront hanno preso posizione.

Francesco Lombardo, sindaco di Sanfront: “Mi ritrovo pienamente concorde nelle affermazioni di Uncem: la nostra scuola non è un numero da razionalizzare, ma il fulcro della comunità montana. Ogni accorpamento indebolisce il legame con le istituzioni e minaccia il nostro tessuto sociale, negando un futuro ai nostri territori”.

Concetto ripreso dal collega di Rifreddo, Elia Giordanino  “Gli istituti della media-alta Valle Po sono già stati una decina di anni fa coinvolti in un dimensionamento, quindi ritengo che sia importante tutelare e salvaguardare l'autonomia dell'istituto comprensivo Sanfront-Paesana, che comprende anche i plessi di Rifreddo e Martiniana Po. 

Tutti i comuni, in forte sinergia e collaborazione con la dirigente scolastica, da anni investono sulla scuola e il dimensionamento non valorizza questi sforzi, sebbene non ci siano tagli dal punto di vista di plessi. Tuttavia, anche la figura del dirigente scolastico e della segreteria didattica sul territorio consolidano e rafforzano il lavoro tra amministrazione e scuola. 

Le scuole di montagna vanno tutelate, quindi ritengo controproducente continuare ad accorpare, invece di incentivare le famiglie a scegliere un plesso in zona montana. Inoltre, sono necessarie politiche di territorio forti e compatte, che portino alla creazione di strutture omogenee sul territorio e nella medesima Valle. Spero quindi che la nostra realtà non sia coinvolta; se questo dovesse accadere, il nuovo istituto dovrà seguire dinamiche territoriali, lasciando da parte dinamiche politiche o di dirigenza scolastica”.

Sulla stessa linea anche il sindaco di Paesana, Emanuele Vaudano: La nostra linea guida resta quella di difendere l’indipendenza dell’Istituto comprensivo dell’Alta valle. Abbiamo cercato un dialogo con il comprensivo di Revello e ci siamo rivolti anche con l’Uncem per ottenere sostegno in questa battaglia. I numeri, infatti, ci danno ragione: dodici anni fa, nell’ultimo accorpamento, la scuola di Paesana era già stata coinvolta ed era confluita con Sanfront. Non è corretto che, ancora una volta, la valle Po venga individuata come l’area su cui operare tagli ai servizi scolastici.

Le soglie stabilite sono chiare: 400 studenti per mantenere l’autonomia nelle scuole di montagna e 600 per quelle di pianura. L’Istituto comprensivo Sanfront-Paesana, che comprende anche Rifreddo e Martiniana Po, conta oggi 490 iscritti, quindi ampiamente sopra il limite richiesto per le zone montane.

Per questo rimaniamo sorpresi nel vedere che si parli di un possibile accorpamento, senza ancora decidere nemmeno la dirigenza, quando i reali problemi di numeri riguardano gli istituti di Revello e Bagnolo Piemonte.

Troviamo ingiusto che, a distanza di pochi anni, si pensi nuovamente alla valle Po come area in cui tagliare i servizi. Sarebbe necessario, invece, sedersi a un tavolo con tutti gli attori coinvolti per discutere seriamente della situazione”.


 

Anna Maria Parola

Commenti

In Breve