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Politica | 24 settembre 2025, 11:27

In Consiglio comunale a Cuneo la maggioranza si spacca sull’aumento regionale dell’Irpef

Gli esponenti di Centro per Cuneo, ad eccezione di Enrici, sull’ordine del giorno presentato dagli Indipendenti, che esprimeva preoccupazione e contrarietà al provvedimento della Giunta Cirio, sono contrari insieme alle minoranze di centrodestra

In Consiglio comunale a Cuneo la maggioranza si spacca sull’aumento regionale dell’Irpef

Il dibattito in Consiglio comunale si preannunciava caldo su alcuni argomenti e, in effetti, qualche scintilla l’ha provocata. A partire dall’ordine del giorno presentato dal gruppo di minoranza degli Indipendenti di Giancarlo Boselli e Paolo Armellini, che chiedeva all’Assemblea Municipale di “esprimere preoccupazione e contrarietà all’aumento dell’Irpef regionale per i periodi di imposta 2026 e 2027 approvato con i voti favorevoli di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega Salvini e Lista Cirio con l’applicazione di una maggiorazione all’aliquota dell’addizionale dello 0,55%”.

Ha detto Boselli: “Oggi, con tutte le difficoltà economiche che stiamo vivendo, non bisognava fare un provvedimento simile in quanto vuol dire per i redditi medio-bassi un’imposta in più di qualche centinaia di euro all’anno”.

Critico sull’aumento Irpef e quindi favorevole all’ordine del giorno, Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia: “È incomprensibile questa tassa rivolta al ceto medio e basso, quando le dichiarazioni della premier Meloni dicono che sono fasce di popolazione da aiutare”.

Il sì al documento proposto dagli Indipendenti è venuto anche da Nello Fierro e Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni.

Il provvedimento della Giunta Cirio è stato difeso da Massimo Garnero di Fratelli d’Italia: “La Regione è stata costretta ad approvarlo per mettere in sicurezza i conti, in condizioni di difficoltà anche per le scelte effettuate dal centrosinistra nei mandati precedenti”.

Il disaccordo in maggioranza

Nel dibattito è emersa in modo evidente la spaccatura nella maggioranza di centrosinistra. Favorevoli all’ordine del giorno Partito Democratico, Cuneo Solidale Democratica, Cuneo Civica e Gruppo Misto.

Erio Ambrosino del Pd: “Smettiamola di dare sempre la colpa a chi ci ha preceduto. Non ce l’ha detto il medico di governare oggi e prendiamoci tutti le nostre responsabilità.  L’aumento dell’Irpef regionale è una scelta politica, che va a incidere sui redditi medio-bassi. Diamo nome e cognome a quello che si sta facendo senza trovare giustificazioni, perché davvero quei pochi che vanno ancora a votare vogliono sentirsi dire le cose come stanno. Basta con tante promesse non mantenute il giorno dopo. Diciamo che il Governo regionale ha deciso di tassare i redditi medio-bassi perché cosi gli va bene. Punto. Senza se e senza ma”.

La sindaca Patrizia Manassero: “Tutti gli Entri territoriali hanno problemi di Bilancio. La Regione Piemonte ha deciso di risolverlo con questa operazione, che presenta due criticità. La prima: non viene chiesto un prelievo fiscale per fornire servizi aggiuntivi, ma, se Dio ci aiuta, per mantenere l’esistente. E scusate se invoco Dio. La seconda: Ok, c’è un problema e va risolto. Ma su chi fai cadere la soluzione è una scelta politica. Qui cade sulla testa ben specifica delle fasce di popolazione più deboli e sul ceto medio”.

Contrari all’ordine del giorno i consiglieri di Centro per Cuneo ad eccezione di Silvano Enrici. La decisione del no da parte del gruppo è stata spiegata da Maria Laura Risso: “Nessuno gioisce quando viene aumentata una tassa e tanto meno quando questo riguarda un’imposta diretta come l’Irpef che incide in modo evidente sulla vita delle persone. La preoccupazione espressa è comprensibile ed è legittima, ma riteniamo non sia sufficiente dire semplicemente no o essere contrari senza tenere conto del contesto delle responsabilità che il Bilancio di un Ente pubblico comporta”.

E ancora: “Viviamo in una fase in cui gli Enti territoriali si trovano stretti tra crescenti bisogni sociali e risorse sempre più limitate. Se da un lato è giusto interrogarsi sulla sostenibilità fiscale, dall’altro è altrettanto doveroso riconoscere la necessità di garantire servizi fondamentali ai cittadini. Pur condividendo l’esigenza di tenere alta l’attenzione su questo tema, non riteniamo l’ordine del giorno uno strumento efficace e utile a incidere concretamente nelle scelte regionali. Serve un approccio più articolato che tenga insieme sostenibilità sociale e responsabilità amministrativa”.   

Mentre Enrici, in contrasto con la linea adottata dal suo gruppo, ha sottolineato: “Gli euro in meno sugli stipendi e sulle pensioni peseranno sulla vita di molte famiglie e persone, perciò sono favorevole all’ordine del giorno”.

In realtà il no di Centro per Cuneo ha radici più lontane: appoggiando la lista Cirio di centrodestra alle elezioni del 2024 non poteva essere favorevole all’ordine del giorno per sconfessare la Giunta regionale. La frattura è stata sottolineata da Sturlese: “Ormai le contraddizioni all’interno della maggioranza emergono in modo evidente”.

In ogni caso l’ordine del giorno è stato approvato, con Centro per Cuneo che ha votato no insieme ai consiglieri comunali di centrodestra.

Il finale

La spaccatura non causerà problemi al centrosinistra al governo della città, perché Centro per Cuneo ha comunque dichiarato fedeltà alla sindaca Manassero fino al termine del mandato. Ma qualche scricchiolio in vista delle elezioni amministrative del 2027 si cominciano già a sentire. Vedremo.

Sergio Peirone

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