Una denuncia formale, depositata lo scorso 8 maggio presso la Procura della Repubblica di Asti, sta scuotendo gli ambienti bancari, politici ed imprenditoriali locali. Le accuse, come anticipate giorni fa dal giornale Lo Spiffero, non sarebbero banali: usura, estorsione, appropriazione indebita dell'Iva, indebita percezione di erogazioni pubbliche e concorso nel dissesto aziendale.
A presentare l'esposto è Alessandro Bramafarina, imprenditore locale titolare della Carrera srl, società che si occupava di locazioni immobiliari commerciali, che sostiene di essere rimasto vittima di una serie di comportamenti dell'istituto bancario che avrebbero portato al dissesto della sua azienda.
La Banca Cr Asti ha il cuore astigiano, rappresenta l’istituzione più importante e riconosciuta di questo territorio e sarà sempre preservata nella sua integrità, perché uomini e donne passano negli anni, l’ente rimarrà sempre.
I protagonisti della vicenda
Le voci su questa situazione circolavano già da tempo negli ambienti astigiani e sarebbero arrivate fino alla Banca d'Italia. Ora la questione è nelle mani della magistratura.
L'avvocato Tonino Rotondi, che assiste l'imprenditore, conferma che nella denuncia compaiono i nomi di diverse figure di spicco dell’ente, come l'amministratore delegato e direttore generale della Cr Asti Carlo Demartini, alcuni funzionari dell'istituto (Marino Cantarella, Franca Conti, Marco Graziano) e il commercialista Alfredo Poletti, ex presidente del Collegio sindacale della banca.
La storia: da un'acquisizione al dissesto
La vicenda inizia nel 2013, quando la Carrera acquisisce il 60% della Progetto Immobiliare, ereditando un debito verso la Cassa di Risparmio di Asti di oltre 9 milioni di euro. Per tentare di sanare questa posizione, tra il 2016 e il 2021 vengono concessi diversi mutui, alcuni garantiti dal MedioCredito Centrale.
La situazione precipita il 28 luglio 2021, quando Bramafarina procede a cedere i diritti di riscossione dei canoni locativi di importanti aziende del Parco Commerciale di corso Alessandria (Agrifarma, Aldi, MF Agorà e Decathlon) per tentare di contenere l’indebitamento. Da quel momento, gli affitti vengono incassati direttamente dalla banca e successivamente dalla società Irec Spv, subentrata attraverso un'operazione di cartolarizzazione.
Impossibilitato a far fronte anche al debito tributario, Bramafarina si è autodenunciato al fisco aprendo un fascicolo corposo che coinvolgerebbe operazioni bancarie.
Le parole dell'avvocato di Bramafarina
L'avvocato Tonino Rotondi, legale di Bramafarina, spiega l'approccio seguito: "C'è un'inchiesta giudiziaria in corso e noi ci siamo affidati totalmente a quello che è l'inchiesta stessa del magistrato, ovviamente è un'inchiesta abbastanza delicata e abbiamo tutto l'interesse per il mio cliente affinché tutto quello che è stato portato in denuncia sia riscontrato in maniera capillare da parte del pubblico ministero".
La videointervista
Riguardo al futuro del caso, Rotondi si mostra sereno: "Sono abbastanza fiducioso, perché il pubblico ministero è una persona attenta e scrupolosa.”
Ora spetterà alla magistratura verificare la fondatezza delle accuse e fare chiarezza su una vicenda che, indipendentemente dall'esito, conferma l'importanza di mantenere la trasparenza e la correttezza nelle relazioni tra istituti di credito e clientela.
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