Si accende il dibattito attorno alla presenza di due famiglie rom a Callianetto. Dopo le dichiarazioni del sindaco di Castell'Alfero, Giancarlo Fasano, che nei giorni scorsi aveva espresso forte preoccupazione per la costruzione di alcune baracche in un terreno della zona e per i possibili "trasferimenti dal campo rom di Asti", è arrivata la replica del primo cittadino di Asti, Maurizio Rasero.
Il sindaco astigiano, in una nota diffusa oggi, ha voluto chiarire la posizione dell'amministrazione e dei servizi sociali del Comune:
"È rammaricante leggere che non viene compreso l'impegno messo in questi anni dagli operatori sociali per il superamento del campo di via Guerra. Dal giorno dopo lo smantellamento non ci siamo mai fermati, lavorando nel rispetto dei diritti delle persone e senza lasciare nessuno indietro. Ma serve ricordare che le due famiglie oggi a Callianetto non provengono dalle soluzioni individuate ad Asti: sono state sgomberate da Torino e non hanno avuto un accompagnamento adeguato in percorsi sostenibili".
Rasero sottolinea inoltre che né lui né gli operatori sociali avevano mai avuto contatti con quei nuclei durante il lavoro degli ultimi quattro anni: "Non sono un 'regalo di Asti', come è stato detto. Si tratta di persone che hanno vissuto per anni in contesti precari e che oggi cercano un posto in cui ricostruire la propria vita, senza strumenti per accedere a servizi o opportunità. Parlare di scelte volontarie o di presunti favoritismi significa, nei fatti, alimentare stigma e pregiudizi".
Il caso Callianetto
La vicenda è esplosa nei giorni scorsi dopo la segnalazione di alcuni residenti che avevano notato la comparsa di strutture precarie in zona rurale. Da qui le prese di posizione dell'amministrazione di Castell'Alfero, che si è detta sorpresa dell'arrivo delle famiglie rom e ha avanzato dubbi su possibili legami con il progetto di superamento del campo di via Guerra, concluso lo scorso marzo con l'assegnazione di soluzioni abitative a una quarantina di persone.
Secondo quanto chiarito dal Comune di Asti, invece, il percorso che ha portato al superamento dello storico insediamento è stato strutturato e ogni nucleo presente è stato preso in carico con soluzioni definite, anche se in alcuni casi ancora temporanee. A Callianetto, ribadisce Rasero, si trovano famiglie non rientrate in quel processo, con una storia di spostamenti e sgomberi forzati provenienti da altri territori.
Oltre lo scontro politico
La replica di Rasero si chiude con un appello al dialogo istituzionale: "Siamo disponibili, come professionisti con esperienza consolidata, ad accompagnare sia le persone sia l'amministrazione di Castell'Alfero in percorsi condivisi. È necessario affrontare la questione con senso di responsabilità, non con strumentalizzazioni che alimentano discriminazioni".
Il confronto tra i due comuni si inserisce in un dibattito più ampio, che da anni accompagna la gestione delle politiche di inclusione dei rom sul territorio astigiano. Se da un lato si registrano i progressi del progetto di superamento del campo di via Guerra, dall'altro resta alta l'attenzione su nuclei che continuano a vivere in condizioni di marginalità, spesso spostandosi da un insediamento all'altro senza soluzioni stabili.
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