"E' un reato inconsueto, sia per l'estorsione, sia per i mezzi utilizzati che potrebbero essere definiti tranquillamente di carattere mafioso perché sono state intimidazioni che sono state fatte anche avvalendosi della notorietà di essere persone violenti o di appartenere in un caso ad un clan della criminalità organizzata".
Così il Questore di Savona Giuseppe Mariani ha commentato l'operazione "Bella... ma non balla" condotta dalla squadra mobile della polizia di Stato guidata dal dirigente Vito Innamorato in collaborazione con la polizia giudiziaria per smontare una sorta di racket dei servizi di "security" L'attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Savona, Pubblico Ministero Claudio Martini, ha permesso di individuare i due uomini, un 30enne di nazionalità albanese residente a Savona e un 50enne residente nel ponente savonese di origine siciliana (che paventava il fatto di far parte una famiglia mafiosa), entrambi con precedenti penali, che, palesando una personalità violenta e prevaricatrice, minacciando di fare del male e perfino "di staccare la testa" al titolare di un'agenzia operante nel settore della security e a un suo dipendente, nonché intimidendo organizzatori di eventi, erano riusciti ad ottenere l'affidamento del servizio di sicurezza in una discoteca del savonese per la stagione estiva 2025 estromettendo una società di sicurezza dotata delle regolari autorizzazioni prefettizie, mentre loro erano privi di qualsiasi titolo autorizzatorio. I due infatti si appoggiavano una società prestanome del Piemonte.
Le indagini avevanopermesso inoltre di svelare un metodo di aggiudicazione dei servizi di sicurezza in 4 discoteche savonesi, i Golden Beach di Albisola Superiore, i Bagni Lido di Albissola Marina, Wonder di Savona e Bahia Blanca di Spotorno, caratterizzato da violenza e illeciti di varia natura, compresa la presenza di "prestanomi"che aveva consentito di escludere la concorrenza delle società di sicurezza regolari.
Dalle indagini svolte era emerso come i titolari degli esercizi pubblici fossero consapevoli e accondiscendenti circa il fatto che i soggetti non fossero in regola con le autorizzazioni necessarie per lo svolgimento dei servizi di sicurezza, finalizzate a garantire la presenza di specifici requisiti nel personale addetto ai controlli.
Tra l'altro l'analoga consapevolezza nei gestori dei locali riguardava i metodi utilizzati nell'operato degli "addetti alla sicurezza" e dei loro "responsabili", metodi certamente poco ortodossi fino a sfociare in azioni violente.
In un caso i gestori si erano anche dimostrati reticenti a segnalare alle forze dell'ordine la presenza all'interno del locale di un uomo armato di pistola con cui avevano discusso alcuni avventori e gli stessi addetti alla sicurezza durante il filtraggio. Nello stesso locale ad Albisola, qualche settimana dopo l'episodio, nel luglio scorso, i buttafuori erano stati protagonisti di un episodio di violenza a seguito del quale due ragazzi erano stati trasportati in pronto soccorso riportando lesioni e fratture.
Le retribuzioni dei buttafuori avvenivano "in nero" e i nominativi degli stessi (sottratti alle imprese che agivano con regolarità) non venivano comunicati, come dovrebbe avvenire, alla Questura. Alcuni, pochi, venivano comunicati, ma solo per loro convenienza. Oltre alle quattro discoteche altre attività erano state contattate ma non avevano accettato la loro metodologia di lavoro. Alcuni "buttafuori" però avrebbero lavorato anche in altri esercizi pubblici.
Le indagini erano scattate anche a seguito di una segnalazione di un'aggressione all'esterno di una discoteca che vedeva come protagonisti persone che gravitavano nei servizi di sicurezza, legali e non, e organizzatori di eventi per locali nel savonese.
I due uomini sono stati così rintracciati nelle rispettive abitazioni, uno nella mattina di venerdì 19 l'altro nella serata di domenica scorsa, al suo rientro dopo un breve soggiorno all'estero. Gli arrestati, trasferiti nel carcere di Marassi a Genova, sono stati messi a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
Inoltre il Questore di Savona ha disposto la sospensione della licenza dei quattro locali pubblici, con finalità preventiva a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, ai sensi dell'articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.
I provvedimenti, con durata di trenta giorni per i Golden Beach e di quindici negli altri, sono stati notificati ai gestori nel tardo pomeriggio di ieri.
In due dei quattro locali, essendo anche stabilimenti balneari, la sospensione è stata disposta limitatamente alle ore serali. Un locale rischia la chiusura definitiva.
In totale nel 2025 sono stati disposti dalla Questura 400 giorni totali di chiusura a diverse attività.
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