“Non sono più in grado di occuparmi di mia madre”: avrebbe detto questo ai medici del pronto soccorso di Pinerolo prima di lasciare l'anziana mamma in ospedale e rendersi irreperibile. A spiegarlo in tribunale a Cuneo, dove il figlio della donna è accusato di abbandono di incapace, era stata un’assistente sociale del nosocomio pinerolese.
Nel corso dell’ultima udienza, è stato invece ascoltato il direttore di neurologia dell’ospedale che ha riferito che la donna, affetta di corea di Huntington, prima di arrivare da loro, era in cura presso l’AslCn1. “Assumeva un farmaco che poteva essere prescritto solo da un medico ospedaliero - ha precisato-. Però, non sappiamo quale struttura l’avesse precedentemente in carico”.
Nel febbraio 2020, come aveva spiegato dall’assistente sociale, alla Procura di Torio venne inviata una segnalazione relative alla condizione di salute della donna in seguito al suo ricovero: “Avevamo contattato il figlio, senza riuscirci - aveva riferito l’assistenza sociale -. La signora era arrivata accompagnata proprio dal congiunto il primo febbraio. In quell’occasione lui aveva dichiarato di non essere più in grado di occuparsi della mamma. Nei giorni successivi, poi, abbiamo tentato di ricontattarlo per fargli presente che la situazione era cronica e che si doveva prodigare per accoglierla a casa: lui ha ribadito di non essere in grado di farlo”.
L’uomo, a quel tempo, viveva con la madre a Bagnolo Piemonte, che aveva trascorso oltre un mese in neurologia prima di essere trasferita in una casa di riposo. I sintomi della donna nell’ultimo periodo erano peggiorati e il figlio, come spiegato dall’assistente sociale, aveva deciso di lasciarla in ospedale senza più tornare a prenderla. “Doveva essere assistita in tutto e per tutto - ha proseguito la testimone-. Non riusciva ad alimentarsi da sola e non rispondeva alle domande dei medici. Ho tentato più volte di chiamare il numero di cellulare in nostro possesso, senza riuscirci. Ho temuto gli fosse successo qualcosa, perché non rispondeva. Ho anche contattato i vigili urbani di Bagnolo Piemonte affinché lo cercassero”.
Come emerso in aula, prima del presunto abbandono, la signora aveva fatto due ingressi in ospedale e, in entrambi le occasioni, dopo le sue dimissioni, era stata riaccompagnata a casa in ambulanza in quanto il figlio aveva detto di non avere la macchina. “Anche in questa occasione - aveva continuato l’operatrice- è stato nuovamente proposto il trasporto in ambulanza, ma vista la gravità della signora è poi stato disposto il ricovero”. “Quando lo chiamammo per le dimissioni della madre, lui ci disse che si era organizzato e di portarla a casa con un’ambulanza - ha ricordato il direttore-. Ma lui non si fece mai vedere e l’assistente sociale ci disse che non c’erano le misure di sicurezza per poterla portare lì”.
Sul nucleo famigliare, come precisato da un ispettore di polizia giudiziaria, non era mai stata fatta alcuna segnalazione. Solo una pratica lasciata sospesa: "Avevo sentito la collega del consorzio Monviso Solidale - ha concluso l'assistente sociale- che mi aveva confermato un contatto con il figlio nel mese di giugno 2019: si era informato sulle procedure di valutazione geriatrica e consegnato la modulistica, ma poi non lo aveva più sentito per la domanda”.
La prossima udienza, il 6 febbraio prossimo.
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